La direzione artistica di Guglielmo Bartoli. In piazza S. Restituta l’autobus (Menarini) del teatro per tre giorni a disposizione dei visitatori durante la “festa degli artisti di strada” dedicata quest’anno ad un sorano illustre.
Antonio Valente, “architetto del cinema e della costruzione dell’artificio”, scomparso trentotto anni fa. Valente anche scenografo e costumista, “uno dei primi nomi dell’avanguardia teatrale nel periodo futurista”, grande creativo che portò il teatro dove non c’era con la “geniale invenzione dei Carri di Tespi”, come ha scritto Bruna Broccoli. I teatri mobili ottenuti attraverso un lavoro innovativo ed originale. Tre serate di arte e spettacolo nel centro storico dedicate al cinema e anche alla cucina, rovinate un pò dalla pioggia.
di Francesco Carlenzi
Né
il cibo, né le immagini proiettate fanno da sfondo allo stare insieme…la cena
diventa il “film” da consumare dopo che lo si è preparato insieme, il film
inteso non solo in termini di proiezioni ma anche in termini di
relazioni…finzione e realtà sconfinano: i tanti scambi di parole mentre si
collabora a cucinare o a disegnare diventano il sonoro del film e, più che le
immagini proiettate alla fine della giornata di lavoro, è la tavola imbandita
con gli autori del film ad essere scenario principale.
Secondo una concezione olistica, la mente è
capace di cogliere i tanti aspetti della realtà contemporaneamente, quindi
osservando un acquario potremo dire tutto quello che c’è all’interno dopo
un’occhiata, se solo la nostra mente non fosse portata a focalizzarsi su dei
particolari. Possiamo dire così che è il nostro modus vivendi “frantumato”
(correndo da una parte all’altra, smozzicando un panino, assaggiando un
discorso e passando subito ad un altro, etc) che forma anche la nostra mente
propensa così a concentrarsi su un aspetto della realtà dimenticando il resto o
astraendosi, senza gustare il momento. La nostra percezione della realtà è così
frantumata come anche le relazioni. Il cucinema, invece, parte proprio dal
presupposto che tutto è importante. Non è il prodotto finale che si deve
raggiungere a tutti i costi a farci perdere l’importanza della costruzione di
qualcosa insieme. Anzi è proprio la preparazione, l’atto di cucinare qualcosa
(film, suono, cibo) ad essere più rilevante…Sottolineare l’importanza della
preparazione dà un sapore diverso alla vita: il momento in cui si prepara è
momento indispensabile per prendere parte con più gusto alla consumazione.
Il cucinema é un progetto tra arte cucina e vita, che nasce circa nel 2003 al T_nello di Genzano, portato avanti da un gruppo di amici che più propriamente si può definire a geometria variabile. L'idea nasce da un ricettacolo elaborato per salvare alcune ricette tipiche dei Castelli Romani e in particolar modo di Genzano. La passione comune per il cinema e la possibilità di vivere e sperimentare insieme forme diverse di comunicazione ha portato all'esperienza cucinema.
Il cucinema ha avuto luogo già a Genzano, Bruxelles, Listz e quest’anno a Bilbao nell’ambito del Festival Periferiak 2007 che si è svolto dal 24 al 30 giugno. Al cucinema si sono preparati quattro tavoli: in uno è stata estesa a spirale una pellicola di 16 mm che i partecipanti hanno colorato, graffiato, e disegnato con molta pazienza, divertimento e concentrazione, apponendovi anche nella parte sottostante la banda del sonoro. Al secondo tavolo c’erano alimenti per cucinare: i partecipanti lavoravano manualmente ad una ad una le striscioline di pasta per fare gli strozzapreti (da non confondere con i napoletani strangulapriévete): tipo di pastasciutta caratteristica dell'Italia, in particolare della Romagna e che nasce come pasta povera, fatta in casa, che usa ingredienti semplici ma che richiede una discreta manualità per la sua lavorazione. Al terzo tavolo c’era la possibilità di registrare suoni fatti con strumenti creati al momento, e che sono andati a sovrapporsi alla banda sonora dello stesso film. In genere, per creare strumenti, si sono utilizzati materiali riciclati. Anche le voci, il rumore dei pennarelli sulla pellicola, o altri suoni e rumori che nascevano mentre si svolgevano le attività del cucinema sono stati registrati e inseriti nella proiezione del film.
