Parte subito con la canzone dei Negrita, “Non
ti buttare via”, presa in prestito anche se la band non lo ha votato. Cosa fare
ora perché l’Italia cambi? Il Partito democratico ha iniziato al Lingotto. Con
Veltroni, poi Pierluigi e Guglielmo. Il saluto di Milano col sindaco. Renzi col
67,5% dei voti, quasi 3 milioni di voti (2 milioni e 800 mila) in tutto l’8
dicembre. Il voto a Renzi per cambiare.
LE PRIMARIE A SORA E NELLA VALLE, IL VOTO A RENZI. A Sora
commercianti che abitano nella valle Comino, con familiari candidati col
centrodestra, sono andati a votare e hanno dato i due euro: “per adesso votiamo
Renzi e se poi va male c’è sempre Grillo”. Per ora c’è la fiducia a Matteo Renzi. E
Renzi vuole ricorrere anche a questi votanti per portare avanti la sua politica
nei prossimi anni. (Nella foto, a fianco, il gruppo ciociaro con Civati. Da www.frosinonepercivati.wordpress.com)
LA PRESIDENZA DEL PARTITO. A Gianni Cuperlo viene affidato la presidenza del partito.
IL VIAGGIO. E’ partito da Bari prima del voto, Renzi ha
visitato tante aziende che lavorano e vendono per l’estero. Piace a Renzi che
ci sia tecnologia italiana. Il recupero del territorio nel suo viaggio.
LA
DISCONTINUITA’. La rottamazione di Renzi che ha creato polemiche.
E’ stata una sintesi giornalistica per stare nella comunicazione. “Molto bruta,
volgare”. Il cambiamento radicale si è imposto perché bisogna voltare pagina,
ha un senso difendere la nostra storia ma ora c’è bisogno di imporre una
visione per i prossimi 15 anni e dettare una agenda per il prossimo anno al
governo che ora è di coalizione e non più di larghe intese.
L’EUROPA. Senza l’Italia l’Europa non va da nessuno parte. Il
pareggio di bilancio per non fregare i nostri figli. Per i prossimi anni è
l’Italia che serve all’Europa ma anche della cultura in un cinema, in una
biblioteca. E non dare l’impressione di essere un paese che rifiuta
l’innovazione. A Trieste nei prossimi giorni per come aiutare il nostro paese
nel semestre europeo. Il Pd curioso di ascoltare e proporre un nuovo modello
culturale. La cultura come un motore di sviluppo. Poi a Palermo perché la
società civile è anche quella dei sindaci. Sui temi del Mediterraneo che “non è
un buttafuori” come ha detto invece De Luca. Poi l’appuntamento al loro
interno. Italia e Germania motori dell’Europa. Il primo punto di ripartenza,
con un accordo alla tedesca, chiarire su cosa lavorare nei prossimi 15 mesi. Il
primo per Renzi è il lavoro, dopo 10 anni di discussione sull’art. 18. Il Pd
deve tornare il partito del lavoro “altrimenti perde la sua identità”. Tutti
ora a lavorare, dal vertice fino alla base. In un mese il Pd, fulcro del
governo, deve lavorare per semplificare le regole del lavoro con annessi e
connessi. L’azienda francese comprata dagli italiani ma nessuno ne parla.
DIRITTI CIVILI. Non è un tema solo buono per la prossima
campagna elettorale. “Ma noi siamo il Pd e su questo tema non possiamo far finta
di niente”. Poi il fondo per l’editoria che è sei volte più grande di quello
della famiglie. La scuola è il luogo per cambiare l’Italia coinvolgendo i 6000
assessori. Insegnare è il lavoro più bello, si crea l’uguaglianza e ci si mette
in gioco con le famiglie più fiduciose del futuro.
L’IMPEGNO ISTITUZIONALE. Aspetta la fine della legge di
Stabilità. Poi le regole del gioco con Letta a gennaio. La qualità dei servizi
che non è sempre la stessa. Il Senato con non più funzione elettive. Il
consigliere regionale se deve comprare le mutande lo faccia con i soldi suoi. L’alternanza
e il bipolarismo. La legge elettorale è incastrata alla Camera.
IL RAPPORTO CON GRILLO E IL M5S. Una soluzione che propone a
tutte le forze politiche entro qualche mese. Grillo ha 160 parlamentari e se lo
vogliono possono firmare la posizione che è quella del governo sul
finanziamento. Il Senato trasformato in Camera delle autonomie e al consigliere
regionale quello che prende il sindaco. Con un miliardo di risparmio. Matteo Renzi
chiede a Grillo se è disponibile a cambiare con il Pd davanti. Il messaggio
dato con forza a Grillo. Senza Pd le riforme non si fanno ma da soli non hanno
i numeri.
LA VECCHIA GUARDIA. In sala anche la vecchia guardia. Tutti in piedi a cantare l’inno italiano. Si inizia così con i rottamati seduti in prima fila.
Foto di Renzi da www.newsnotizie.it
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