Madonna delle Grazie, la Chiesa è inagibile
La “ferita” inferta dal terremoto alla
chiesa della Madonna delle Grazie. Mons. Bruno Antonellis: ”Auspico il più veloce
ripristino del luogo di culto tanto caro ai sorani”
di Gianni Fabrizio *
Lassù, da oltre cinquecento anni veglia e
protegge la Città. La chiesa della Madonna
delle Grazie è uno dei simboli più
significativi del nostro territorio. Gli occhi e l'attenzione del
visitatore che raggiunge Sora, sono subito attratti dalla collina della Madonna delle Grazie,
dalla cui cima l’originale chiesetta, visibile da ogni zona con il suo inconfondibile profilo, domina
l'intera pianura, segnata dal percorso sinuoso del fiume Liri. Dal suo terrazzo,
si gode uno spettacolo naturale, superbo e mozzafiato. La chiesa della Madonna delle Grazie rappresenta uno dei “monumenti-simbolo” più importanti e
caratteristici di Sora, anche per la sua posizione strategica. È raccolta,
accogliente, luminosa, invita alla preghiera e alla riflessione. Poi, nessun
sorano, non è potuto mancare, durante il mese di maggio, all’appuntamento “mariano”,
di primo mattino, per partecipare alla messa delle 6 e rinvigorire, così, la
devozione per il santuario che si raggiunge solo a piedi, salendo per oltre 400
scalini in pietra.
Ma ora, dopo il terremoto dello scorso 16 febbraio, non è
più sicura. Una bruttissima ferita l’ha colpita. Una ferita descritta dall’architetto
Gianni Nicoletti, dopo una verifica, con
la presenza del Cappellano don Giovanni De Ciantis, su incarico del parroco mons.
Bruno Antonellis. I danni accertati sono ingenti. C’é stato il crollo parziale
del soffitto, il distacco d’intonaco sulla trave portante la copertura del vano
chiesa; l’abbassamento del soffitto; lesioni concentrate e diffuse; parziale
abbassamento del sistema portante del tavolato del soffitto costituito da
murali e tavolame su cui è poggiato il soffitto. Ecco perché il locale adibito
a culto della Chiesa della Madonna delle
Grazie è ritenuto a rischio sicurezza per l’esercizio delle funzioni
pubbliche.
“Il mio auspicio, ha dichiarato mons. Bruno Antonellis, è che si
agisca per il più veloce ripristino possibile del luogo di culto, così caro ai
sorani. Mi auguro che si possa presto creare un apposito “Comitato”, in
collaborazione con quello della “Pia Unione”, per procedere al reperimento dei
fondi, almeno per un’immediata funzionalità della nostra Chiesa. Desidero
ricordare che ogni sabato continuerà la celebrazione della messa nei locali
attigui alla Chiesa e dichiarati agibili. Un altro forte desiderio, ha aggiunto
mons. Bruno Antonellis, è che tutti,
comprese le Istituzioni pubbliche, si adoperino perché la “Madonna delle Grazie” possa essere disponibile ed agibile per il
prossimo mese di maggio. Provarci si deve. È una tradizione troppo radicata e
sentita, qui a Sora. Posso, a tal proposito, accennare a due eventuali ipotesi
per mantenere il mese mariano: la prima
che questi possa tenersi all’aperto, tempo permettendo, sul lato sinistro sotto
la grande croce, oppure, ed ecco la
seconda, di trasferire la Statua della Madonna nella chiesa di S. Restituta.
Per il completo lavoro di ristrutturazione, credo che ci vorranno tempi lunghi.
Ripeto, ha concluso mons. Bruno Antonellis, sono solo due ipotesi da vagliare e
studiare attentamente”.
Anche l’Amministratore Diocesano, mons. Antonio Lecce,
si augura che i tempi burocratici, la disponibilità delle risorse e la volontà
di agire presto e bene siano in grado di “riconsegnare” a Sora “il gioiello”
della chiesa della “Madonna delle Grazie”,
così come per tutte le altre chiese “toccate”
dal sisma. Intanto chi vuol conoscere la storia del Santuario, ritrovare i “suoni”
delle campane, l’intensità delle preghiere, le vecchie foto, le memorie delle
mille occasioni di incontro, delle pause interiori e della festa mariana può andare sul sito: www.madonnadellegraziesora.eu . Un
ricco e suggestivo sito predisposto ed amorevolmente preparato e curato da
Walter Facchini. C’é tutto. Specialmente
l’amore e la devozione di tante
generazioni di sorani, che rivolgono lo sguardo sempre verso quella collina che
domina e protegge la Città.
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