Il registrare ciò che accade esplicita l’intento di recuperare il vissuto-vivente… solo così la creazione artistica non risulta morta-non vissuta perché “L’arte è spontanea” come dice W. Kandinsky ne “Lo spirituale nell’arte”. Infine al quarto tavolo i partecipanti hanno realizzato delle diapositive usando colori, colla ed anche pezzettini di cibo tagliati sottili (carote, zucchine, cipolle) di cui, una volta inseriti nel proiettore, si poteva vedere la struttura interna. Le diapositive realizzate con colla e pezzettini di cibo poi si trasformavano…
La trasformazione è un altro aspetto fondante il cucinema. Il cibo e il film si trasformano durante la loro preparazione e poi durante la loro fruizione, molti “prodotti” visuali e gastronomici fatti da altri non sono invece resi digeribili alla sensibilità ed allo stomaco! La trasformazione avviene anche tra le persone. L’identità…ogni cosa che entra in rapporto con un'altra cambia…i confini geografici della mente si ampliano senza bisogno di conquiste: si appartiene a se stessi come si appartiene agli altri, in superficie…l’identità è superficiale e ciò che lega è in realtà un “fatto d’olfatto”.
Solamente alla fine di una giornata di lavoro collettivo con la proiezione del film e la consumazione rituale del pasto i partecipanti hanno potuto vedere l’opera intera.
Questi laboratori sono pensati sempre per il pubblico che partecipa attivamente ed é esso stesso il cucinema, non esiste né età né numero limitato di partecipanti e per tutti il cucinema è un momento di festa! Hanno organizzato e partecipato al cucinema Alex Mendizabal, Marcello Liberato, Stefano DeAngelis, Gabriele Serini, Cristina Mariottini, Marco Ieie, Chris Blazen, Gianmarco Serra, Sofia Garelli, Lorenzo Lustri, Caterina Rosolino.
Il cucinema é un progetto tra arte cucina e vita, che nasce circa nel 2003 al T_nello di Genzano, portato avanti da un gruppo di amici che più propriamente si può definire a geometria variabile. L'idea nasce da un ricettacolo elaborato per salvare alcune ricette tipiche dei Castelli Romani e in particolar modo di Genzano. La passione comune per il cinema e la possibilità di vivere e sperimentare insieme forme diverse di comunicazione ha portato all'esperienza cucinema.
Il cucinema ha avuto luogo già a Genzano, Bruxelles, Listz e quest’anno a Bilbao nell’ambito del Festival Periferiak 2007 che si è svolto dal 24 al 30 giugno. Al cucinema si sono preparati quattro tavoli: in uno è stata estesa a spirale una pellicola di 16 mm che i partecipanti hanno colorato, graffiato, e disegnato con molta pazienza, divertimento e concentrazione, apponendovi anche nella parte sottostante la banda del sonoro. Al secondo tavolo c’erano alimenti per cucinare: i partecipanti lavoravano manualmente ad una ad una le striscioline di pasta per fare gli strozzapreti (da non confondere con i napoletani strangulapriévete): tipo di pastasciutta caratteristica dell'Italia, in particolare della Romagna e che nasce come pasta povera, fatta in casa, che usa ingredienti semplici ma che richiede una discreta manualità per la sua lavorazione. Al terzo tavolo c’era la possibilità di registrare suoni fatti con strumenti creati al momento, e che sono andati a sovrapporsi alla banda sonora dello stesso film. In genere, per creare strumenti, si sono utilizzati materiali riciclati. Anche le voci, il rumore dei pennarelli sulla pellicola, o altri suoni e rumori che nascevano mentre si svolgevano le attività del cucinema sono stati registrati e inseriti nella proiezione del film.
