COMPITI PER LE VACANZE DI NATALE SI' O NO
Alcuni giorni fa ho letto una lettera di un dirigente scolastico rivolta al direttore di Avvenire. Il dirigente disapprova quei docenti che “continuano ad affliggere gli studenti e i loro familiari con l'assurda pratica dei compiti per le vacanze”. Poiché questo argomento è stato trattato, ma inascoltato, tante volte anche dalla nostra associazione genitori AGe, ho deciso di riportare alcuni stralci della lettera a beneficio dei mezzi di comunicazione del territorio, perchè, se credono opportuno, possono fare un servizio a tante famiglie dando risalto a questa autorevole voce della scuola stessa e per un problema attualissimo.
Il Dirigente pone ai docenti una serie di domande: “Perché essi non riconoscono agli studenti il diritto al riposo, allo svago, al gioco durante le vacanze? Perché impediscono alle famiglie di ritrovarsi serenamente, senza lo stress di compiti soverchianti e inutili che causano sofferenze, litigi, pianti, punizioni, rinunce dolorose, rabbia e disaffezione alla scuola, vista come la privazione di diritti di fare vacanze come tutti, compresi i loro datori di lavoro?”.
La scelta dei compiti delle vacanze costringono, soprattutto bambini e ragazzi, a star chiusi per ore in casa sui libri e quaderni “per lo svolgimento di compiti che non saranno mai corretti dai loro insegnanti, , che non determineranno effetti apprezzabili rispetto all'acquisizione delle competenze, che non lasceranno segno alcuno “. A che servirà mai questo ‘sapere usa e getta'?, Secondo il dirigente questo lavoro, “ è visto più come una aggravarsi della condizione di chi è già svantaggiato e che penalizzerà chi vive in un ambiente demotivato e privo di risorse culturali; ( e questo vale sempre per i compiti a casa; essi evidenziano sempre più le differenze sociali), soprattutto a quest'ultimi finirà per generare solo odio per lo studio e per la scuola”.In molte famiglie gli ultimi giorni delle vacanze si riducono a nervosismi, litigi, pianti dei ragazzi, il tutto si risolverà solo se un familiare o un qualche tutore verrà in loro soccorso facendo alla sbrigativa i biasimati “compiti” ( temi, pagine di espressioni di matematica, riassunti, versioni dal latino, dal greco ecc. ).
Cosi molti potranno pensare che tutto vada bene, ma chi realmente ha perso è la scuola. Non sarebbe stato meglio consigliare, secondo le possibilità, un bel libro, un film, la visita ad un museo, una gita, partecipare alle originali funzioni religiose natalizie, ecc ?
Desidero concludere con le parole del dirigente in questione:“Perché un tale, pervicace accanimento riconducibile a una “pedagogia della sofferenza” bandita da Indicazioni e Programmi ministeriali, dalla Convenzione sui diritti dei minori, dal buon senso, da quel minino di rispetto e sensibilità che qualsiasi adulto, tanto più se educatore, dovrebbe avere? Perché?”.
Desidero concludere con le parole del dirigente in questione:“Perché un tale, pervicace accanimento riconducibile a una “pedagogia della sofferenza” bandita da Indicazioni e Programmi ministeriali, dalla Convenzione sui diritti dei minori, dal buon senso, da quel minino di rispetto e sensibilità che qualsiasi adulto, tanto più se educatore, dovrebbe avere? Perché?”.
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