Mons.
Antonio Lecce, Amm. Apost., ha incontrato il Papa
durante la "visita ad limina". Il Comunicato
Stampa di Gianni Fabrizio. Si fa rilevare l'importanza dell'intervista e della cronaca.
Con tutti i vescovi del Lazio. Mons. Antonio
Lecce: ”L’incontro con il Papa: un’emozione fortissima” In occasione della
visita “ad limina” insieme a mons. Gerardo Antonazzo.
La “visita ad
limina” rappresenta l’incontro che ogni cinque anni, i vescovi hanno con il Papa. Nei giorni scorsi è stata
la volta dei vescovi del Lazio. Vi ha pertanto preso parte anche mons. Antonio Lecce, Amministratore Diocesano
di Sora Aquino Pontecorvo. Insieme a lui, naturalmente, il vescovo eletto,
mons. Gerardo Antonazzo.
Un’esperienza così preziosa ed unica è stata “vissuta”
intensamente da mons. Antonio Lecce. In esclusiva gli abbiamo chiesto le sue
impressioni, facendoci dire con quale atteggiamento abbia “sentito” questo
incontro e con quale criterio lo ha “preparato” ed “affrontato”. “Il momento più atteso della visita “ad
limina”, ci ha detto, è stato quello
dell’incontro personale con il Santo Padre. È stato tanto più toccante quanto più sofferto.
Sì, perché la telefonata di mons. Gerardo Antonazzo, nel pomeriggio di venerdì
8 febbraio, che mi annunciava la sua
convocazione a Roma per l’udienza pontificia ai vescovi, mi aveva messo in
agitazione, ritenendo che sarei stato escluso dal numero dei partecipanti
all’incontro. L’agitazione è cresciuta quando al corpo di guardia, l’ufficiale di turno ha tirato fuori l’elenco
dal quale risultava il nome del Vescovo Eletto di Sora Aquino Pontecorvo, mons.
Gerardo Antonazzo e non quello dell’Amministratore Diocesano. Comunque siamo
saliti, mons. Gerardo Antonazzo ed io,agli appartamenti pontifici; anzi siamo
andati in quattro, compresi i due diaconi Giuseppe e Lorenzo, che ho voluto
come accompagnatori. Non ho gustato per niente la stupefacente bellezza delle
sale vaticane, perché avevo il chiodo fisso che mi tormentava: “ora mi mandano
via”,pensavo; ma così non è stato; anzi ci hanno ammessi tutti e quattro e i
due diaconi sono stati presentati a Benedetto XVI. Ed abbiamo chiesto una benedizione per la loro
prossima ordinazione sacerdotale. Sono stato ammesso al saluto del Papa subito
dopo mons.Gerardo Antonazzo ed ero così emozionato che sono riuscito solo a
ripetere che ero l’Amministratore Diocesano di Sora Aquino Pontecorvo.Il Papa
ha sorriso al nome Aquino e poi ha detto:”Ma non ci sono stati troppi
cambiamenti in Diocesi?”. “Sì, ho risposto, dopo due anni e mezzo è stato
trasferito mons. Filippo Iannone a Roma ed ora Vostra Santità ha nominato un
nuovo Vescovo e di questo La ringraziamo”. Son seguite le foto a tre e a cinque
con i due diaconi. A questo punto tutti
gli accompagnatori sono andati via. Io ho finto di non vedere il cenno del
“compartecipante” a seguirli e mi sono accomodato nella penultima poltrona alla
sinistra del Papa, proprio di fronte a mons. Gerardo Antonazzo”.”Cosa è
accaduto in seguito?”, gli domando.“Il
papa ha voluto ascoltare uno per uno i vescovi, interessandosi ai vari problemi
che venivano posti, e poneva domande. I problemi sono quelli di tutta la
Chiesa, con le accentuazioni dovute alla configurazione del Lazio: i giovani,
la disoccupazione, l’indignazione delle popolazioni per la corruzione, la
difficoltà della trasmissione della fede alle nuove generazioni, la fiducia
delle nostre popolazioni nei sacerdoti e nella chiesa radicata profondamente
attraverso le parrocchie nella vita sociale, la preoccupazione per le vocazioni