Il registrare ciò che accade esplicita l’intento di recuperare il vissuto-vivente… solo così la creazione artistica non risulta morta-non vissuta perché “L’arte è spontanea” come dice W. Kandinsky ne “Lo spirituale nell’arte”. Infine al quarto tavolo i partecipanti hanno realizzato delle diapositive usando colori, colla ed anche pezzettini di cibo tagliati sottili (carote, zucchine, cipolle) di cui, una volta inseriti nel proiettore, si poteva vedere la struttura interna. Le diapositive realizzate con colla e pezzettini di cibo poi si trasformavano…
La trasformazione è un altro aspetto fondante il cucinema. Il cibo e il film si trasformano durante la loro preparazione e poi durante la loro fruizione, molti “prodotti” visuali e gastronomici fatti da altri non sono invece resi digeribili alla sensibilità ed allo stomaco! La trasformazione avviene anche tra le persone. L’identità…ogni cosa che entra in rapporto con un'altra cambia…i confini geografici della mente si ampliano senza bisogno di conquiste: si appartiene a se stessi come si appartiene agli altri, in superficie…l’identità è superficiale e ciò che lega è in realtà un “fatto d’olfatto”.
Solamente alla fine di una giornata di lavoro collettivo con la proiezione del film e la consumazione rituale del pasto i partecipanti hanno potuto vedere l’opera intera.
Questi laboratori sono pensati sempre per il pubblico che partecipa attivamente ed é esso stesso il cucinema, non esiste né età né numero limitato di partecipanti e per tutti il cucinema è un momento di festa! Hanno organizzato e partecipato al cucinema Alex Mendizabal, Marcello Liberato, Stefano DeAngelis, Gabriele Serini, Cristina Mariottini, Marco Ieie, Chris Blazen, Gianmarco Serra, Sofia Garelli, Lorenzo Lustri, Caterina Rosolino.
Cinema/cucina nella stragrande maggior parte dei casi non più
tali, perché non soltanto rimpiazzati ma ibridati dagli attuali in quanto
immediati Digitale/Precotto. Questi intesi esclusivamente come prodotto, in cui i più svariati audio-video effetti speciali o i pratici e
luccicanti bocconi rendono inimmaginabile godere di proprie chimiche non
eroiche immagini o nutrirsi diversamente col riempire un carrello della spesa.
Digitale/Precotto i quali annoverano tra le loro schiere promoconsumatori
d’ogni sorta: rappresentanti, agenti, piazzisti, speculatori, mercanti,
frequentatori, clienti. A costoro sempre al passo coi tempi, ai quali ben si
addice un impiego nella spensierata catena di montaggio, auguro di soddisfare ogni bisogno con
astronautiche pillole d’ottusità comode e veloci da ingerire, in modo tale che
col tempo guadagnato possano così, andare a farsi fottere. Pellicola-Cibo
elementi primi, trasformati e modificati per essere poi fruiti. Ciò attuato da
fattori accomunabili quali Luce-Calore in grado di alterarne la struttura e la
conformazione; impressionando/attraversando l’uno e cuocendo l’altro.
Moviola-Padellame attraverso i quali è possibile contenere gli alterabili elementi primi,
combinandoli e selezionandoli. Cineoperatore-Cuoco capace di dosare tali
elementi scegliendone quantità e tempi, portando a tavola come al cinema
sensazioni recepite tramite la vista, l’udito, l’olfatto ed il gusto.
CIRCUS FOLIES: Lei argentina della Patagonia è un'ottima equilibrista una
pregevole giocoliera tanto bella quanto brava, lui italiano di Roma è un
giocoliere eccentrico un buon presentatore dalla parlantina veloce e dalla
presenza smagliante. Il risultato della loro unione è un concentrato di
simpatia, tecnica, eleganza, e stile. La semplicità e la grazia con cui
svolgono i loro virtuosismi sempre a tempo di musica, la splendida relazione
tra i due personaggi, che non dimenticano mai di onorare il proprio pubblico,
sono i tratti distintivi di quest'effervescente coppia. "Circus
Follies" è un omaggio al circo e alla destrezza, che ne è sempre stata una
caratteristica.
PELLICOLA
La pellicola scende
nello stomaco aggredita
da succhi gastrici
dilaniate le figure da graffianti
linee-cancellate memorie.
