Il
professor Lino Di Stefano, già preside dell'istituto magistrale
“Pietrobono” e attuale presidente dell'Accademia Teretina, ha
iniziato la sua attività poetica nel 1971 pubblicando per la casa
editrice Reali di Ceccano la raccolta “Poesie scelte”.
Due
motivi ricorrono con più efficace insistenza nella sua poesia
limpida e sciolta: il silenzio della notte, rotto da qualche
improvviso rumore, e la voce del cuore che fa sentire i palpiti più
flebili dell'io interiore. La sua poesia, dunque, ricca di sentimento
e di meditazione, raggiunge forme di alta e profonda liricità e
l'animo del poeta si rasserena, comunque, guardando gli occhi della
madre, sorgenti di vita e di serenità, e una
stella cadente nella notte che porta con sé il desiderio
di Dio.1
Lo stile poetico della prima
raccolta riprende dalla tradizione ermetica: “Città nella notte”
è un bozzetto notturno in cui, a notte fonda mentre tutt'intorno vi
è silenzio e sta per sorgere l'alba, vi è l'immagine di un cane
randagio che sta rovistando tra le carte; “Spari a mezzanotte” è
una lirica ambientata in una serata di luglio in cui viene ucciso un
uomo mentre in “Notte d'estate” vediamo il poeta veder cadere una
stella e sentire nei vicoli un gatto miagolare. Improvvisamente
esprime il desiderio di conoscere Dio. Nel2008, per la casa editrice
Eva, Lino Di Stefano pubblica la raccolta di versi “Poesie
Kalenesi”, dedicata alla sua città natale in provincia di
Campobasso Casecalenda. Nelle liriche presenti riaffiorano i ricordi
d'infanzia:
dal Borgo Nuovo,in cui si divertiva a giocare a palla con i compagni
alla Villa Comunale dove oggi sorge un monumento al milite ignoto che
ha perso la vita durante la guerra. Tradizioni molisane le ritroviamo
nella lirica “La cavalletta” cosi' chiamata perchè in essa
correvano i cavalli. In seguito, il poeta passa a descrivere le acque
torrenziali del cigno bevibili e gustose, la fonte Chippitelli
ricordata per la fresca acqua della polla ed infine le varie chiese e
palazzi ducali.
La seconda parte della raccolta comprende “A Renato
Fucini”, lirica in cui viene ricordato il cantore della Maremma e
delle borgate toscane “cantore delle genti umili e delle piccole
cose”. “E' giorno di festa” descrive la banda che, festosa,
suona tra i vicoli del paese mentre “Casa avita” e “La
bicicletta” sono due liriche in cui raffiorano i suoi ricordi: i
nonni e l'estate del '54 quando, 16enne, il professore è caduto da
un velocipede e si è fratturato un braccio; “Il pagliaccio e la
clessidra” è una lirica emblematica in quanto i due simboli stanno
ad indicare il tempo che trascorre inesorabile mentre “La notte dei
miracoli” mostra un uomo attonito di fronte all'Orsa Maggiore in un
miracolo universale in cui vi è la strada della salvezza. La
raccolta si chiude con due liriche in lingua latina con le quali il
poeta è stato menzionato per meriti al 5 e 6 Certamen della Poesia
in Latino indetto dal Centro Agorà di Acerra ( Napoli ).
*
Veroli 2 settembre 2014 di Gabriele Mattacola. Iscritto all'Accademia
Teretina dal marzo 2007.
1 Gaetano
Di Massa Poeti della ciociaria Tipografia Pasquarelli Sora 1984
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