Il giornalista e
scrittore Magdi Cristiano Allam, ex fedele dell’Islam neobattezzato
in una recente notte di Natale in S. Pietro con grande apparato TV, è
restato con pochi altri quali Cicchitto,
Gasparri e Calderoli, a criticare il grande evento della ‘missione’ di PAPA FRANCESCO a Lampedusa.
L’intera omelia pronunciata nell’Isola l’8 luglio rappresenta uno straordinario messaggio evangelico da meditare come l’autentico Verbo di Cristo comunicato agli uomini del nostro tempo.
Ma
consideriamo solo alcuni forti accenti. Siamo vittime spesso
inconsapevoli della ‘cultura del benessere…
catturati ciascuno in bolle di sapone, che sono belle ma sono nulla!
… E siamo tutti vittime della globalizzazione
dell’indifferenza’. Pertanto
l’egoismo individualista gaudente e perbenista ci impedisce ormai
di riconoscere e condividere il dolore e la sofferenza, che
incontriamo nella nostra esistenza quotidiana e che la TV e la stampa
ci mostrano insistentemente. Così non percepiamo ormai più le
orribili stragi dei naufragi e dei ‘respingimenti
‘ in mare nel Canale di Sicilia. Non
sappiamo più piangere e rattristarci nella ‘ compassione
‘ per il prossimo, tanto ricorrente nelle
pagine evangeliche. Mi colpisce altresì il saluto ai fedeli
dell’Islam che celebrano il Ramadan e l’augurio che ‘ … sia
ricco di tanti frutti spirituali ‘. E,
infine, l’alto riconoscimento che ‘
Lampedusa è un faro!’. Per ‘
l’accoglienza e la tenerezza ‘, che ha saputo esprimere: un
valore della nostra antica cultura etica dell’umanesimo cristiano,
che l’autentica e perenne virtù della umile gente italica è
riuscita ancora a custodire e testimoniare davanti al mondo.
Peraltro tanto miseramente travolto e calpestato dalla vicenda
politica della cattura e dell’estradizione poliziesca di Alma e
della figlioletta Alua Ablyazov .Gasparri e Calderoli, a criticare il grande evento della ‘missione’ di PAPA FRANCESCO a Lampedusa.
L’intera omelia pronunciata nell’Isola l’8 luglio rappresenta uno straordinario messaggio evangelico da meditare come l’autentico Verbo di Cristo comunicato agli uomini del nostro tempo.
La comunicazione di
Papa Bergoglio assume efficacia e chiarezza per il suo stile sobrio,
essenziale nella durata temporale e nell’uso delle parole,
colloquiale, centrato non tanto sulla dottrina teologica e
scritturale – dove c’è teologia non c’è
teofania (?!) -, ma su Dio e sulla condizione
di disagio e sofferenza degli uomini di oggi nell’orizzonte
globalizzato. Dove, anche, ormai va cercato il nostro prossimo. Si
auspica che il modello comunicativo del Papa trovi tanti imitatori
nelle ‘prediche’ domenicali.
Il messaggio del Papa
ci (mi) interpella come laici cristiani nella Chiesa locale e
universale. E ci (mi) sollecita a impegni di vita e comportamenti più
orientati alle sue esortazioni. Prima di tutto l’attenzione più
assidua e concreta – accoglienza e tenerezza
– per le tante persone – vicini parenti
amici ed emigranti extracomunitari - in disagio, sofferenza,
emarginazione nel tentativo di dare amicizia, conforto, speranza. Con
parole e gesti significativi. Cercando di non rimanere avviluppati
nella ‘bolla’ dell’autosufficienza e dell’anestesia del
cuore. Potrà pertanto essere salutare e proficuo individuare ed
eliminare il ‘superfluo e gli sprechi’
nell’esistenza quotidiana, praticando un consumismo moderato.
E, infine, dedicare letture e informazioni a
culture e religioni diverse; e per i popoli e i paesi della fame ,
della guerra, delle oppressioni violente. Per cercare di avere
consapevolezza più completa del mondo in cui viviamo.
* 20
Luglio 2013 Egidio Paolucci. La foto è di www.polisblog.it
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