Nel percorso scolastico mutano le situazioni, le persone, gli eventi, le conoscenze e le esperienze, ma tutto lascia una traccia indelebile nella vostra crescita. La Scuola è davvero un grande “cantiere” aperto, una palestra bene attrezzata che molto contribuisce alla costruzione della vostra vita”. Il vescovo si affida ad alcune efficaci affermazioni che portano ad un’attenta riflessione:”guida la canoa della tua vita”, ”perché andare a scuola”, ”come rispondere alle domande di senso”,”la vita è bella e va sognata alla grande”. “Papa Francesco ha entusiasmato i giovani asiatici della Corea del sud con il grido ripetuto: Wake up, up, up, wake up! Invita i giovani a non “dormire”, li provoca ad alzare la testa, li incoraggia a non subire l’esistenza, a diventare protagonisti di una vita felice, da costruire con intelligenza vivace e diligente responsabilità, persone che dimostrano di avere una spina dorsale. Anche Gesù, davanti ad una ragazza, che tutti piangevano come morta, mentre la prende per mano grida: “Talità kum”, che significa: “Ragazza, àlzati!”. Molto bello il testo musicale di Modugno cantato dai Negramaro: “Meraviglioso, ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso. Meraviglioso! Perfino il tuo dolore potrà apparire poi meraviglioso. Ma guarda intorno a te, che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare! Tu dici non ho niente. Ti sembra niente il sole, la vita, l'amore. Meraviglioso il bene di una donna che ama solo te. Meraviglioso! La luce di un mattino, l’abbraccio di un amico, il viso di un bambino”.
E da qui scaturiscono inviti, considerazioni, suggerimenti, propositi, incoraggiamenti. “Cari ragazzi e giovani, scrive ancora il vescovo Gerardo, diffidate delle mode che inducono al degrado della vita, che propagano la “cultura di morte”, che inneggiano al disimpegno e al disprezzo dei valori, alle trasgressioni dell’alcool, della violenza, della droga“.La lettera, perciò, non è solo un accorato messaggio, ma si presenta, pur nel rispetto dei ruoli che ognuno ha nella Scuola, come una proposta di una precisa prospettiva progettuale. Egli si rivolge soprattutto agli studenti per ricordare loro che “l’attività scolastica è il periodo fecondo per il loro futuro”. Il giovane, evidenzia don Gerardo, una volta preso atto di una realtà così accattivante, deve decidersi a guidare personalmente “la canoa della propria vita”. La Scuola, ricorda mons. Gerardo Antonazzo, ha anche il grande compito di stimolare le conoscenze ed alimentare la speranza di raggiungere le mete più alte. È molto importante, precisa il vescovo, il ruolo degli educatori che sono chiamati ad esercitare il loro compito per riaccendere negli studenti, la certezza che la vita è sempre un grande dono da custodire e valorizzare. Il vescovo,infine, rinnova i saluti a tutte le componenti, con un forte richiamo alle parole, sempre attuali, di don Tonino Bello:”Vivere non significa trascinare la vita; vivere è assaporare la libertà” e la Scuola educa alla vita, se educa e pratica la libertà e la giustizia distributiva. Il testo intero del messaggio è disponibile sul sito: www.diocesisora.it.
Messaggio
del vescovo gerardo a
Dirigenti scolastici, Insegnati, Genitori e Alunni per l’anno
scolastico 2014-2015 *
Wake up
– Talità kum
La Scuola palestra di
vita
Carissimi amici,
vi scrivo con sincera amicizia e cordiale stima per augurare a ciascuno un felice anno scolastico.
Cari studenti, l’attività scolastica è il grembo fecondo del vostro futuro. Ogni evento, ogni scoperta, ogni amicizia, ogni sfida, diventano occasione preziosa da cogliere, opportunità da valorizzare per costruire con fiducia operosa i vostri progetti. Nel film “L’attimo fuggente” il protagonista John Keating (Robin Williams, drammaticamente deceduto proprio in questi giorni) dice ai suoi alunni: “Carpe Diem. Cogliete l'attimo, ragazzi. Rendete straordinarie le vostre vite”.
