28.4.08

LA SINISTRA L'ARCOBALENO RIPARTE DAL 25 APRILE

Ci rivolgiamo a tutte le Compagne ed i Compagni dei Comitati Territoriali della Sinistra L’Arcobaleno, a tutti i compagni e le compagne dei Partiti della Sinistra; PDCI, Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica ed ai Verdi
Il 14 Aprile la Sinistra ha perso la sfida elettorale in maniera netta e senza appello. Ha perso per varie ragioni delle quali alcune molto evidenti. L’onda posticcia del berlusconismo, accompagnata da una inaspettata affermazione della Lega ha travolto non solo il Centro dello schieramento ma ha eroso anche gli argini della Sinistra. La Sinistra dal canto suo non era attrezzata congruamente per arginare questa tendenza le cui avvisaglie non erano peraltro del tutto sconosciute. Un cartello elettorale, seppur messo in piedi in tempi e modalità dettate dalla prematura caduta del Governo Prodi, non poteva offrirsi con una credibilità necessaria oltretutto dovendo contrastare il richiamo al voto “utile” da parte del Partito Democratico. Tra la scelta di dare un voto ad un simbolo unitario, dietro il quale si mal celavano però le divisioni e lo scetticismo di alcuni e la legittima paura di un ritorno di Berlusconi sulla scena del Governo, una parte dell’elettorato tradizionalmente di Sinistra ha preferito la scelta più attendibile anche se sbagliata del voto più efficace per contrastare questa eventualità votando PD o quella di rifugiarsi nell’astensionismo scettico od antipolitico, se non addirittura, come da alcune analisi del voto sembra emergere, di rivolgere le proprie preferenze alla destra xenofoba della Lega.
Dobbiamo nostro malgrado prendere atto che la somma dei voti delle quattro componenti dei Partiti costituenti la Sinistra L’Arcobaleno, che rappresentava il 10% circa dell’elettorato nel 2006, non era nella dote della nuova formazione già prima dell’inizio della campagna elettorale. Da una parte essa era stata attratta dalle sirene dell’antipolitica, in parte era svanita assieme ad occasionali compagni di viaggio a disagio nella prospettiva di una radicalizzazione della propria scelta, in parte per il motivo opposto di non vedere rappresentate le proprie istanze con maggiore determinazione all’interno del Governo Prodi. Insomma le ragioni si sommano ma senza escludersi in una congiuntura che ha visto un’accelerazione dell’alleanza elettorale ed un rallentamento del processo unitario che l’hanno resa poco riconoscibile e credibile.
La nostra esperienza della Sinistra Arcobaleno di Sora, ci porta a considerare che, probabilmente quella somma di voti non saremmo comunque riusciti a confermare, tantomeno a raggiungere un risultato del 3%, se a rappresentare la Sinistra si fossero presentati i quattro partiti in ordine sparso. Sarebbero mancate oltretutto il supporto e le risorse delle miriadi di associazioni territoriali e nazionali, dei giornali indipendenti come il Manifesto, l’informazione diffusa sul web. Sarebbero mancate quelle esperienze di unità già concretizzatesi in molte realtà locali tra le quali la nostra, favorita nel nostro caso, non c’è dubbio, dalla nostra presenza nell’attività amministrativa.
Oggi ci chiediamo se a prevalere sarà il buon senso e l’esercizio del raziocinio oppure il cupio dissolvi, il rifugio nel confortevole, quanto precario solipsismo identitario. Ci chiediamo se vogliamo almeno rappresentare quel sicuro 3%, o dilapidarlo rincorrendo le sirene di chi vuole tornare ad occupare la scena, facendosi scudo di improbabili esigenze di un presunto elettorato orfano della falce e martello. Ci chiediamo se quel 3% lo vogliamo espandere raccogliendo le sfide della globalizzazione, dando risposte al saccheggio delle risorse ambientali, della precarietà e mancanza del lavoro, della legalità intesa come contrasto della criminalità organizzata, ai problemi legati all’immigrazione, al risorgere di integralismi medievali e localismi xenofobi , all’erosione degli spazi di partecipazione democratica, agli attacchi al sindacato ed ai diritti del lavoro, alla costituzione ed alla rappresentazione della nostra storia repubblicana, al dominio della finanza ed ai guasti che produce, alla penuria alimentare ed alla diffusione di coltivazioni OGM che impoveriscono l’agricoltura nei paesi poveri, alle guerre sempre più esportate. Ci chiediamo se il nostro compito non sia quello di far crescere una Sinistra che sia all’altezza di far fronte a questi impegni ovvero di rifrantumarla in una galassia di una miriade di vecchi partitini e di nuovi gruppuscoli in nome di seppur nobili richiami alle origini.
