13.5.08


LA RELAZIONE TECNICA DELLA COMMISSIONE COMUNALE SULLA TURBOGAS



Cosa fare ora? Dovrebbe tornare tutto in regione. Sul Fibreno nel comune di Sora si sta realizzando una turbogas alla cartiera del Sole.
La relazione tecnica della commissione comunale consegnata al comune di Sora ha espresso in questi giorni un documento sul progetto consegnato dalla azienda prima in regione e successivamente in provincia.
Si dice che nella domanda per l’A.I.A. ci sono dati non forniti. I dati non sono conformi con i dati europei e sono sovrastimati.
La domanda è incompleta per le polveri sottili. Non si sono confrontati con le normative. Qui nel caso della turbogas le polveri raddoppiano. E con un generatore di ultima generazione tali quantità di polveri non si dovrebbero avere.
Tutta la zona è urbanizzata e a pochi metri dal fiume Fibreno, un patrimonio unico al mondo.
Si conclude, ed è anche la mia idea, che la provincia non dovrebbe rilasciare l’AIA e il tutto dovrebbe essere rinviato in regione o addirittura al ministero per l’applicazione della V.I.A. perché il progetto presentato è un progetto alla carlona perché anche il Flusso di massa è troppo alto rispetto ad altre turbogas anche di 400 Mw.
Senza la VIA, come è successo per la nostra turbogas, si sono lasciati fuori alcuni aspetti tecnici. Se fosse stata applicata si sarebbero controllati tutti i possibili impatti sull’ambiente.
Una turbogas che somiglia piu’ ad un termovalorizzatore.
Ma anche sul rumore ci sono problemi non risolti. Manca un progetto di abbattimento per i rumori che non hanno presentato.
La commissione ha posto l’accento su alcuni aspetti prima che sia troppo tardi. La Burgo non dimostra di applicare le migliori tecnologie. Ci sono in definitiva aspetti tecnici che non si evincono dal progetto.

Scrivono i tecnici incaricati dal Comune:

"I tecnici hanno elaborato il presente documento affinchè l’Amministrazione Comunale di Sora potesse meglio affrontare la conferenza dei servizi di prossima apertura in Provincia. I professionisti hanno espresso le conclusioni suddette quali membri della cittadinanza del territorio interessato dall’impianto energetico e quali professionisti quotidianamente impegnati nelle valutazioni di impatto ambientale.

La domanda di AIA è stata redatta facendo uso della modulistica predisposta dalla provincia e di derivazione statale. La modulistica è suddivisa in cinque sezioni (A, B, C, D ed E) che andremo a considerare separatamente nei punti che seguono al fine di permettere un più agevole utilizzo in sede di conferenza dei servizi. Si precisa che la scheda C non deve essere compilata in quanto di pertinenza di impianti esistenti che vogliono apportare modifiche significative al proprio assetto.

OSSERVAZIONI SULLA DOCUMENTAZIONE PRESENTATA PER IL RILASCIO DI A.I.A.

Scheda A – Informazioni generali

In tale allegato devono essere date alcune informazioni di base e in via prioritaria il “Quadro normativo attuale in termini di limiti alle emissioni (tabella A.7).

Nella Tabella A.7 non viene riportato un confronto con limiti di emissione in atmosfera da sorgente puntuale ma un semplice elenco di valori di riferimento della qualità dell’aria. Nella domanda di autorizzazione non si è riscontrata mai l’indicazione dei limiti di emissione in atmosfera applicabili all’impianto in esame (questo vale sia per il camino “caldaia” che per il camino di “by pass”). Se la centrale adotta un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni bisogna dichiarare quali sono i valori limite di riferimento. Confrontarsi con i limiti di qualità dell’aria ambiente avrebbe senso solo nel caso si prevedesse da parte della Burgo un monitoraggio costante di questa con centraline di rilevamento. In realtà andrebbero presi in considerazione i limiti di cui all’allegato II alla parte V del D.Lgs. 3 aprile 2006, n.152 che fanno riferimento agli impianti di cui all’articolo 273 inerente i grandi impianti di combustione.

