14.9.11
La risposta degli ambientalisti. Sugli incendi dei Monti Ernici arriva l'intervento della Wilderness, Associazione italiana con sede in Provincia di Savona.
A più di qualche osservatore che durante le operazioni di spegnimento degli incendi erano fermi sul ponte davanti ai Passionisti è sembrato strano che piccoli roghi si sono trasformati poi col passare dei minuti in grossi incendi che hanno distrutto 150 ettari di bosco. Almeno in due occasioni forse si poteva fare di più e intervenire prima.
L'associazione Wilderness Italia, che ha tra i suoi iscritti e presidente Germano Tomei, ambientalista sorano che fa parte del comitato di gestione dell'azienda faunisitica-venatoria dei Monti Ernici, fa le sue proposte:
"Nei giorni scorsi due incendi hanno interessato l’Area Wilderness Monti Ernici Orientali, nella loro parte più orientale e meridionale. Nella lotta per lo spegnimento hanno partecipato numerosi aerei ed elicotteri del Servizio Antincendio della Protezione Civile, nonché numerosi operatori della stessa; soprattutto, particolarmente grave è stato il secondo incendio che ha arso praticamente tutta la pendice dell’altopiano di Sant’Angelo, superando anche questo almeno in un punto. Sui giornali si sono lette dichiarazioni di varie autorità, tutte preoccupate del disastro ambientale ma giustamente anche del rischio corso dalle abitazioni che sono state sfiorate dai roghi, tra le quali il Convento dei Passionisti.
E’ chiaramente uno scandalo che tali fatti in quella zona dei Monti Ernici si ripetano quasi annualmente, anche se forse mai avevano raggiunto le dimensioni di oggi, che complessivamente hanno interessato almeno circa 150 ettari (e non 2.100 ettari come si è letto!). In questi casi non si sa mai a chi dare la colpa. Di solito si pensa ai pastori e/o allevatori di bestiame brado. Questa volta si è anche parlato di faida tra cacciatori, tra chi vuole mantenere l’Azienda Faunistico-Venatoria Monti Ernici, istituita dal Comune di Sora qualche anno fa, e chi vorrebbe che quei monti ritornassero zona libera aperta a tutti i cacciatori come era un tempo. Ma non va neppure esclusa che la dolosità degli incendi debba farsi risalire ai raccoglitori di asparagi, i quali ben sanno come questa specie di pianta sia favorita gli anni successivi agli incendi.
La scrivente Associazione non entra nel merito, ma riconosce che con l’Azienda Faunistica la selvaggina da caccia è certamente aumentata e così tutto il popolamento faunistico, per cui si augura che con la scusa di questi incendi non si proceda alla sua abrogazione. Così come ritiene assolutamente inutile la ventilata idea di chiudere tutta l’Azienda alla caccia per l’attuale stagione venatoria (la legge già vieta la caccia nelle zone incendiate e, tutt’al più, si potrebbe chiudere la parte orientale della montagna, ovvero quella che giunge ad ovest fino al Vallone delle grotte).
Si sono poi lette e si è appreso di ventilate iniziative di “rimboschimento e messa in sicurezza delle pendici percorse dal fuoco”. Ecco, queste sono proprio le cose che non vanno assolutamente fatte. Primo, perché rischi di frane o smottamenti in quella zona non esistono vista la struttura geologica della montagna; secondo, perché se non vi saranno più incendi, il prossimo anno la vegetazione spontanea esploderà letteralmente come sempre avviene dopo tali fenomeni, ricreando quella originaria nel volgere di pochi anni: un rimboschimento a costo zero!
Certo, ben comprendiamo che, come spesso succede nel nostro Paese, ad ogni sciagura saltino fuori i soliti “furbetti” pronti a cavalcare i disastri per finalità di business. La cosiddetta “messa in sicurezza” delle pendici (che non è mai franata durante i ripetuti incendi negli anni passati) significherebbe danneggiare senza alcun costrutto (se non quello di spendere dei soldi pubblici) quella pendice oggi ancora integra, nel senso di priva di strade ed altre opere dell’uomo: un quadro naturale per Sora; e così il “rimboschimento”: significherebbe uno sperpero sicuro di danaro pubblico in quanto le pianticelle che si metterebbero a dimora sarebbero invase dalla vegetazione spontanea, e farebbero la fine della stessa non appena altri prevedibili incendi interesseranno la zona. Quindi, si lasci fare alla Natura, che lavorerà a costo zero e si cerchi di fare in modo che altri incendi non debbano colpire quel luogo. Magari con una proibizione assoluta e di pascolo e di raccolta degli asparagi, con pene severissime ai trasgressori, perché proprio tra essi vi sarà chi ha acceso quei cerini iniziali!