Queste domande ce le siamo poste già da tempo e le risposte che abbiamo inteso dare vanno nella direzione di una rinnovata unità di tutte le forze in campo. Abbiamo fatto esperienza in quest’ultimi mesi e possiamo senza ombra di dubbio affermare che, forse pur riducendo il consenso in questa “congiuntura elettorale” abbiamo sicuramente aumentato la presenza nel territorio. Tante donne e uomini di sinistra sono tornati a frequentare la politica a Sora solo in virtù dell’immagine di unità che abbiamo iniziato a mostrare all’esterno. Siamo risusciti ad essere interlocutori credibili all’interno della maggioranza amministrativa, abbiamo assunto il ruolo di coscienza critica dei processi clientelari che avvenivano all’interno del Partito Democratico suscitati dall’ingresso di soggetti estranei alla storia non solo della Sinistra ma anche a quella del centro democratico.
Questo patrimonio non intendiamo disperderlo. Non intendiamo neanche abiurare alla nostra identità di Sinistra per rincorrere il modernismo imperante nel campo sempre più moderato del Partito democratico. Non vogliamo ammodernare il nostro linguaggio per parlare alle persone, non vogliamo neanche innovarlo, vogliamo inventare un nuovo linguaggio che sia comprensibile ma non incolto, che sia chiaro ma non povero che sappia suscitare emozioni ma che guardi al reale ed al concreto dei bisogni delle persone. Vogliamo sconfiggere il protagonismo leaderistico finalizzato alla conservazione del potere politico personale ma vogliamo anche essere protagonisti di una nuova era di cambiamento. Non vogliamo giocare in difesa ma vogliamo farci carico della difesa della parte più debole della società. Vogliamo che la parte più debole della società si faccia protagonista della politica attraverso forme organizzative e di partecipazione attiva alla vita politica. Non vogliamo essere avanguardia ma retroguardia attenta e vigile. Vogliamo essere pedagoghi e scolari allo stesso tempo per apprendere il malessere e la voglia di riscatto e felicità diffusa.
Per tali ragioni rivolgiamo un appello a tutte quelle associazioni, comitati, partiti della Sinistra, a tutte quelle realtà che compongono la struttura portante di una Sinistra Unita e Plurale a non demordere sulla strada dell’unità. A non disperdere questo patrimonio che si è creato su tutto il territorio nazionale al di là della volontà delle rispettive organizzazioni di appartenenza. Perché riteniamo che questo sia l’approdo naturale per potersi rimettere in cammino. Perché riteniamo che al di là delle pur legittime dialettiche interne ai partiti di appartenenza ed alla discussione collettiva, debba affiancarsi un laboratorio di analisi e di prospettiva unitaria che sappia diffondere la cultura della mediazione e della sintesi all’interno di posizioni che riteniamo siano più omogenee di quello che può apparire. Dobbiamo suscitare l’incontro e non la separazione; il lavoro minuto ed umile sul territorio per sconfiggere la cultura del sospetto verso la politica; per ritrovare quella credibilità necessaria per andare avanti e contare; per non soffermarci solo a contare i feriti ed i dispersi ma per contare quelli con cui vogliamo iniziare un percorso condiviso, quelli che non conosciamo ma che ci sono; i giovani che non hanno punti di riferimento sociali ed umani e che si rinchiudono sempre più nell’individualismo. Dobbiamo dare esempi più limpidi. Dobbiamo coltivare la nostra coerenza per sconfiggere l’antipolitica; per non dover sempre chiedere scusa dobbiamo essere più esigenti con i nostri alleati nelle amministrazioni dove governiamo. Dobbiamo prenderci la responsabilità di governare se non vogliamo che a governarci siano gli altri. Dobbiamo prenderci cura di questa unità perché non vi sono alternative.
Per tali ragioni abbiamo deciso di costituire a Sora la Casa Comune della Sinistra, aprendo una sede autonoma che presto sarà inaugurata, aperta alla partecipazione dei partiti e delle associazioni di Sinistra ed ambientaliste che si pone l’obiettivo di essere centro di aggregazione per il progetto di una forza di Sinistra unitaria e che incominci a svolgere un ruolo attivo sul territorio.
Anna Maria Bellisario - Segretario del PDCI di Sora - Membro del Comitato Federale e del Comitato Centrale del PDCI
Antonio Pellegrini - Direttivo PDCI di Sora - Membro del Comitato Federale del PDCI
Mario Lilla – Segretario Partito della Rifondazione Comunista di Sora
Enrico Pescosolido – Membro del Direttivo del Partito della Rifondazione Comunista di Sora
Domenico La Posta – Direttivo Verdi di Sora
Roberto Frisenda – Segreteria Sinistra Democratica di Sora
Marco Urbini – Segreteria Sinistra Democratica di Sora e del Comitato Regionale Sinistra Democratica Giovanile

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