Scende la pellicola, precipizio,
baratro di lontane coscienze appese al
nulla. Scende la pellicola
per distruggere la fine,
per ascendere all’inizio
di ogni percezione si disfa per
farsi guardare
si scioglie la materia sottile impressa
(carote, zucchine, cipolle…).
Spellano volti i colori,
armonizzano una prospettiva
racchiusa in un chissacché.
Corpi delineati in fondo
Anime macchiate in superficie
……un discorso…….
………vale l’altro……..
Binari nari_
Odori scolorati
La pellicola scende
nello stomaco aggredita
da succhi gastrici
dilaniate le figure da graffianti
linee-cancellate memorie.
Scende la pellicola, precipizio,
baratro di lontane coscienze appese al
nulla. Scende la pellicola
per distruggere la fine,
per ascendere all’inizio
di ogni percezione si disfa per
farsi guardare
si scioglie la materia sottile impressa
(carote, zucchine, cipolle…).
Spellano volti i colori,
armonizzano una prospettiva
racchiusa in un chissacché.
Corpi delineati in fondo
Anime macchiate in superficie
……un discorso…….
………vale l’altro……..
Binari nari_
Odori scolorati
O bien como construir con las sombras : fabulas, cancionitas para ninos y acertijos.
En las froles magicas se desarrolla un trabajo manual con la finalina de descubrir una tecnica espresiva que tiene origen muy antiguas y que el hombre practica desde el alba de los tiempos.
Este taller, fuera de ser un
viaje magico entre rapresentaciones de sombras chinos y de el pre-cinema en
general, es una ocasion para el trabajo colectivo de padres y hijos juntos.
Ademas, por medio de la
construcìon de un espectaculo, gracias a mucca relaciones entre el teatro, la
pintura, el debujo y el arte kinetica en general, los sonidos y la utilizacion
de la voz, los chicos con sus padres son ayudados a sugerencias utiles a la
education de las imagenes…es como una pequena semilla.
- taller de sombras -
1_ en la primera
partese introducen los chicos y los padres a las origenes de los espectaculos
de sombras chinos, una parentesis sobre de los instrumentos de el pre cinema,
la esplicacion y el funcionamiento.
Luogo se empieza a construir las fabulas, las cancionitas para ninos y
el acertijos, repartiendo las personas en grupos de trabajo de 6/8.
2_ en la segunda
fase està la fabricacion de los personaje de las istoria con la utilizacion de
varios materiales [papel plastico transparentes y coloratos, carton, baston de
madera para cocinar, etc..]
y eventual articolacion y movimientos de las siluetas.
3_ en la tercera
fase [final] està la rapresentacion de los espectaculos, echo desde todos los
partecipantes.
_ el numero de los partecipantes de un taller puede ser de 25/30 personas entre ninos y padres.
_ el numero de los partecipantes de un taller puede ser de 25/30 personas entre ninos y padres.
_ los talleres son de 4 horas
[mas o meno] y se repete [eventualmente] dos vezes en el mismo dia [uno la
manana a las 09.00 y uno en la tarde a
las 16.00]. entonces pueden partecipar como 50 personas entre ninos y padres.
Seria bueno apuntarse antes.
_ el espacio tiene que ser un
interno donde se puede manipolar la luz de el ambiente.
_ los espectaculos seran
echos detras de un panel de tela retroiluminado desde un proiector de
diapositivas.
- material -
- 6 mesas de 2x1mt. Para
trabajar por lo meno en 8 peronas.
- 40 folios de carton de papeleria
negros 50x70cm.
- 20 folios de plastico
transparentes [A3 o A4]
- 20 folios de plastico
transp. Varios colores [para hacer luz de color]
- papel transparentes de
debujo tecnico [2 rollos grandes]
- 10 pacos de papel de horno.
- alluminio [5 rollos]
- baston de cocina para tener
las siluetas [10 pacos]
- scotch de papel [20]
- scotch transparentes [20]
- Tijeras [30]
- reglas de 1mt. [10]
- lapis [30]
- lumocolor punta grande
[indelebili] varios colores
- tarros de colores acrilicos
: 4 negro, 2 azul, 2 amarillo, 2 rojo
- espero [2]
- 2 telas [cortinas] negra de
poner a lado de la pantalla
- la pantalla tiene que ser
de una tela semitransparente [lycra?]
entre un telaio de madera de 1,60x1,20mt.
