Domani
sera in Piazza Mayer Ross quarta ed ultima serata di presentazione del volume antologico “Canta Sora”.
Con alcune novità sceniche e di recitazione. Madrina della serata sarà ancora la sorana Valeria Altobelli.
L’interessante lavoro del M°
Rocco Domenico Merolle è il quarto cd della raccolta e sarà illustrato
al pubblico venerdì 29 agosto 2014, alle ore 21.30, presso la bella
cornice di Piazza Mayer Ross.
Rodolfo Damiani, non di Sora ma romano dei Castelli e a Sora da tantissimi anni ha scritto parole bellissime sul maestro Rocco Domenico Merolle.
A
egregie cose il forte animo accendono... Questo è uno dei concetti
portanti de “I Sepolcri” di Ugo Foscolo , un chiaro richiamo alle
Radici e all’Identità , come regola ed ispirazione di atti futuri.
Molte città nella nostra epoca vivono il dramma della perdita dei
legami insiti nelle radici , intese come comportamenti ancestrali,
con conseguente spaesamento e precarietà e labilità della vita.
Il radicamento è il bisogno inconscio e più importante dell’animo umano , per sapere cosa siamo dobbiamo sapere da dove veniamo,è assiomatico che l’uomo abbia una radice, lo sradicamento porta ad una pericolosa e dolorosa perdita di riferimenti.
Il radicamento è il bisogno inconscio e più importante dell’animo umano , per sapere cosa siamo dobbiamo sapere da dove veniamo,è assiomatico che l’uomo abbia una radice, lo sradicamento porta ad una pericolosa e dolorosa perdita di riferimenti.
Avere radici
significa non essere solo nel presente , vuol dire venire da lontano
, avere un passato, un avvenire, coltivare la vita per trasmetterla
non per consumarla. Le radici sono un simbolo riassuntivo
dell’analogia dell’uomo alla terra,le tradizioni, la cultura, il
modo di esprimersi,la religione , l’arte, il modo d’essere , che
significa anche dignità e rispetto.
Sora, dovrebbe essere una città
dalle grandi tradizioni e dalla storia e dalle sue vestigia
individuiamo come i sorani hanno mostrato il loro essere nazione,
intesa come popolo radicato su un territorio in cui c’è una
identificazione complessiva. Abbiamo Sora Volsca , con la sua
identità guerriera, Sora Romana madre di uomini illustri e Legioni
valorose , Sora che orgogliosamente fronteggia Federico II, Sora
Ducato culla di fede e d’arte, Sora Reale centro intellettuale e
commerciale di tutta l’alta terra di lavoro, Sora insorgente a
difesa de “Unu Diu e Unu Re”, Sora città deputata ad essere il
centro pulsante di un territorio industriale ed agricolo. La guerra
con le sue divisioni , con le sue brutalità , con l’avanzata degli
uomini nuovi, che hanno nascosto e demonizzato la filosofia di vita
di una città ricca di tutto ciò che aveva tesaurizzato nei secoli
, piano civile , etico e comportamentale e hanno imposto modelli di
cui vediamo la caducità.
Malgrado l’edonismo,l’egoismo, la
prevaricazione e la caduta dei valori a tutto svantaggio di quanti
cercavano di riannodare i fili di una vita regolata, rispettosa,
giocata negli affetti , nella tolleranza e nell’onestà
intellettuale, come la brace che nascosta piano piano riaccende i
carboni e illumina la casa, numerosi cittadini coltivavano e
preparavano il prepotente ritorno delle elaborazioni che portano la
voce dei secoli. Sora ha dato i natali fra gli altri a moltissimi
Poeti , da Gulia a Tollis, da Biancale a isorta di Commedia Umana a
rappresentare la Soranità.
La
Soranità intesa come orgoglio e fierezza dell’appartenenza, le
radici come fondamenta, l’esistenza intesa come legame
indissolubile con il luogo di nascita, un amore viscerale. Queste
fonti fanno riscoprire un mondo passato, ma sempre attuale perché
radice del presente in una favola da caleidoscopio che fonde antico e
presente, passato e nuovo.
Il
M° Rocco Merolle , legato come pochi a Sora, un profeta, come tutti
i profeti poco creduti in casa, ha avuto l’intuizione e il
coraggio di affrontare un’opera immane rielaborare,
contestualizzare e omogeneizzare i versi e renderli idonei ad
essere musicati,dal pentagramma hanno riacquistato immediatezza di
comunicazione del messaggio “eravamo così, possiamo tornare ad
esserlo”. Finalmente si sono riscoperti luoghi del nostro vissuto
mai conosciuti, ci è sembrato di aver avuto restituita la città, il
suo possesso e la possibilità di interagire in positivo con essa.
Quattro volumi e quattro CD , da cui prorompe l’anima popolare, la
stessa che ricordiamo nelle struggenti canzoni napoletane del primo
novecento, la stessa vena poetica, nostalgica e comunque fiduciosa ,
una musica che può cantare chiunque e che rende tutti Gilbert
Becaud in sedicesimo e che esalta le doti canore con un testo
recitativo naturale. I nomi di chi ha avuto l’intuizione di
ricostruire Sora e la Soranità attraverso i fatti popolari assurti a
poema lirico e poi musicale vanno incisi nel bronzo a perenne gloria
del loro coraggio e a materiale presenza del monumento “CANTA
SORA”.
CANTA ROSA non è soltanto il messaggio di un grande artista
ma è l’essenza di SORA, il cuore dei Sorani e la riscoperta della
Soranità.
*
Sora 26 agosto 2014. Rodolfo Damiani. Nella foto Valeria Altobelli dal sito www.dagospia.com
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