Il gruppo (foto) proveniente da Trento è diretto a Subiaco e a Montecassino. In tanti hanno sostato a San Domenico di Sora presso la Basilica minore e in marcia tutto il gruppo ha proseguito per Arpino seguendo il corso del fiume Fibreno. Un Cammino (il Cammino di San Benedetto www.camminodisanbenedetto.it) ormai collaudato quello che porta a Montecassino ma c'è anche un Cammino da riscoprire come si scrive sul foglio online n. 150 del 9 luglio 2016 de Il Cammino.
IL SENTIERO SPALLANZANI NELL'APPENNINO REGGIANO
È un percorso di 115 chilometri nell'Appennino Reggiano. Un sentiero un po' dimenticato ma che esiste da 20 ed è tracciato. Un sentiero, scrive Luca Giannotti, che non ha un sito Internet e non ha una pagina Facebook. Quindi non conosciuto da altre parti. Un progetto che si sta realizzando con la Compagnia dei Cammini prevede una riscoperta del Cammino con le descrizioni di ogni tappa, le cartine, le tracce GPS del percorso interno (che al momento non ci sono e vanno cercate con l'aiuto di altri appassionati), più tutte le altre informazioni. Alla radio, su Radio Francigena, Luca Giannotti conduce il programma L'arte di camminare.
INTANTO LA CIOCIARIA VI ASPETTA DI NUOVO: LA TERRA DEI CAMMINI VERSO LA ROMA CRISTIANA (2). CINQUE TAPPE VIA FRANCIGENA IL PROGRAMMA: da Montecassino a San Pietro lungo la Via Francigena. Il secondo percorso da Sabato 3 settembre a Mercoledì 7 settembre 2016. Il programma qui a fianco e l'iscrizione è gratuita: https://goo.gl/forms/Hc1iXtfhgKGiEW3L2 #terradeicammini #viafrancigena
MA SAPPIAMO CAMMINARE?
"Gli uomini camminano sempre meno, sono diventati sgraziati, si muovono curvi sui loro telefonini, hanno il collo storto per l'abuso del computer, lo stomaco contratto dallo stress e la testa piena di segnali e rumori di fondo.
Un indonesiano, o un etiope, cammina in modo più nobile e felpato di noi, e quando porta un bagaglio in equilibrio sul capo mostra un andatura eretta e sinuosa che noi abbiamo perduto da un secolo...." scrive così Paolo Rumiz nel libro "A Piedi".
Per imparare nuovamente a camminare non serve una particolare competenza, basta schiodarsi dalla pigrizia della nostra routine, divano, ufficio, macchina, lavoro e abbandonarsi ai flussi della natura e del nostro corpo e passo dopo passo scoprire quello che da sempre sappiamo, che la terra è fatta più per i piedi che per gli pneumatici.
Un indonesiano, o un etiope, cammina in modo più nobile e felpato di noi, e quando porta un bagaglio in equilibrio sul capo mostra un andatura eretta e sinuosa che noi abbiamo perduto da un secolo...." scrive così Paolo Rumiz nel libro "A Piedi".
Per imparare nuovamente a camminare non serve una particolare competenza, basta schiodarsi dalla pigrizia della nostra routine, divano, ufficio, macchina, lavoro e abbandonarsi ai flussi della natura e del nostro corpo e passo dopo passo scoprire quello che da sempre sappiamo, che la terra è fatta più per i piedi che per gli pneumatici.
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