13.2.14
LA POESIA DI MARCELLO DONATI SECONDA PARTE L'ISOLA NASCOSTA ( 2001 )
La seconda raccolta poetica del preside professor Marcello Donati
è stata presentata anch'essa presso il salone dell'Amministrazione provinciale di Frosinone il 18.1.2001.
S'intitola “L'isola nascosta” e comprende 5 sezioni. La prefazione porta la firma del docente universitario ed amico del poeta professor Marcello Carlino. La sezione iniziale, “Bella come una volta” si apre con la lirica “Un giorno senza tempo” che risale al 1966 ( periodo giovanile ) ed è l'ennesima dichiarazione d'amore verso la giovane Rita. Il tema della natura si ritrova nelle liriche successive.”Distici” descrive il fiore in tre momenti: la sera,quando il suo profumo inebriante è simile all'amore; la rosa nera che risplende la sera stessa ed infine il fiore bagnato di rugiada. “Stelle cadenti” è una dichiarazione d'amore alla propria amata in una notte d'agosto in cui le stelle sembrano cadere dal cielo. L'amore verso la donna della sua vita si ritrova nelle successive liriche le cui più belle rimangono: “L'ariana”, racconto di una giornata trascorsa assieme alla moglie Rita in un lido di Gaeta, intenti ad osservare la bellezza della spiaggia mentre riaffiora nella loro memoria la prima volta quando, non ancora maggiorenni e da poco fidanzati, si recarono in questo lido e “Vienimi a cercare” lirica in cui vi è il tema dominante della morte. La lirica che dà il titolo alla raccolta parla di un'aquila tenuta in cattività a seguito di un colpo di fucile che le ha infranto un'ala; “Le due rose” e “La ghirlanda” omaggiano la natura mentre “Nonna” è un omaggio alla consorte la quale, anche se è da poco nonna, viene vista dal marito come l'eterna ragazzina. Tenera l'immagine della donna che coccola la piccola nipotina Irene stringendola affettuosamente sul suo seno.
La seconda sezione della raccolta poetica ha per titolo “Chiaroscuro” e nella lirica “Gabbiani” ritorna il tema della natura vista attraverso l'immagine dei bianchi gabbiani che volano nel cielo coperto da nuvole nere. Il tema delle stagioni si ritrova nella lirica “Settembre” in cui vediamo il volgere della stagione estiva; l'arrivo del vento che strappa l'ultima foglia e il paesaggio offuscato da forti temporali. In “Sarà come” il professor Donati, mentre sta schiacciando un pisolino, immerso nella quiete e nel silenzio immagina di vedere Dio; “Mare” è una lirica in cui il poeta, guardando dal mare una bianca vela muoversi tra le acque, immagina la propria esistenza simile ad una dolce favola. Nei due dialoghi successivi parla della condizione fisica cui è costretto a vivere. Anche se si sente meglio, il male,purtroppo, non è stato sconfitto. “Vita” è una poesia di una sola riga ed è definita come: sogno di luce ed attesa di tenebre. La terza parte della raccolta, la più bella, s'intitola “L'aquilone” e nelle prime liriche ritorna il tema della natura. “Ultimo giorno di scuola” è un bozzetto primaverile in cui domina il sole che entra nelle stanze di una scuola primaria e segna il passaggio alla stagione estiva. Il poeta parla di una maestra che sta spiegando alla sua classe quinta l'ultima lezione.