Nella relazione - Allegato A.24, nel quadro di riferimento ambientale, a pagina 64 si riporta la tabella 16 in cui all’impianto di cogenerazione si attribuisce un valore di flusso di massa polveri in Kg/h pari ad 1,36 per 8.472 ore annue. Tale valore viene confermato nella tabella 20 di pagina 69 dove in corrispondenza della colonna “concentrazione massima” si riporta un asterisco con la seguente nota in calce “il fornitore della turbina ha fornito il valore di flusso di massa che corrisponde ad una concentrazione di 3,9 mg/Nm3”.

Deve assolutamente essere chiarito in sede di conferenza dei servizi se tale valore di concentrazione è frutto di una sovrastima e devono essere chieste delucidazioni in merito. Si sottolinea infatti che una tale emissione non risulta in linea con i dati di letteratura (vedi allegato in formato informatico (CD) “Impatto ambientale dei cicli combinati alimentati a gas naturale, con particolare riferimento all’emissione di polveri sottili” redatto dal Politecnico di Milano) circa le polveri emesse dalla tipologia di impianto in oggetto e soprattutto con quanto riportato dal BREF sui LCP (Large Combustion Plants) per turbine a gas adottanti la tecnologia di abbattimento Dry Low NOx. Come evidenziabile in tale documento a pagina 435 “Example 7.2.1.2 - Gas turbine equipe with Dry Low Nox combustion chambre” i valori di concentrazione in polvere sono inferiori all’1%. I Bref europei come quello descritto e le corrispondenti linee guida italiane risultano un elemento fondamentale da tenere in considerazione nel rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale. Gli impianti devono dimostrare la loro conformità ad essi mediante l’adozione delle migliori tecniche disponibili (MTD) in inglese Best Available Techniques (BAT).

(Allegato cartaceo “stralcio del BREF” e allegato informatico (CD) “intero BREF”)

Per quel che concerne il paragrafo 4.6 “Rumore” della relazione A.24 che inizia da pagina 126, nello studio presentato dal proponente si evince che nel periodo di riferimento notturno sono presenti delle criticità sia per quanto riguarda il limite assoluto che differenziale.

Lo scenario previsionale suddetto, che rappresenta lo stato di progetto, è stato affrontato introducendo misure di mitigazione che prevedono principalmente silenziatori su parti di impianto (camino principale e camino di by-pass, filtri di aspirazione dell’aria della turbina), ma allo stato attuale “[omissis]… ancora in fase di definizione…[omissis]”, come dichiarato nella relazione tecnica redatta dalla NIER Ingegneria S.p.A.

Inoltre sono state previste misure di mitigazione aggiuntive “[omissis]… qualora si dovesse evidenziare il superamento dei limiti normativi anche se l’analisi svolta non ne ha rilevato la necessità… [omissis]”, consistenti in barriere acustiche e pareti fonoisolanti e fonoassorbenti.

Considerando che tali interventi di mitigazione proposti risultano efficaci e quindi concretamente realizzabili, è opportuno fornire gli aspetti connessi alla progettazione che, oltre al fondamentale studio acustico dovrebbero indicare:

 La motivazione tecnica-ambientale delle scelte effettuate anche in funzione delle prestazioni;

 Il dimensionamento dei sistemi proposti;

 Nel caso si optasse per l’istallazione di barriere o pareti acustiche:

¬ Il progetto architettonico e calcolo strutturale;

¬ La valutazione dell’inserimento ambientale dell’intervento.

Scheda B – Dati e notizie sull’impianto attuale

In sede di conferenza dei servizi devono essere approfonditi i dati mancanti nella tabella B.6, B.6.2 e B.8.2. In quest’ultima in particolare vengono indicate le sostanze inquinanti: polveri, NOx e CO ma non le concentrazioni e i relativi flussi di massa.