Infine, un commento da ambientalista. Quello che oggi tutti considerano un danno ambientale non è poi realmente tale e per diverse ragioni. Innanzi tutto gli incendi sono fenomeni naturali e come tutti i fenomeni naturali hanno anche un aspetto positivo seppure indiretto. La biodiversità, per dirla, si ottiene spesso anche grazie agli incendi. Il fuoco che ha bruciato quelle pendici ha sì devastato, purtroppo, l’unico lembo di macchia mediterranea dell’intero Comune di Sora (quindi un biotopo che andava e va preservato, anche evitando i rimboschimenti, perché la vegetazione originaria finirà per riprendere il sopravvento), ma ha anche arso pini e cipressi che biologicamente inquinavano (ed inquinano) quella montagna, per cui, in questo caso, piuttosto che di un disastro, forse si dovrebbe parlare di ripristino della biodiversità originaria!
Purtroppo questi incendi sono costati più di quanto non valga tutta la montagna!
Forse era il caso di provvedere ad un controllo sulle pendici basse, per impedire che l’incendio interessasse le abitazioni, ma lasciare fare alla natura per tutto il resto della montagna. Quando nel 1997 bruciò il Parco di Yellowstone (un incendio che durò diversi mesi!) le autorità smisero di operare agli spegnimenti quando si accorsero che stavano spendendo più di quanto non valessero quelle foreste! Oggi Yellowstone è ridivenuto un paradiso naturale, senza sperpero di danaro per “messa in sicurezza” e per “rimboschimenti”.
19 settembre 2011. Comunicato Stampa Associazione Italiana Wilderness. La foto è di Enrico Saviozzi.
Dopo i nostri comunicati intervengono ambientalisti alternativi.
Sugli incendi sui Monti Ernici, dei giorni passati, i nostri comunicati (Verde Liri) hanno fatto intervenire altri ambientalisti. Il dibattito sembra prendere piede, in verità c'era già stato l'intervento, sulla stampa, di Enzo Di Stefano che si chiedeva: "Dietro questi episodi ci fosse una reuggine riconducibile a promesse risalenti a qualche mese fa poi rimaste disattese".
Ora ci sono voci di ambientalisti che questa mattina, lunedì 20 settembre, Pasquale Mazzenga alla radio considera alternativi. Mazzenga si riferisce al comunicato della Wilderness ma c'é pure Gabriele Savona (foto) che sembra alternativo. Savona candidato con una parte del centrodestra alle ultime elezioni a Sora.
La seconda nota quella di Gabriele Savona che interviene sul Giornale Nuovo, fa correggere il post. L'errore è stato commesso, come riportato sotto, dal sito perché io ho firmato la mia nota con: Domenico La Posta - www.ilverdastro.it
SORA – Proposte di Iula sugli incendi, Il Giornale Nuovo rettifica.
"La redazione del Giornale Nuovo precisa, scusandosi per l’accaduto, in riferimento ad un articolo apparso sulle proprie colonne sabato 17 settembre, che il sig. Domenico La Posta – erroneamente identificato come rappresentante dei Verdi Sora – non fa parte invece della suddetta Federazione. Il dottor Gabriele Savona, firmatario della richiesta di rettifica, all’interno del documento definisce comunque come ‘interessanti’ le proposte del presidente del Consiglio Comunale di Sora Giacomo Iula sull’argomento-incendi, analizzate nel comunicato, aggiungendo che ‘non ci sono ancora le condizioni per appoggiarle o per aderire in quanto la Federazione dei Verdi non è stata coinvolta'.
Sugli incendi di questi giorni l'articolo de "La Provincia" di domenica 18 settembre 2011 di Roberta Pugliesi.
Sugli incendi di questi giorni i rappresentanti dell'associazione "Verde Liri", sezione Ambiente, intervengono sulla stampa. Per adesso i soli ad intervenire.
