22.4.13

Il libro di Massimiliano Iervolino sulla discarica di Malagrotta. “Roma la guerra dei rifiuti” con la prefazione di Mario Tozzi



Amministrazioni pubbliche, commissari speciali e l'interesse del privato. 
E le casse si sono svuotate perché “la voragine del debito pubblico è stato creato dalla partitocrazia”.
La spesa è aumentata ed è servita ai partiti per avere il consenso e controllare il territorio. E’ l’intreccio che il libro ha raccontato. Una discarica che si proroga da anni ma non si chiuderà nemmeno stavolta. E’ nel 2011 c’è la novità, interviene la Commissione europea che riprende la procedura d’infrazione. Così Alemanno e Polverini decidono di chiudere Malagrotta la discarica aperta da oltre 35 anni che riceve rifiuti tal e quale. Comune e Regione intervengono ma in “modo imbarazzante”, scrive Iervolino. Il governo Monti interviene e blocca la nuova discarica vicino ad una emergenze storica, c’è un sito importante che non deve essere disturbato. Arriva Sottile che cerca un nuovo invaso (la prima proposta è Pian dell’Olmo che però si scarta). C’è così una mediazione tra la prepotenza del privato e dello Stato. Si deve trovare una nuova discarica. Da oltre 35 anni c’è stato l’interesse del privato che ci ha guadagnato e l’interesse della Regione Lazio e del Comune di Roma. I politici e gli amministratori dei due enti che hanno guadagnato consenso politico con la discarica.

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