e per i seminari, la gioia per le ordinazioni sacerdotali, l’accompagnamento
delle famiglie, l’iniziazione cristiana, la catechesi”.Gli chiedo se è
stato possibile parlare specificatamente della nostra Diocesi.“Sì,é giunto il turno di Sora e mons. Gerardo
Antonazzo ha soltanto riferito il nome della Diocesi. Poi ha gentilmente passato
a me la parola. Con grande semplicità e vincendo la forte emozione, ho esposto
la configurazione geografica con la grande distanza tra le parrocchie
dell’Abruzzo e quelle che arrivano alle porte di Cassino, i piccoli centri
delle tre Valli, di Roveto, di Comino e del Liri e le comunità più consistenti
del Sud, le difficoltà economiche, la prossimità della Chiesa ai poveri,
l’impegno per la catechesi, la difficoltà della pastorale vocazionale e
l’invecchiamento del clero, l’attenzione agli itinerari di preparazione al
matrimonio e l’accompagnamento delle famiglie nella vita cristiana. Il Papa si
è interessato particolarmente del punto di forza che sono la pietà e le
tradizioni popolari, incoraggiando all’animazione con la formazione e la purificazione attraverso la Parola e i Sacramenti. C’è stato anche un
rapidissimo cenno ai movimenti, associazioni e confraternite. Dopo aver
ascoltato tutti, il Santo Padre ha ripreso la parola, dichiarandosi dispiaciuto
per non poter dedicare più tempo all’incontro perché impegnato con l’udienza
degli aderenti al Sovrano Militare Ordine di Malta. Facendo riferimento al
motto dello SMOM: “ Tuitio Fidei et Obsequium
Pauperum (Testimonianza della
fede e aiuto ai poveri), ha esortato i Vescovi a spendersi per il
rinnovamento della fede e della carità, la finalità per cui si sta celebrando
l’Anno della Fede”.”Il tempo, don Antonio, gli ho fatto presente ,come scorreva? “E’ trascorsa esattamente un’ora, dalle 11
alle 12, e con la foto di gruppo e un nuovo saluto col bacio dell’anello del
Papa si è concluso l’incontro, che rimarrà impresso per sempre nel mio cuore. Solo
uscendo, finalmente, ho potuto dare uno sguardo ai capolavori d’arte che scorrevano
sopra i nostri occhi”.Ma prima dell’incontro con il papa, quali sono stati
gli impegni previsti dalla visita “ad limina”?“L’emozione dell’incontro con il Papa ha fatto quasi passare in secondo
piano gli altri appuntamenti della visita, che pure sono risultati importanti
per la vita della Chiesa locale. Non sono stato tenuto a presentare la
relazione dettagliata dello stato della Diocesi, ma ho partecipato ugualmente
con tutti i Vescovi agli incontri con le Congregazioni e i Dicasteri della
Curia Romana nei giorni 7 e 8 febbraio. In particolare giovedì 7, siamo stati
sottoposti ad un “tour de force” tra la Congregazione per la Dottrina della
Fede, quella per gli Istituti di vita consacrata e società di vita apostolica,
il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, il Pontificio Consiglio
per i Laici e la Congregazione per il Clero. Venerdì 8, c’è stato soltanto
l’incontro con la Congregazione per i Vescovi, preceduto dalla S. Messa nelle
Grotte Vaticane sulla Tomba di S. Pietro. L’omelia del Card. Vallini si è
soffermata sulla triplice richiesta di amore che Gesù fa a Pietro e sulla
risposta: l’ufficio di pascere il gregge dipende dall’amore a Cristo”. Questa
visita ”ad limina” confermerà ed incoraggerà nel perseguire gli obiettivi
essenziali della comunità ecclesiale della Chiesa che è in Sora Aquino
Pontecorvo, chiamata ancora a rimotivare
la fede e a suscitare la speranza nel
futuro “in fines terrae”. (Foto da: www.tuttosuo.blogspot.com)
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