"Un incendio dopo l'altro. Anche ieri mattina le fiamme hanno
devastato ettari di montagna in località Mezzano, rendendo necessario l’intervento di mezzi aerei. Sul posto, come si vede dalla foto, i volontari della Protezione civile di Sora che, con coraggio, si sono addentrati nella macchia per spegnere i roghi. L’incendio si è propagato intorno
alle 9 del mattino in zona San Silvestro, nei pressi della località Le Cisterne, dove vi sono i resti di un antico monastero. Intorno alle 13 la situazione era sotto controllo ma sulla collina di San Giorgio, in fiamme nei giorni scorsi, nuovi focolai, alimentati dal vento, rendevano necessario l’intervento di un elicottero. Sono giorni di grande fatica per volontari e forze
dell’ordine impegnati su più fronti e ai quali i semplici cittadini rivolgono attestazioni di stima e gratitudine. Contemporaneamente, però, cresce lo sdegno ed aumenta la rabbia verso i piro-
mani - qualora si tratti di incendi dolosi - che hanno provocato danni ingenti, sia da un punto
di vista ambientale che economico. Taglie, incontri, controlli, ronde notturne, tante le proposte
per fronteggiare questa piaga che pare non avere fine. E così il presidente del Consiglio Iula
pensa alla convocazione di una conferenza dei capigruppo del Consiglio Comunale di Sora, nella sua funzione di Commissione competente per la Protezione Civile; c’è poi chi crede che si debba coinvolgere la cittadinanza: «E’ una buona cosa - ha detto Domenico La Posta di Verde Liri - ma non basta, bisogna fare di più, capire come stanno le cose. Ci vuole un incontro pubblico per informare la cittadinanza. A Sora manca la cultura civica e bisogna cambiare passo. La società civile e gli enti preposti devono impegnarsi di più».
Rassegna stampa: L'intervento di Loreto Tersigni di Verde Liri, sezione Ambiente, su "La Provincia" di venerdì 16 settembre 2011. Articolo di Roberta Pugliesi.
"Altri ettari di bosco sono andati in fumo e per tutta la giornata di ieri canadair ed elicotteri hanno gettato acqua sulla collina, piena di focolai. E intanto cresce l’indignazione, la rabbia nei confronti dei piromani che imperversano sulle montagne. E se da un lato tutti ringraziano quanti sono impegnati nello spegnimento dei roghi, c’è anche qualcun altro che si chiede: «Ma quanto ci costa tutto questo spiegamento di forze?». C’è chi avanza delle proposte che possano mettere la parola fine a questa incredibile scia di incendi. Soprattutto, considerando che a rischio ci sono centinaia di ettari di faggete e tassi e, a bassa quota, boschi misti, leccete e pinete di rimboscamento. «La zona interessata dagli ultimi incendi scrive Loreto Tersigni, del settore Ambiente dell’associazione Verde Liri - è quella che più facilmente può essere preda del fuoco per le sue caratteristiche di esposizione solare ma anche perchè lungo i margini delle leccete si trovano strade pubbliche dove è facile innescare incendi. Sarebbe auspicabile una più aderente definizione delle zone di vincolo paesaggistico in alcune aree pedemontane della Selva e di San Giorgio e di Compre alta, che
potrebbero riscoprire l’antica destinazione agricola con produzione di frutti mediterranei e ulivo, fico, viticultura, apicultura. Inoltre la cura agricola di queste fasce pedemontane potrà
garantire maggiormente da incendi dolosi o accidentali. Una nuova e più razionale organizzazione del lavoro nel comparto montano potrebbe dare concrete opportunità per i giovani locali di organizzare cooperative per il taglio della legna». Da un rapido calcolo risulta che solo dalle foreste di proprietà comunale si potrebbero guadagnare circa 800.000 euro l’anno. «Una cooperativa potrebbe organizzare l’allevamento di greggi di ovini e caprini la produzione di frutti di bosco e piante medicinali, attività turistiche e ricreative. Occorrerebbe affidare
inoltre a singoli allevatori o associati, zone di pascolo e responsabilità di gestione di piccoli territori montani. E’ giunto il momento della responsabilità sia economica che civile, difendendo con saggezza e lungimiranza le tante risorse che sono di tutti i cittadini».
Rassegna stampa: SORA – Emergenza-incendi, i Verdi appoggiano l’idea di Iula.
Il post su "Il Giornale nuovo" di sabato 17 settembre:
"Sto valutando l’opportunità di convocare nelle prossime ore la Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Comunale di Sora, nella sua funzione di Commissione competente per la Protezione Civile”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio Comunale di Sora, Giacomo Iula. Un’idea che trova l’appoggio dei Verdi Sora, nella persona del rappresentante Domenico La Posta che, legittimamente non del tutto soddisfatto, rilancia:“Benissimo, è una buona cosa ma non basta bisogna fare di più, bisogna capire come stanno le cose. Ci vuole un incontro pubblico per informare la cittadinanza. A Sora è riconosciuto che la cultura civica è sempre mancata, si deve iniziare a cambiare passo. Tutta la società civile locale assieme agli enti preposti si devono impegnare di più per far cambiare la mentalità nella nostra città, per evitare gli errori del passato".
