Il governo ha rischiato molto.
“E’ un pasticcio, con grandissimi contenziosi”. Non è una semplificazione, è invece l’ennesima bandiera da sventolare l’abolizione delle province. Ma non è così, dicono dalla maggioranza. Il premier è però ancora ottimista. "3000 sono i politici da tagliare nelle indennità". Per un soffio il governo si è salvato in aula ieri. Con parecchi franchi tiratori.
MAGGIORANZA COL MAL DI PANCIA. Il voto finale arriverà oggi sul tardi pomeriggio ma quanto rischio per il governo: solo quattro i voti di scarto, 112 contro 116. Il governo prima è andato sotto due volte in Commissione al Senato.
SULLE PROVINCE E’ FINITO TUTTO A TARALLUCCI E VINO
Le abolizioni delle province, nella discussione al Senato ieri.
Solo i cittadini non torneranno al voto ma poi, sarà tutto come prima, anzi ci sarà un ente in più: l’Unione dei Comuni. Con le spese che saliranno. I sindaci, ad esempio, prenderanno in affido anche i minori.
“I cittadini come saranno coinvolti?” Si sono chiesti ieri in Senato. La trasformazione delle province in enti di secondo livello. “Non si torna solo al voto ma il resto rimarrà identico, anzi di più. Ci saranno anche l’Unione dei Comuni”. Per Loredana De Petris, di Sinistra ecologia e libertà, che chiede ancora di fermarsi e andare avanti con una legge costituzionale che è ancora in tempo. “Poi ci saranno i super Comuni”. Le popolazioni non entrano in questo. E il numero degli abitanti non centra. Le attuali province cambieranno il solo nome. “E in attesa di una futura norma che non è detto che si farà”. Le funzioni delle province dovranno essere riordinate ma in seguito.
(E bisogna ricordare che Delrio (Nella foto in alto da: www.vita.it), prima di fare il ministro, era sindaco e all’Anci). Ancora per Sel: “Ma non si interviene sui consorzi, enti parco", e altre "comunità”.
EDILIZIA SCOLASTICA. Gli Enti Province che tornano però ad interessarsi di edilizia scolastica.
LE CITTA’ METROPOLITANE. Che in Emilia Romagna erano molto sentite già 12 anni fa.
“Ora la vicenda è iniziata male”. Un nuovo ente che non ha eguali in Europa. “Sono 20 ed è poco male”, si dice, ma non è così perché “in origine dovevano essere 10”. “Abolire anche le province”, per il Movimento 5 Stelle, “con una legge costituzionale”. “Altrimenti si aumenteranno i costi”. Nuove città metropolitane e unioni e fusioni di comuni che sono insoddisfacenti. 8 città metropolitane subito nel 2014 e poi altre che sono in contrasto con le attuali province. Il tutto non è chiaro. “Ma l’Unione Europea ha attivato specifici finanziamenti”, per il M5S, “che fanno gola”.
IL VOTO DELLA LEGA. La Lega li aspetta al varco per il voto. E’ “uno degli atti dei più deliranti, quello che stanno discutendo in aula”. “Un delirio”, per il senatore leghista.
Ma possiamo dire noi che è pure un delrio.
Per la Lega: “Sarà la tomba delle autonomie”, e tra pochi mesi spostare di nuovo il tutto? Si chiede la Lega. Ma quale risparmio? E Ancora: “buio pesto”. Che senso ha? “Ci prendete solo voi”. Toni propagandistici per la Lega, “si stanno togliendo servizi ai cittadini e si stanno accentrando in altre mani”. Delrio (ex sindaco di Reggio Emilia) ha visitato la valle d’Aosta e qui ha trovato resistenza nei cittadini che non vuole questo cambiamento. Il cittadino “non vuole lasciare il certo per l’incerto”. Il governo Renzi ora intraprende questa battaglia. E’ lo stesso governo di quelli che lo hanno preceduto: Monti e Letta. Si prevedono le province di secondo livello ma senza il voto “alla faccia della democrazia”. Ma la Lega dice anche che Renzi, Letta e Monti non sono stati votati. La conclusione è che “tira una brutta aria in Europa”, per la Lega al Senato.
UNA RIFLESSIONE FORTE PER IL PD. Per il senatore, del Pd, Pagliari, ci vuole una riflessione forte che abbracci i comuni e le regioni. Il disegno di legge ha un profilo che attua le città metropolitane, modifiche incluse in costituzione e rimaste sulla carta. Un governo unico per rispondere meglio alle problematiche che arriveranno. C’è il problema di ridare ordine, una razionalizzazione al sistema delle autonomie locali. “Un sistema che va efficientato”, per il Pd, e riequilibrare i centri di potere. Un disegno di legge che si sta per approvare che fa chiarezza sul futuro Ente di area vasta. Si parte con questo avvio, anche se era meglio quello costituzionale sulle riforme delle province. “E’ un percorso complesso” ma è un disegno di legge transitorio che ha la funzione di avviare un processo di riforma delle autonomie locali. Ancora per Pagliari.
TANTA CONFUSIONE PER SEL. “Ma il danno è stato già procurato”, ancora per Sel. C’è confusione su questo che riguarda il cittadino: “a danno segue danno”. Le province restano o no? Si chiede Sel in aula; “ma non è chiaro, non lo è nemmeno per il legislatore”. I costi, l’inefficienza va fuori controllo? “E’ una legge che non funzionerà”, sempre per Sel: “qui rischiate di fare il miracolo: butterete il bambino e resterà solo l’acqua sporca”.
IL MODELLO TEDESCO PER IL MOVIMENTO 5 STELLE. Per Morra, del Movimento 5 Stelle (nella foto il suo arrivo a Sora), non è nemmeno un modello tedesco dei Land. Il senatore ricorda che c’è anche il problema dell’astensionismo alle votazioni che per gli apparati dei partiti, per loro, è anche positivo. “Un provvedimento che produrrà contenzioso”, ma per Morra: “per loro non è un aspetto decisivo”. Ancora Morra che ripete che si doveva arrivare ad un disegno di legge costituzionale. Bastava un disegno di legge che prevedeva la cancellazione della parola “provincia”. La conclusione di Morra: “la burocrazia per voi è utile a conservare le poltrone".
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