2.10.13

TRASTEVERE E VIVA GLI SPOSI

IL CINEMA ITALIANO DEGLI ANNI ’70 TRASTEVERE (1971 FAUSTO TOZZI) CON NINO MANFREDI E VITTORIO DE SICA 

Fausto Tozzi, già sceneggiatore ed attore, nel 1971 dirige il suo primo film in cui, nel nutrito cast, recitano anche Nino Manfredi (Carmelo Marzullo) e Vittorio De Sica (Enrico Formichi). Il film si intitola “Trastevere”, da cui Manfredi ha tratto l’omonima canzone presente all’inizio.
La trama del film vede un cane, appartenente ad un cantante lirico che, con fare sospetto, si agira per il quartiere di Trastevere dove incontra strani personaggi: la vecchietta che viene costretta dalla famiglia di contrabbandieri a consegnarsi alla polizia: ex-agente che viene denunciato dalla giovane Nadia perché innamorata di una drogata “falsa indiana” di Abbiategrasso; un uomo sfruttatore di donne; un intellettuale che costringe la moglie ad andare a letto con un garzone di macellaio; un “hippy” omosessuale che a seguito di una relazione con un anziano andata male, si suicida gettandosi dal fiume vicino al Gianicolo e, dulcis in fundo, l’anziana strozzina Regina la quale, dopo aver organizzato un pellegrinaggio alla Madonna del Divino Amore cui mostra la devozione, mentre sta consumando insieme ad altri pellegrini un pasto in osteria, viene colta da un malore e muore. Il regista del film frequentava Manfredi sin dagli anni giovanili e universitari e lo stesso anno prese parte al film “Per grazia ricevuta” nel ruolo del chirurgo che opera il protagonista Benedetto Parisi (Manfredi stesso). In “Trastevere” Manfredi è l’artista fallito che frequenta contemporaneamente due donne che sono la “falsa indiana” e la giovane (Rosanna Schiaffino e Ottavia Piccolo) mentre Vittorio De Sica è un signore dell’alta borghesia che si intrattiene con i clienti di un bar nello stesso quartiere. Su l’Espresso Milano 25.11.1971, Oreste del Buono ha scritto la seguente recensione: “Trastevere arriva molto in ritardo in romanesche rie. La squalifica dovrebbe essere più che sicura. Rivolgendosi, infine, a Nino Manfredi afferma: Caro Nino, ti prego di non irritarti, ma perché accetti di girare film del genere? Tu sei al solito apprezzabile. Il tuo rischia di essere collaborazionismo a una causa ingiusta. E non è solo una mia opinione.


1) Aldo Bernardini Nino Manfredi Gremese Editore 1979 Pag. 159.  

NINO MANFREDI SCRITTORE VIVA GLI SPOSI

Nel 1984, presso l’editore Rizzoli, è uscita la prima edizione del romanzo scritto da Nino Manfredi “Viva gli sposi” il cui sottotitolo è “Appunti di vita coniugale”. Come ci dice nel capitolo introduttivo “Vorrei chiarire una cosa”, non è, ne un romanzo, ne un copione cinematografico. Alla apparenza potrebbe essere eletto come se si trattasse di un copione filmico ed ha come tema principale quello dei valori familiari a seguito del matrimonio e nasce dalla realtà dello stesso autore in quando scritto in un periodo nel quale nessuno dei tre figli era ancora sposato. Opera in parte autobiografica, il libro vuole analizzare la storia della famiglia italiana attraverso tre generazioni. Si inizia dai primi del Novecento, quando le donne si sposavano anche per procura. Manfredi, nello scrivere questo libro, si è documentato andando ad intervistare la gente dei vari paesi, mettendone in risalto pregi e difetti, come lo si desume leggendo il capitolo “La bugia è una arte”, nato da una personale inchiesta in cui, andando ad intervistare alcune signore, ha chiesto loro cosa pensavano del matrimonio, ovvero se è una bugia oppure no e loro hanno replicato che esso è un bene, allora serve a tenere unito il nucleo familiare. Il libro è un elogio al genere femminile e una dedica alla moglie Erminia di cui racconta nel secondo capitolo. I coniugi Manfredi si incontrarono trent’anni prima della pubblicazione del libro, sul set del film diretto da Mauro Bolognini “Gli innamorati”. Il loro matrimonio avvenne qualche mese dopo presso la chiesa romana di San Giovanni a Porta Latina. Come un fotografo, l’attore descrive gli essere umani che ha contattato per la stesura dell’opera, in seguito rappresentato in teatro. Manfredi ha scritto anche altre tre opere che sono, nell’ordine: “Proverbi e altre cose romanesche”, (1983 Edizioni Quart Musumeci); “La vera alimentazione mediterranea” del 1985 ed infine la sua autobiografia del 1993 edita da Mondadori e scritta a quattro mani assieme ad Antonio Cocchia “Nudo d’attore”.   

* Veroli 2 ottobre 2013. Gabriele Mattacola.

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