Il 25 settembre, in prima serata su Raiuno, è stata trasmessa la fiction diretta
da Luca Manfredi “In arte Nino”, dedicata al grande ed indimenticabile Nino Manfredi padre dello stesso regista che nel film per la tv è interpretato da Elio Germano. La storia, nel film, ha inizio nel 1939 anno in cui il 18enne Saturnino ( vero nome dell’attore ) è da due anni ricoverato in sanatorio perché malato di tubercolosi. Uscito dalla clinica un anno dopo, il giovane Nino, per compiacere il padre, s’iscrive alla facoltà di giurisprudenza per poi essere sottoposto ad un provino presso l’Accademia di Arte Drammatica “Silvio D’Amico”. Il padre, maresciallo, è contrario alla decisione che suo figlio vuole fare l’attore motivo per cui lo rimprovera a malo modo mandandolo, per un breve periodo di tempo, fuori di casa. Nell’ottobre del 1945, all’età di 24 anni, Saturnino ( Nino ) si laurea in giurisprudenza discutendo una tesi su: La legittima difesa. Nel frattempo, però, continua a frequentare l’Accademia ed effettua vari provini tra cui quello, nel 1951, a Cinecittà su Nerone ma non viene preso. In questi anni conosce l’indossatrice Erminia Ferrari che sposerà nel 1955 e da cui avrà tre figli: il già citato Luca, Roberta e Giovanna. La fiction si conclude nel 1959, anno in cui Nino Manfredi diventa famoso grazie alla trasmissione televisiva abbinata alla Lotteria d’Italia “Canzonissima” che conduce assieme a Delia Scala e Paolo Panelli. Memorabile, in essa, resta la macchietta di Bastiano, pecoraio ciociaro la cui frase celebre è: Fusse ca fusse la vota bona.
* Veroli 27 settembre 2017. Gabriele Mattacola.
Nessun commento:
Posta un commento