pecora prediletta da un contadino che si commuove nel guardarla ma deve togliere la lana alle altre pecore perché
ormai vecchie.
Nelle successive pagine vediamo scorrere le tenere immagini di insetti e fiori quali: la
violetta, la formica, la coccinella. Annalisa ce le descrive mostrando il suo amore per esse ma, allo stesso tempo, condanna la specie umana in quanto s'approfitta delle persone più deboli. Ciò lo possiamo scorgere leggendo “La formica e la coccinella. Dalle figure di animali quali: la gattina dispettosa e il grillo emergono l'egoismo e le cattive azioni compiute da noi esseri umani.
L'immagine
della fanciullezza la cogliamo in aforismi quali: “Il mondo” in cui
vi è la tenera immagine di un bambino che immagina di dialogare con una
formica a cui da nome Serena e “Il bambino e la betulla” in cui vediamo
un fanciullo che lancia sassi contro la betulla. Il bambino che è in noi
lo ritroviamo in “Dono d'autunno” in cui il giovanissimo
protagonista si reca
in una vigna e osserva grappoli dorati e acini zuccherini da poter gustare.
Profonda è la riflessione dal titolo “Troppe domande non servono” in
cui l'autrice, immaginandolo, descrive un sasso che interroga il suo vicino
riguardo il cielo azzurro e l'erba verde. Lui ci dice che, forse, i
colori migliori
sarebbero il viola e l'oro. Il sasso è troppo preso ad osservare la meraviglia
del creato. Leggendo questo libro sono rimasto colpito dall'animo
sensibile e dall'estro di questa giovane scrittrice: una forza di vita
che scrive pensieri profondi e a cui auguro di continuare a
immergersi nella
scrittura.
* Veroli
4 aprile 2016. Di Gabriele Mattacola. Annalisa frequenta, assieme
a lui, l'Unitalsi di Sora da settembre 2015.
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