Sabato 17 settembre. Ancora il fuoco sulla montagna di Sora.
Ancora l'elicottero in volo su una parte di Sora. Il fuoco questa volta si è spostato sulla montagna al di sopra della Madonna della Figura, all'altezza dell'antenna. La zona dovrebbe essere quella al di sopra di San Leonardo. Zona Mezzano-San Silvestro. L'elicottero è da un'ora che sta lavorando nello spegnere l'incendio. Dal 15 settembre è in vigore l'ordinanza del sindaco di Sora che vieta la caccia sulla montagna di Sora nell'area dell'azienda faunistica venatoria denominata "Monti Ernici". Fino a nuova decisione.
Venerdì 16 settembre. Il fuoco ancora sulle montagne di Sora.
Questa mattina una nube grigiastra avvolgeva la montagna e tutta la città di Sora, alle 7.30 è tornato l'elicottero dell'Eliossola seguito dai due canadair. Gli incendi sempre nella parte est della montagna e ancora punti accesi nella zona di Sant'Apollonia. I canadair hanno fatto i primi lanci ma poi dopo aver fatto rifornimento hanno attraversato il cielo sopra Sora per dirigersi con più frequenza nella zona del "Baraccone", tra Castelliri, Monte S. Giovanni Campano, Veroli per un altro incedio.
Alle 9.30 è iniziato il secondo "Festival dell'Economia" in via Napoli organizzato dall'associazione Filarete di Sora. Peccato che alcuni relatori per altri impegni non saranno presenti: Anna Scalfati, giornalista di Radio Tre e Antonio Martino, ex Ministro impegnato a Strasburgo, peccato. Nel pomeriggio si aspettano le interessanti relazioni di Mario Baldassarri, Senatore del Terzo Polo, su come tagliare in maniera efficiente la spesa pubblica. Altri interventi di Fiorenza Taricone dell'Università di Cassino, di Pasquale Tridico di Roma Tre, di Antonio Signorini de "Il Giornale, di Stefano Cingolani de "Il Foglio, di Umberto Guidoni, astronauta e di Germano Dottori dell'Università di Malta. Aspettiamo la Scalfati domani per la seconda giornata.
Ora alle 14 si sentono ancora gli elicotteri in volo e gli incendi riprendono.
Per Giacomo Iula, presidente del consiglio comunale: "Sto valutando l'opportunità di convocare nelle prossime ore la Conferenza dei Capigruppo del Consiglio Comunale di Sora, nella sua funzione di Commissione competente per la Protezione Civile". Benissimo è una buona cosa ma non basta bisogna fare di più, bisogna capire come stanno le cose. Ci vuole un incontro pubblico per informare la cittadinanza. A Sora la cultura civica è sempre mancata si deve iniziare a cambiare passo.
Giovedì 15 settembre l'incendio è stato chiuso verso le 12.30.
Una sessantina di lanci indirizzati soprattutto verso la parte est della montagna, nella zona di San Vincenzo Ferreri. Gli aerei coordinati dalla Forestale. Ieri presenti anche alcuni firebox, oltre ai canadair che hanno fatto rifornimento a Villetta Barrea. Ma verso le 14 un nuovo principio di incendio nella gola tra la montagna e il colle di San Casto. Alle 17 ancora i mezzi in azione. Per tutta la notte il fuoco ben visibile che ha preso il sopravvento, sembrava una via Crucis alla vista di chi si è fermato ad assistere. Gli elicotteri ieri si sono riforniti dell'acqua del Liri che scorre in pieno centro storico (foto di Mike Di Ruscio).
Anche per Cesidio Casinelli la caccia quest'anno è saltata, basta guardare la montagna per capirlo. Un paesaggio lunare e spettrale ottimo per i fotografi.
Giovedì 15 settembre. L'incendio sulla montagna di Sora. La riunione del Comitato di gestione della azienda faunistica venatoria.
Una quindicina di punti accesi per tutta la notte, i mezzi aerei sono tornati dalle 7.20, due elicotteri stanno lavorando, un atto mai visto contro la montagna oltre 150 ettari di bosco colpiti dal fuoco e andati in fumo. La città di Sora ancora in lutto per la scomparsa di una parte della famiglia Cancelli subisce un'altra sciagura. Già giovedì scorso un principio d'incendio nella stessa zona bloccato subito dai vigili del fuoco. Tutta la zona A della azienda faunistica è scomparsa, in fumo, restano le altre zone.