Scheda D – Individuazione della proposta impiantistica ed effetti ambientali

Le Linee Guida riportano:

“Le condizioni per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (valori limite di emissione, livelli/indici prestazionali ambientali…) sono determinate, generalmente, sulla base delle prestazioni delle Migliori Tecniche Disponibili (BAT), individuate per lo specifico impianto dal singolo Gestore. Tali tecniche sono quelle ambientalmente più efficaci tra quelle economicamente applicabili nelle specifiche condizioni (di settore produttivo, impiantistiche, gestionali, geografiche ed ambientali). Le Migliori Tecniche Disponibili (BAT) devono inoltre essere compatibili con gli strumenti di pianificazione e programmazione del territorio vigenti.

Il Gestore, per l'individuazione delle Migliori Tecniche Disponibili, e l’Autorità competente al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, per la valutazione tecnica della documentazione pervenuta con l’istanza, devono tenere conto innanzitutto dell'allegato IV al D.Lgs. 59/05 e dei BRef già adottati dalla Commissione Europea, nonché della linea guida generale o delle linee guida specifiche emanate dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio. Per specifiche esigenze, il Gestore può riferirsi ad altre tecniche ed in particolare ai BRef già adottati dalla Commissione Europea, ai BRef proposti per l’adozione dalla Direzione Generale per l’Ambiente della suddetta Commissione e dei Final Draft licenziati dall’European IPPC Bureau di Siviglia.

In subordine sono considerati i Draft in discussione presso il TWG incaricato dall’European IPPC Bureau (almeno quelli giunti al secondo livello). I suddetti documenti sono scaricabili dal sito ufficiale dell’European IPPC Bureau di Siviglia all’indirizzo internet: eippcb.jrc.es.”

Nella scheda D.2 “Scelta del metodo” la Burgo dichiara di seguire il metodo basato sui criteri di ottimizzazione.

Nel caso si applichi il suddetto metodo, il procedimento dovrebbe comporsi dei seguenti passi:

1. confronto con i BRef applicabili al caso in esame,

2. generazione delle alternative,

3. la valutazione qualitativa per ogni opzione delle emissioni e dei consumi,

4. la valutazione qualitativa degli effetti di ogni scelta impiantistica alternativa,

5. l’effetto complessivo (qualitativo) in base al quale è stata prescelta la soluzione impiantistica, descritta nelle schede B e C.

L’unico punto che risulta affrontato è quello di confronto con il Bref nella scheda D.4.1. Tale confronto risulta però da approfondire sia relativamente al confronto con il Bref citato dui grandi impianti di combustione, sia perché non vi sono indicazioni in riferimento agli altri Bref e linee guida applicabili al caso in esame. In particolare mancano riferimenti ai Bref cosiddetti orizzontali quali ad esempio quelli indicati nella tabella che segue.

LG orizzontali applicabili

Linee Guida Generali per l’individuazione e l’utilizzazione delle migliori tecniche disponibili - allegato I del D.M. 31/01/2005

Documento di Riferimento sui Principi Generali del Monitoraggio - allegato II del D.M. 31/01/2005

Linee Guida sugli aspetti economici e sugli effetti incrociati (gennaio 2006 - in bozza - non pubblicata)

Reference Document on the General Principles of Monitoring (July 2003)

Reference Document on Economics and Cross Media Effects (July 2006)

Tali mancanze unitamente alla non trattazione dei punti da 2 a 5 devono essere motivate in sede di conferenza dei servizi.

L’adozione delle Migliori Tecniche Disponibili può essere dimostrata sia con le tecnologie adottate che con i risultati ottenuti in termini di emissioni. Nel caso in esame entrambi richiedono un approfondimento in sede di conferenza dei servizi. Le tecnologie adottate vanno approfondite ai sensi di quanto specificato nel presente punto e le emissioni conseguite ai sensi di quanto dichiarato nella trattazione relativa alla scheda A (concentrazione stimata delle polveri).

