Domenica scorsa "Avvenire" fa una pagina intera dedicata al Reddito Minimo Garantito. Il giornale dei vescovi non sembra tanto favorevole all'ipotesi in campo rilanciata dal governo. Dal titolo sembra contrario: "Reddito minimo. Le parti sociali non lo chiedono "Utile solo nella lotta alla povertà". Il sussidio che fu sperimentato già 10 anni fa ma poi abolito. Il giornale parla dei sindacati che non sono tanti favorevoli, sono perplessi e non vogliono sia confuso con gli ammortizzatori sociali. Mette per un paio di volte la posizione della CISL: "Siamo contrari sopratutto in questa fase" sottolinea il segretario generale aggiunto Giorgio Santini... Vanno riformati i nostri ammortizzatori sociali". Continua il giornale: "Diverso invece il discorso per la povertà estrema, sul quale la CISL apre". C'è poi la posizione delle associazioni e delle ACLI che propone una nuova social card che amplia "la platea dei beneficiari in un paio d'anni... L'ipotesi prevede un'erogazione di 129 euro affiancato da prestazioni di servizi alla persona". C'è poi nell'altro articolo quello che succede nelle altre nazioni. Si va dalle 20-30 euro al mese dell'Ungheria e Romania ai 1200 Euro della Danimarca, ma a Trento c'è già una sperimentazione che coinvolge 4000 famiglie con la Provincia autonoma di Trento che ha introdotto il "reddito di garanzia". Una pagina interessante e di approfondimento con tante le idee in campo. Da ieri, lunedì 9 gennaio, è partito il confronto con le parti in causa. Governo e parti sociali discuteranno su cosa fare. Tante le idee da impegnare, in Italia, in tanti potrebbero vivere in attesa di un lavoro anche con un minimo, con 250-300 Euro al mese, con un RMG differenziato. Bisogna farsi venire le idee.
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