Avevamo già scritto
che il GESTO di BENEDETTO “… fa appello alle energie formidabili, che
sicuramente si celano nel PROFONDO DIVINO MISTERO della CHIESA e che presto si
manifesteranno”.
A poche ore
dall’inizio del CONCLAVE ‘habemus PAPAM’ BERGOGLIO, che apre tutte le speranze,
che RATZINGER aveva auspicato e suscitato con la forte clamorosa RINUNCIA. L’ANNUNCIO di una ripresa di autentica energica vita ecclesiale, attesa dai FEDELI e dal MONDO, ci
è venuto con pienezza ed evidenza di SEGNI e SIMBOLI dal balcone delle Benedizioni.
Il nuovo PONTEFICE,
già SODALE e DISCEPOLO del Card. Martini nel Conclave del 2005, con assoluta
felice originalità, ha voluto chiamarsi FRANCESCO: la radicalità evangelica, la
‘scelta dei poveri’ del Concilio Vaticano II.
E’ un EMIGRANTE, discendente
della generazione dei milioni di Italiani migranti, che all’inizio del
Novecento affrontarono i disagi e le sofferenze di una difficile scelta.
Ha esortato il
popolo dei FEDELI di piazza S. Pietro alla preghiera più comune e immediata, il
Padre Nostro e l’Ave Maria. Con una raccolta pausa di silenzio meditativo e
l’invocazione di benedizione dai fedeli, quasi MEMORIA dell’antica CHIESA delle
origini e altomedievale, quando Presbiteri e Popolo Romano acclamavano l’eligendo Pontefice.
Infine si è
chiamato ‘Vescovo di Roma’, venuto dalla “FINE DEL MONDO”, quell’America Latina dove la CRISTIANITA’ è
giovane e dinamica, diversamente dalla declinante vecchia EUROPA della
‘
SECOLARIZZAZIONE ’ e della RECESSIONE.
Certamente i gravi
problemi della CHIESA del III° MILLENNIO sono tutti davanti a LUI, ma questo
INIZIO SOBRIO E UMILE di PAPA FRANCESCO ci apre il cuore alla più viva
SPERANZA.
* Sora 15 Marzo 2013 Egidio Paolucci. Foto da www.repubblica.it
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