Essa è anche l'ultima della carriera scolastica in quanto a settembre andrà in pensione. “Chiaroventola” è dedicata ad una bambina di nome Chiara la quale,nel giorno del suo compleanno, vuol farsi raccontare la sua fiaba preferita “Cenerentola”. La bambina, anche se è brava e molto bella, diventa capricciosa quando è l'ora di mangiare. E' piena di fantasia, ama andare a scuola e scrive poesie per i genitori i quali, un giorno, si augurano che da grande la figlioletta diventi una vera poetessa.Gli affetti familiari si ritrovano nelle quattro liriche successive. “Mamma” è il ricordo, come in un sogno, della madre che gli canta una ninna nanna per farlo addormentare. “La mia bambina” è dedicata alla terzogenita Antonella paragonata dal padre ad una cinciallegra che sta volando ed alla quale, un giorno, augura una vita diversa dalla sua. “Occhi di Irene” ed “Il bastone” sono dedicati alla figlia del secondogenito Augusto, prima nipote e parlano di questa bambina di quasi due anni che, incuriosita nel guardare il nonno appoggiarsi ad un bastone, volgendo gli occhi chiari ed i biondi riccioli,va incontro a lui e nel momento in cui le accarezza il bastone, il nonno si commuove dalla gioia. La quarta sezione poetica, “Canti delle Mainarde”,è dedicata alla residenza estiva del poeta. ”Mattino alle Serre” e “Cinque gennaio” erano già apparse nella precedente raccolta “Luoghi e giorni”. La prima è una dichiarazione d'amore alla propria amata in un caldo giorno d'agosto nel quale vediamo il vento scuotersi dal bosco che ha il profumo del faggio e dell'agrifoglio.La seconda,scritta il giorno prima dell'Epifania, vede il poeta recarsi nella bianca e solitaria casetta del Rio Chiaro ad aspettare la Befana. “Monte Cavallo” è una lunga lirica in cui è dominante il tema del ricordo: il poeta, ripensando agli anni in cui s'aggrappava sui sentieri montuosi di Collelungo, ricorda il monumento in memoria di uomini di valore qui trucidati durante la guerra.Toccante il paragone tra loro e gli agnelli pronti per il sacrificio. La lirica è il racconto di un viaggio tra le bellezze ed i profumi delle Mainarde, monti prediletti dal poeta. La lirica più bella è “La casa sul Rio Chiaro”. Il preside parla in essa di due anziani contadini Francesco e Ninetta. Essi, dopo una giornata trascorsa a lavorare nei campi, fanno ritorno al casolare immerso tra le noci. Mentre sta portando al pascolo la capra Fioretta, il contadino, guardando un ragazzo correre felice sotto il sole verso il fiume e ripensando a tre ragazzi diventati adulti che sono andati a lavorare fuori dal paese, ricorda la sua infanzia e la dura esistenza. E' un bozzetto di vita alpestre: la ghiandaia che ripete il proprio verso dietro una pianta d'amarena; il cane che abbaia stretto alla catena e la capra che in serata fa ritorno all'ovile. Ninetta è la immagine della donna di casa pronta ad accogliere coloro che vogliono assaporare la sua buona cucina. I due coniughi hanno da poco festeggiato cinquant'anni di matrimonio e, nel guardare l'album delle foto, la donna, nativa di Rocchetta al Volturno, ripensa agli anni della loro giovinezza. “Un anno dopo” è una lirica in cui il poeta, seduto ai bordi del lago delle Mainarde assieme alla moglie Rita, si sente meglio in quanto ha superato alcune difficoltà fisiche. “Befana a Cardito” è una lirica in cui vediamo la simpatica vecchietta portare ai bambini giocattoli e caramelle. In paese padre Guglielmo, parroco,è grande amico dei giovani. “Dieci anni” è una dedica al figlio degli amici di famiglia Pietro ed Antonella Vettese Pierluca. “Canti di nozze e di amicizia” chiude la raccolta ed in essa troviamo la lirica “Il pugno chiuso ed una stella rossa”,dedicata all'amico Arnaldo Minotti in cui il preside ricorda i viaggi trascorsi assieme a lui, scomparso poco dopo, in giro per l'Europa e la voglia di visitare luoghi sempre nuovi.
Sfogliando un vecchio album fotografico, il preside ricorda la sua gioia di vivere; il suo attento sguardo nel visitare musei e la sua specialità culinaria gli spaghetti. Il comunismo, in quegli anni, era in pieno regime a Praga e non era ancora stato abbattuto il muro di Berlino, grazie a cui è scomparso un mito. Nelle liriche successive ritornano gli affetti familiari ed il ricordo dell'amico Fernando Ladiana, scomparso a luglio 1999, a cui è dedicata l'ultima parte della raccolta a seguito della quale il poeta ha scritto una poesia dedicata al piccolo nipote, figlio del primogenito Massimiliano, Lorenzo dal titolo “Il sorriso di Lorenzo” ed alcune liriche in dialetto frusinate.
* Veroli 13 febbraio 2014 di Gabriele Mattacola. Foto da: http://lizzanoplus.blogspot.it/p/dedicato.html
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