Pensavano fosse la “cenerentola” del campionato, la “squadra materasso” su cui far rimbalzare schiacciate micidiali e contro la quale far fruttare agevolmente i 3 punti della vittoria era dato per scontato, eppure in tanti si sbagliavano. La
Biosì Indexa Sora, al suo esordio in SuperLega, ha raccontato una favola all’Italia intera: quella di una città di provincia che si scrolla di dosso il territorialismo e se ne va a spasso per lo stivale a far vedere chi sono i bianconeri, i valori di una società che rappresenta circa ventottomila abitanti contro i nomi certamente più altisonanti di Modena o Trento, per esempio.
Innanzitutto, la società di patron Giannetti è riuscita nel tentativo di non essere il fanalino di coda della classifica, lasciandosi alle spalle la Revivre Milano e durante la regular season ha avuto il merito di eliminare dalla Del Monte Coppa Italia proprio la Calzedonia Verona degli ultimi fatti. Chiuso il campionato regolamentare, però, per Sora inizia il vero e proprio sogno con i Play off 5 Posto: agli ottavi incontra la Kioene Padova e dopo aver perso in casa della sua rivale, in molti davano per spacciata la permanenza in campo dei volsci, ma così non è stato. Con il passaggio del testimone da coach Bagnoli a coach Colucci cambiano anche le carte in tavola e il nuovo mister ribalta la situazione portando Rosso e compagni ai quarti e risollevando l’entusiasmo attorno alla realtà Argos Volley. Ai quarti la Biosì ritrova Verona e stavolta sono i gialloblu a farla franca, ma hanno dovuto sudarsela fino al tie break in tutti e tre i match disputati. Un post season, dunque, inaspettato, di quelli che trasformano la zucca in carrozza e rendono particolarmente bella questa Biosì Indexa agli occhi di tutti, ma davvero tutti.
Si chiude così il primo anno di SuperLega, portando con se numeri che fanno la differenza e che possono spiegare facilmente quanto talento, quanto sacrifico si sia consumato in via Ruscitto tra le mura del PalaGlobo “Luca Polsinelli”: Svetoslva Gotsev si guadagna la testa della graduatoria di rendimento per il ruolo di centrale nel fondamentale del muro e diventa “best blocker” dell’A1 e quarto miglior centro in assoluto; il giovanissimo opposto Radzivon Miskevich, spesso MVP durante questi mesi, si porta a casa un bagaglio di 524 attacchi vincenti e si conferma come il secondo miglior schiacciatore nella speciale classifica dedicata, meglio di lui ha fatto solo Hernandez del Piacenza. Il nome di Miskevich, però, appare più volte nelle statistiche di rendimento stilate dalla Lega: per i servizi vincenti si posiziona terzo, con 53 ace, dietro lo stesso Hernandez e Sabbi del Molfetta; terzo, ancora dopo gli stessi, per quanto riguarda il totale dei punti messi a segno, e cioè ben 604. Anche lo schiacciatore-capitano Mattia Rosso chiude la stagione con un ottimo totale, 356. Per le ricezioni perfette si distinguono il posto 4 Denis Kalinin con 205 e il libero Marco Santucci con 158; tra i palleggiatori anche Georgi Seganov ben figura con un buonissimo rendimento, piazzandosi dietro campioni come Giannelli o Hierrezuelo. Sono questi i fattori che fanno la differenza e che lasciano il sorriso dopo mesi vissuti davvero alla grande, oltre ogni lecita aspettativa e che per il prossimo anno non possono che fan ben sperare: la conferma della diagonale Seganov-Miskevich è già garanzia di bella pallavolo e la base su cui continuare a costruire i prossimi obiettivi.* Cristina
Lucarelli – Biosì Indexa Sora.
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