3.4.08


CONFERENZA STAMPA DI ALFONSO PECORARO SCANIO A FROSINONE

Accompagnato da Loredana De Petris, candidata al Senato nel Lazio. Ad accoglierlo i responsabili dei quattro partiti, delle associazioni, e molti cittadini e simpatizzanti del movimento verde.

Il 1° aprile è arrivato in Ciociaria e due giorni dopo è stato indagato.

“Una bufera mediatica costruita sul nulla.

”Rinuncio all’immunità parlamentare”

Il leader verde: “Indagine di dominio pubblico a una settimana dal voto, danno gravissimo per me e il partito. Ho sempre avuto fiducia nella magistratura e non cambio idea ora. Non ho mai concesso favori a nessuno. In oltre venti anni di attività politica compresa quella al ministero, non ho mai avuto problemi con la giustizia, in cui ho sempre creduto. Sono però scioccato e allibito dal punto di vista umano e politico per aver appreso dai giornali di un’indagine del 2005”.

Dalle prime sommarie informazioni appare evidente la totale inconsistenza delle accuse”. Gli avvocati Franco Coppi e Paola Balducci, legali del ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio replicano a quanto apparso oggi su alcuni quotidiani relativamente alle indagini condotte dal sostituto procuratore presso il tribunale di Potenza John Wooodcock.

“Leggendo la nota di trasmissione degli atti al Tribunale dei Ministri, atto assolutamente dovuto e privo di qualsivoglia giudizio di merito - hanno ricordato i legali -, appare chiaramente l’inconsistenza dei rilievi e finalmente potremo facilmente smontare queste incredibili accuse. Ma certo avremmo potuto chiarire tutto, documenti alla mano, anche senza questa bufera mediatica che ha provocato un enorme danno di immagine al Ministro”.

“Ad esempio – continuano gli avvocati Balducci e Coppi – sarà semplice chiarire come nessun euro di soldi pubblici è stato mai speso per viaggi privati, che nessun terreno o immobile è stato mai ricevuto e che neppure una promessa è mai stata fatta dal Ministro per attività nel settore delle bonifiche. Quanto all’agenzia viaggi, il Ministro ha già pubblicamente spiegato come l’azienda, che lavora con diversi ministeri ed enti pubblici, aveva rapporti di lavoro con strutture del Ministero dell’Ambiente dal 2003 e che durante il mandato di Pecoraro ha perso l’appalto e certo non lo ha ricevuto. Dunque, di quali atti illeciti o addirittura reati parliamo?”.

“Il Ministro – hanno concluso i legali – ha operato sempre con il massimo rigore e trasparenza e, certo, è profondamente indignato di fronte al danno subito da questa incredibile vicenda”. www.pecoraroscanio.it

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