Turbogas a Sora. "Eccoci alla data del 20 marzo (ore 15,30), data della prossima udienza in cui appaio come testimone (mio malgrado) per il processo contro tre dirigenti della Regione Lazio e uno della Burgo SpA per la mancata applicazione della procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale (V.I.A.) per l’impianto turbogas della Cartiera del Sole di Sora contestata dalla Procura di Cassino.
Spero che i documenti acquisiti aiutino molto il giudice ad inchiodare questi signori e altri ancora nel buio, alle proprie responsabilità. Come già preannunciato ai signori politici e tecnici provinciali al tempo della conferenza dei servizi per l’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.), è tempo ora di mostrare il proprio biglietto per essersi messi in prima fila su una questione così grave come è l’inquinamento atmosferico. Magari tornerete sulla prima pagina di tutti i giornali proprio come piace a voi. E questa volta magari non solo sui giornali locali ma anche su quelli nazionali, così sarete più contenti.
Intanto, da persona responsabile, vicina a mio modo ai lavoratori, impegnata nella difesa della salute pubblica dei cittadini sorani e non solo, non posso non prendere in considerazione i timori segnalatemi dalle maestranze e cittadini per eventuali rischi di ritorsione che l’azienda potrebbe attuare nei confronti dei propri lavoratori e delle loro famiglie. Perciò, nonostante non creda a questa ipotesi giacché stiamo parlando di una multinazionale che ragiona soltanto in termini di profitto, che ha tutto l’interesse a far funzionare 24 ore al giorno la turbogas per la corrente elettrica che produce e vende al gestore a prezzi più che remunerativi, non posso sottovalutare questa remota possibilità. Così, a titolo cautelativo, a difesa degli interessi degli operai e delle maestranze tutte che nella Cartiera del Sole – Burgo Group SpA lavorano, farò richiesta al giudice di porre sotto sequestro almeno 300 milioni in azioni della Burgo Group SpA, (1.994 milioni di euro di fatturato nel 2009) sequestro da mantenere fino a quando essa non metterà in sicurezza l’impianto in questione e da assegnarsi ai lavoratori nel caso di azioni di ritorsione estrema che l’azienda volesse attuare nei loro confronti. Anche la cassa integrazione verrà considerata come una azione di vile ritorsione contro i lavoratori Burgo.
A questo punto, non si può più tornare indietro ne fare finta che sia stato tutto un gioco. Siamo in tribunale per una causa penale che poteva essere evitata con un concordato e che ora so bene, potrebbe ritorcersi anche contro me stesso. Quello che si celebra non sarà un processo troppo lungo. Noi ambientalisti siamo ancora per il patteggiamento e per l’applicazione di soluzioni tecnologiche che mettano al sicuro la salute di circa 100.000 cittadini (donne, bambini, anziani, malati e altri) per oggi, domani e per i prossimi 50 anni.
Non vogliamo un reparto di oncologia pieno di malati. Lo preferiamo vuoto, senza malati. Perché i danni alla nostra salute potremmo iniziarli a pagare tra qualche anno. O l’azienda decide di investire ora quanto serve per mettere in sicurezza la popolazione locale, visto che dal funzionamento della turbogas e dalla vendita della sola energia elettrica essa ne trae profitto per centinaia di milioni ogni anno; o l’azienda decide di investire nella sicurezza ambientale e sulla prevenzione delle malattie indotte dall’inquinamento atmosferico prodotto e riversato sulla nostra gente (malattie cardiovascolari e respiratorie), oppure si potrebbe fermare la turbogas stessa. Si tratti di abuso edilizio o di attentato alla salute pubblica o di violazione del D.P.R. del 12 aprile 1996, quello che il giudice potrebbe ordinare è il fermo immediato dell’impianto a meno che… (suggeriamo noi) non si trovi una soluzione concordata prima della chiusura del procedimento in corso. E la soluzione sono i filtri Emx per la turbogas e la certificazione EMAS per la cartiera. Perchè, dopo questo procedimento se ne potrebbero aprire altri che anziché i singoli personaggi, andranno ad interessare la Burgo Group SpA e gli Enti amministrativi coinvolti in base al D.Lgs 121/2011. E allora… apriti cielo… non più stampa locale ma stampa nazionale ed internazionale. Non basteranno nemmeno 100 biciclette per farli pedalare tutti.
Invito perciò ancora l’azienda a comportarsi responsabilmente, a patteggiare una soluzione che salvaguardi la salute pubblica, degli operai e dei cittadini tutti, l’ambiente e l’occupazione, altrimenti dovranno vedersela non “con noi” ma con la giustizia “dura e pura”. Invito i politici regionali, provinciali e il sindaco di Sora ad adoperarsi per il raggiungimento di un tale accordo. Invito gli operai e le maestranze Burgo a farsi portatori di queste richieste e delle necessità di salute di tutta la popolazione interessata, oltre i propri interessi di fine mese. Intanto, chiediamo che il giudice acquisisca i dati del monitoraggio effettuato il mese scorso da ArpaLazio in piazza S. Restituta e che ponga sotto sequestro 300 milioni di azioni della Burgo Group SpA. Poi si vedrà".
* Sora 17 marzo 2012. Comunicato stampa a firma di Maurizio D’Andria.
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