Scheda E – Modalità di gestione degli aspetti ambientali e piano di monitoraggio

Vista l’importanza che al monitoraggio è stata unanimemente attribuita in tutti gli ambiti di discussione, si ritiene di dover consigliare un notevole approfondimento di tale scheda in sede di conferenza dei servizi. La scheda E risulta praticamente non compilata ed in nota si legge “per maggiori dettagli, si faccia riferimento all’allegato E.4 “piano di monitoraggio e controllo” ed a quanto riportato nell’istanza di AIA dell’attività IPPC di cartiera”.

Andando quindi ad esaminare l’allegato E.4 “piano di monitoraggio controllo” si nota che la descrizione del sistema di monitoraggio in continuo non fa riferimento a quanto riportato nel BREF europeo e nelle linee guida italiane sui sistemi di monitoraggio. In tali documenti vengono fornite la metodiche ritenute le “migliori tecniche disponibili” per l’analisi in continuo delle emissioni in atmosfera. In sede di conferenza dei servizi andrebbe verificata la corrispondenza delle metodiche che la ditta intende utilizzare con quelle previste nelle linee guida suddette. In tale ambito andrebbero anche richieste informazioni circa la gestione delle incertezze di misura dei dati in relazione ai limiti di riferimento (cosa anche questa richiesta dalle linee guida sui sistemi di monitoraggio).

Inoltre, la descrizione del sistema di monitoraggio e controllo risulta priva di informazioni circa le manutenzioni e i controlli periodici programmati e la loro periodicità al fine di garantire l’efficienza continua dell’impianto.

In base a quanto detto e agli incontri effettuati con la cittadinanza si vuole ribadire l’importanza del monitoraggio ante operam e post opera che vada oltre l’Indice di Biodiversità Lichenica prescritto in sede di valutazione di ottemperanza (nell’ambito della verifica di assoggettabilità a VIA da parte delle Regione Lazio. Solo misurando i valori effettivi del PM10-2,5 etc. prima e dopo la realizzazione del turbogas si potrà dare un giudizio veramente incontestabile alla questione dell’impatto ambientale relativo ad essa. Il insieme all’università di Cassino possono fornire un contributo nel merito.

La realizzazione di una rete di monitoraggio della qualità dell’aria attraverso l’istallazione di centraline di rilevamento dei principali inquinanti critici (PM10 e 2,5, NOx, CO in primis) risulta determinante per aumentare l’affidabilità e la completezza del Piano di Monitoraggio e Controllo dell’Azienda e quale elemento di garanzia per i cittadini che potranno essere costantemente informati sulla qualità dell’aria e sulle reali cause di eventuali alterazioni della stessa.

Inoltre, nonostante nella scheda E siano stati indicati gli inquinanti da monitorare e sia stato menzionato il sistema di monitoraggio in continuo che verrà istallato, non si specificano:

- le caratteristiche tecniche di tale misuratore in continuo;

- i metodi analitici secondo cui verranno verificate le concentrazioni degli inquinanti;

- il grado di affidabilità delle misurazioni effettuate (ossia il grado di incertezza dei valori misurati dal sistema in continuo);

- le procedure che consentono di determinare l’indice di accuratezza relativo (IAR) – tale indice permette di valutare l’effettiva efficienza del sistema di misurazione in continuo.

Si consiglia quindi di chiedere approfondimenti in merito ed in particolare sulla determinazione dello IAR: tale determinazione si raggiunge confrontando i valori rilevati dal sistema in continuo con quelli rilavati da un piano di campionamento discontinuo.

La società non ha fatto riferimento a eventuali misure in discontinuo di verifica che invece a nostro parere dovrebbe prevedere con cadenza almeno semestrale.

Sarebbe inoltre opportuno che la società provveda a procedurizzare questo piano di verifica attraverso la adozione di uno specifico manuale".

Nessun commento:

Posta un commento