Le Tàkiti
Le Tàkiti sono una compagnia nata in
Italia nel 2008, dall'incontro tra Ombretta Di Simone e Cristina Calderini.
Nel corso dell'anno 2009-10, la Compagnia ha creato un nuovo spettacolo, Come se Fosse, presso l'Espace Catastrophe (Belgio).
Le due protagoniste, raccontano una storia attraverso immagini surreali e strabilianti acrobazie di trapezio doppio.
Nel corso dell'anno 2009-10, la Compagnia ha creato un nuovo spettacolo, Come se Fosse, presso l'Espace Catastrophe (Belgio).
Le due protagoniste, raccontano una storia attraverso immagini surreali e strabilianti acrobazie di trapezio doppio.
La compagnia teatrale Girovago e Rondella nasce nel 1987; dopo varie esperienze di mimo, musica e arti applicate Girovago e Rondella si incontrano nell'isola di Rodi dando vita così alla coppia itinerante; girando tra le isole greche e le coste turche, nell'arco di sette anni si trasformano in Girovago e Rondella family theater grazie alla nascita di Rugiada,Timoteo e Tommaso, i quali, ritrovatisi in una famiglia di girovaghi teatranti, si cercano 'naturalmente' un ruolo nel gruppo; dotati artisticamente, seguono, crescendo, l’avventura della compagnia, una delle poche “famiglie d’arte” rimaste in Italia, un omaggio vivente alla tradizione nomade circense.
Il Circo Poetico: Lo spettacolo è la
parodia del circo ecologico, con animali di gommapiuma e marionette di
cartapesta e legno. Con la velocità dei cambiamenti e con i colori i Girovago
e Rondella family theater ricreano la magica atmosfera circense; con
innumerevoli trovate si trasformano da cavalli in cavalieri, da leoni in
domatori, da coccodrilli in incantatori di serpenti. E’ un teatro di figura
surreale, popolare; la storia è un susseguirsi di entrate in stile circense
in cui non mancano giocolieri, acrobati, monocicli e trampoli, il tutto
accompagnato dalla musica di diversi strumenti musicali suonati insieme, dal
vivo, da un’unica persona. Il Circo Poetico è uno spettacolo nuovo ed originale che affonda le
radici nella più nobile tradizione del teatro dell'arte, e ricrea quella
magica atmosfera delle feste della nostra infanzia che sembrava, ormai come
tante altre cose, scomparsa per sempre. Lo spettacolo è nato nell'isola di
Rodi (Grecia) circa 20 anni fa e ancora oggi, dopo migliaia di chilometri, ne
conserva i colori.
Regia, costumi, scenografie, marionette, musica di Marco Grignani e Federica Lacomba.
Mano Viva: è un
burattino ...a cinque dita... un’interpretazione minimalista del teatro di
figura, un altro universo in cui sono le mani che raccontano, senza parole...
E’ uno spettacolo da strada molto delicato in cui Girovago e Rondella
utilizzano le mani per creare i burattini: sul dito medio inseriscono la
testa, l’indice e l’anulare rappresentano le braccia, mentre pollice e
mignolo fanno da gambe. Due mani, una coppia di strani, minuscoli esseri in
carne ed ossa che si muovono con destrezza in una piccolissima pista da
circo, esibendosi in numeri di giocoleria e acrobatica, accompagnati da
musica dal vivo, chitarra e percussioni. Lui non è solo giocoliere, ma anche
one man band e mangiafuoco, lei funambola e acrobata ma anche tenera
innamorata. Le luci della ribalta si accendono e tutti si trovano immersi in
un fantastico mondo in miniatura dove tutto è possibile e reale. Il
personaggio Mano Viva, nato da un brevetto di Girovago e Rondella, viene
utilizzato anche negli ospedali e nelle scuole come terapia didattica
motoria. Regia, costumi, scenografie, marionette, musica di Marco Grignani e Federica
Lacomba.
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