17.2.13

IL "GRAN RIFIUTO" di BENEDETTO

di Egidio Paolucci

Un’emozione profonda, mista a meraviglia e sconcerto, un’intima sensazione di  ‘vivere’ la STORIA nel suo divenire. E il pensiero corre a considerare l’umano  drammatico tormento, la ‘ macerante riflessione ‘ di chissà quante ore e giorni e mesi ha accompagnato la sofferta suprema decisione. E il PERSONAGGIO  ‘emerge’ e giganteggia nella Sua straordinaria sovrumana ‘grandezza’...
 Perché l’ha fatto?
Sembra chiaro ed evidente che il ‘ venir meno’ delle forze “ingravescente aetate” sia una causa accidentale ed aggiuntiva. Poteva anche scegliere di ‘tirare a campare’ invece di affrontare la lacerante coraggiosa determinazione di offrire la suprema testimonianza di dedizione alla salvezza della CHIESA. E allora tornano alla mente le intense meditate letture  degli scritti del Suo collega di giovanile docenza universitaria e di impegno conciliare il teologo Hans Kung, le ricorrenti accorate ammonizioni di Carlo Maria Martini fino alla ‘denuncia allarmata’ del  ritardo di due secoli sulla modernità; infine il grido di dolore dell’anziano profetico cappellano dei portuali di Genova Don Andrea Gallo nel suo ultimo libro: ‘Come un cane in Chiesa’. E torna pure alla memoria la Sua stessa denuncia  di “SPORCIZIA” nella Chiesa all’apertura del Conclave, che lo doveva fare Papa nell’aprile del 2005. Con il Suo gesto estremo Egli ci dice quanto in questi anni di Pontificato si è impegnato e prodigato per ricostituire l’integrità del Volto della Chiesa e la pienezza del suo prezioso “dialogo” con il mondo contemporaneo, come auspicato dal CONCILIO cinquanta anni fa.
Ma l’impresa risanatrice, per quanto eroica e generosa, non ha avuto successo! Suscitando solo contrasti, ostilità, solitudine.
Mi viene spontaneo ripensare alla vicenda di Domenico e Ildebrando di mille anni fa, quando si trovavano a lottare con la preghiera e con l’impegno pastorale per ridare LIBERTA’ E DIGNITA’ alla Chiesa sconvolta da SIMONIA, CONCUBINATO e ARROGANZA dei poteri imperiali e feudali.
   Negli anni del Suo Pontificato si è trovato di fronte a emergenze drammatiche di enorme complessità: pedofilia, rapida evoluzione dell’etica sessuale, celibato obbligatorio, rarefazione delle vocazioni, ruolo ecclesiale delle donne, crisi del matrimonio cristiano, diffusa disaffezione giovanile alla coniugalità e genitorialità, contestazione e regolamentazione legislativa dei ‘DIRITTI’ , anche da parte di Stati democratici cattolici, dei principi etici definiti ‘NON NEGOZIABILI’. Molte di queste questioni le ho trattate diffusamente nel Libro: ‘La vera Storia di Domenico di Sora PRECURSORE della Riforma Gregoriana del sec. XI’ ( 2011). Ma devono aver pesato come un macigno sulla decisione estrema, nel contesto di un APPARATO CURIALE diviso in fazioni contrapposte in lotte dipotere, carrierismi, partigianerie clericalistiche nelle complesse vicende della vita politica italiana, situazioni ed eventi clamorosi interni alla CURIA: gestione disinvolta dell’ingente patrimonio edilizio di PROPAGANDA FIDE, corruzione denunciata da Mons. Viganò nel governatorato della Città del Vaticano, crisi e assenza di trasparenza ai vertici dello I.O.R. – Istituto bancario Opere di Religione – al limite degli ‘STATI CANAGLIA’; infine il clamoroso VATILEAKS con il trafugamento di carte riservate da parte del Maggiordomo Paolo Gabriele, con conseguente incredibile processo.
   Benedetto, con autenticarigorosa spiritualità e coerenza teutonica, non cede alla rassegnazione e alla compromissoria mediazione farisaica ipocrita. Ma, animato da incrollabile Fede e Speranza nella immancabile salvezza della NAVICELLA di PIETRO – “NON PREVALEBUNT! –, fa appello alle energie formidabili, che sicuramente si celano nel profondo DIVINO MISTERO della Chiesa e che presto si manifesteranno.
   Riconosco nel Suo Gesto l’intrepida lotta di DOMENICO di SORA e ILDEBRANDO, che salvarono la CHIESA del I° MILLENNIO.

* Sora 15 Febbraio 2013.

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