In merito al furto sacrilego perpetrato nella chiesa di S. Restituta, Gianni Fabrizio trasmette la dichiarazione del parroco, mons. Bruno Antonellis
L’appello
di mons. Bruno Antonellis:”Caro amico riconsegna gli oggetti sacri”
«Caro
amico, ascolta la tua coscienza. Non voglio chiamarti ladro, perché
desidero fortemente immaginare che ti ha portato ad appropriarti di
questi oggetti sacri d’argento antico: la navicella, il secchiello
dell’acqua santa e l’incensiere, solo una tua forte passione per
l’antiquariato, oppure, mi forse, una tua particolare devozione
religiosa. Anche da parte dei sorani, devoti di S. Restituta, ti
chiedo, con una forte preghiera, di riconsegnare quanto, solo
provvisoriamente, hai trasferito in altri luoghi, perché questi
oggetti possano tornare ad esprimere gesti di venerazione alla
Martire, patrona della nostra Città. La Chiesa è sempre aperta.
Trova tu, anonimamente, il luogo, il modo ed il tempo per la
restituzione. Diverrebbe un atto di coscienza, di dignità e di
coraggio. Io continuerò a pregare per te». È l’appello al ladro,
o ai ladri, lanciato da mons. Bruno Antonellis, dopo la scoperta del
furto sacrilego. Tre oggetti sacri, spariti nel nulla, nel giro di
quindici giorni. Un furto a tappe. È amareggiato don Bruno, con un
misto di offesa e di delusione. Gli
oggetti, con un proprio valore artistico e di antiquariato,
catalogati anche dalla Soprintendenza alle Belle Arti, potrebbero
finire sul mercato nero, oppure, come è più probabile, nelle mani
di qualche collezionista senza scrupoli, o ancora peggio, fusi per
pochi spiccioli. Don Bruno Antonellis aveva opportunatamente
conservato alcune fotografie degli oggetti trafugati, cosa che
consentirà ai Carabinieri della Stazione di Sora, ai quali è stata
presentata la denuncia, di attivarsi e procedere a tutto campo nelle
indagini. Di certo, l’auspicio è che il ladro possa pentirsi e
restituirli. Sono oggetti che risalgono a circa cento anni fa e,
addirittura, la “navicella”, che serve a contenere i grani
d’incenso, era stata recuperata tra le macerie della Chiesa di S.
Restituta, crollata a causa del terremoto del 1915. Perciò
risulta trafugata anche un po’ di storia di Sora. L’oltraggio al
luogo di culto, nella centralissima piazza di S. Restituta, colpisce
al cuore l’intera comunità sorana. Si deve ora continuare
concretamente a realizzare un progetto, da parte delle Istituzioni,
al fine di investire risorse e potenziare il decoro e la sicurezza
dei luoghi più rappresentativi della Città.
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