Il fuoco ha fatto il giro della montagna ed è finito alle Compre. Interessati dagli incendi la valle Catenacci, i Trenta faggi. Non era mai successo una cosa del genere. "C'è una sfida" è stato detto ieri sera alla riunione del comitato di gestione dell'azienda faunistica e venatoria.
Si voleva dare un segnale forte contro questi attacchi alla montagna ma è passata una linea più morbida. Le associazioni dei cacciatori presenti in sala per non scontentare i tanti cacciatori che vanno sui nostri monti hanno proposto una sospensione temporanea dell'attività. Si dovrà fare prima una ricognizione sui luoghi del disatro per capire i danni che si stanno avendo. La caccia deve aprire domenica 18 settembre ad una sola specie, fino alla fine di settembre non si sparerà. Le associazioni presenti non hanno voluto fare di più, il sindaco voleva dare un segnale deciso invece hanno vinto i cacciatori. "Per non darla vinta a chi vuole male alla montagna di Sora e a Sora stessa" la tesi dei cacciatori presenti. La legge però vieta la caccia sui territori percorsi dalle fiamme per 10 anni.
Il fuoco non ha portato problemi soltanto alla flora ma pure la fauna ne sta risentendo e la chiusura della caccia è importante per dare respiro ai tanti animali presenti e che sono in aumento sulla montagna di Sora. E' tornato il capriolo, ci sono i cervi, i cinghiali. E' tornata la coturnice e i falchi trovano difficoltà durante questi incendi. Le proposte che sono arrivate dagli due ambientalisti, che sono sembrati troppo sbilanciati verso i cacciatori, dovevano insistere sulla chiusura della caccia, sono state di chiudere la strada fin dal rifugio Trombetta e di aumentare i controlli anche da parte degli stessi cacciatori.
I quattro veivoli stanno lavorando dalle 17.30 per spegnere l'incendio sulla montagna di Sora. Altre due ore di impegno duro e costante.
Sono tornati i quattro veivoli impegnati già dalle prime ore del pomeriggio per spegnere gli incendi sulla montagna di Sora. Un incendio ancora difficile da domare. Sui problemi della montagna e della caccia se ne discuterà questa sera, mercoledì 14 settembre, alle ore 20.00, presso la Sala Consiliare del Palazzo Comunale. Ci sarà "l’incontro del Comitato di Gestione dell’Azienda Faunistico-Venatoria. Ha convocato la riunione il Consigliere Delegato alle Politiche per la Caccia Antonio Farina. L’incontro si è reso necessario in vista dell’organizzazione della prossima apertura della stagione venatoria. L’obiettivo generale resta sempre lo stesso: contemperare l’equilibrio tra le rivendicazioni delle associazioni a carattere venatorio e le esigenze di carattere ecologico ed ambientale del territorio sorano".
Ma Angelo Corona, ex consigliere comunale, in procinto di tornare nella sala comunale da consigliere di opposizione a breve se l'attuale commissario dell'ente, Enzo Di Stefano resterà all'Ater, chiede di bloccare la caccia su tutta la montagna interessata dagli incendi.
Torna il fuoco sulla montagna di Sora.
Dal primo pomeriggio, verso le 13, i punti di fuoco sono stati più di uno e molti distanti tra loro sulla montagna di San Angelo. La zona è quella dei Passionisti. Dalle 14.30 sono arrivati due canadair, un elicottero. Ora alle 17 il fuoco ha preso il sopravvento una lingua di fuoco continua e molto alta sale verso l'alto, su mezza montagna, e sta tornando nella zona di San Giorgio. Interessata pure la zona di Val Francesca. I veivoli dei vigili del fuoco e della protezione civile al momento non sono più in azione perché stanno facendo rifornimento. Le operazioni di spegnimento ora si fanno più difficili perché c'è pure un vento forte che non aiuta, stava per piovere ma non pioverà più. Notizie danno altri due incendi nella nostra provincia. Uno a Montecassino e tra Alvito e Vicalvi.
L'Italia é un stupendo da sempre governato malissimo ,reso Paese di cementificazione selvaggia , fuochi e mondezze e i politici corrotti .Ma Paese pure di tanta brava gente che vorrebbe cambiare le cose.Purtroppo non la sta a sentire nessuno.Vincono i prepotenti.Un delirio costante ,incivile, caratterizza la vita pubblica del nostro Paese.
RispondiEliminaGovernarono e governeranno ancora i responsabili ,devastatori e menefreghisti ? ? Speriamo di no.A chi ama questo Paese,ed io lo amo,l'augurio di un Paese dalle dirigenze etiche,nel rispetto del sociale e ambientale..