Nel percorso scolastico mutano le situazioni, le persone, gli eventi, le conoscenze e le esperienze, ma tutto lascia una traccia indelebile nella vostra crescita. La Scuola è davvero un grande “cantiere” aperto, una palestra bene attrezzata che molto contribuisce alla costruzione della vostra vita.
“Guida tu la tua canoa”
Papa Francesco ha entusiasmato i giovani asiatici della Corea del sud con il grido ripetuto: Wake up, up, up, wake up! Invita i giovani a non “dormire”, li provoca ad alzare la testa, li incoraggia a non subire l’esistenza, a diventare protagonisti di una vita felice, da costruire con intelligenza vivace e diligente responsabilità, persone che dimostrano di avere una spina dorsale.
Papa Francesco ha entusiasmato i giovani asiatici della Corea del sud con il grido ripetuto: Wake up, up, up, wake up! Invita i giovani a non “dormire”, li provoca ad alzare la testa, li incoraggia a non subire l’esistenza, a diventare protagonisti di una vita felice, da costruire con intelligenza vivace e diligente responsabilità, persone che dimostrano di avere una spina dorsale.
Anche Gesù, davanti ad una ragazza, che tutti piangevano come morta, mentre la prende per mano grida: “Talità kum”, che significa: “Ragazza, àlzati!” (Mc 5,41-42). Gesù risveglia la vita! L’incontro con Lui è vita piena. Lui riconsegna energia e vigore a chi si è assopito, fa rifiorire la giovane vita che sembra destinata alla morte. Significative anche le parole con cui Baden Powell, fondatore dello scoutismo, istruisce i giovani scout: “Alcuni nella loro vita preferiscono imbarcarsi passivamente, veleggiando trasportati dal vento della fortuna o dalla corrente del caso: è più facile che remare, ma egualmente pericoloso. Preferisco uno che guardi innanzi a sé e sappia condurre la sua canoa, cioè si apra da solo la propria strada. Guida tu la tua canoa”.
“Perché andate a scuola?”
Incontrando un numeroso gruppo di studenti il 7 giugno 2013 papa Francesco chiedeva: “Cari ragazzi, se adesso vi facessi la domanda: perché andate a scuola, che cosa mi rispondereste? Probabilmente ci sarebbero molte risposte secondo la sensibilità di ciascuno. Ma penso che si potrebbe riassumere il tutto dicendo che la scuola è uno degli ambienti educativi in cui si cresce per imparare a vivere, per diventare uomini e donne adulti e maturi, capaci di camminare, di percorrere la strada della vita. Come vi aiuta a crescere la scuola?”.
La Scuola deve aiutarvi a guardare sempre l’orizzonte, ad avere il cuore grande, avere grandezza d’animo, avere grandi ideali, il desiderio di compiere grandi cose. La Scuola ha il grande compito di risvegliare la tua vita, di insegnare a vivere bene, di promuovere un’esistenza che abbia un senso profondo, che sprizzi entusiasmo, gioia e speranza.
Ogni insegnante diventa educatore nella misura in cui non solo “istruisce” l’alunno, ma sceglie di esserci nella crescita dell’altro, spesso accanto al caos che ribolle, per sostenere lo sbocciare e il fiorire lento, delicato e prezioso della vita altrui. Ogni educatore è innanzitutto maestro vero di vita, esempio e modello, e non solo esperto di dottrina.
Le domande di senso
La Scuola educa alla vita se favorisce le grandi domande di senso, che caratterizzano il percorso dell’esistenza umana: chi sono? da dove vengo e dove vado? perché la presenza del male? perché l’odio? perché la violenza e le guerre? perché il bene e il male? perché si muore? cosa ci sarà dopo questa vita? qual è il senso vero dell’amore?
Questi interrogativi, e altri ancora, sono presenti negli scritti sacri di Israele, ma compaiono anche nei Veda come negli Avesta; li troviamo negli scritti di Confucio e Lao-Tze, come pure nella predicazione dei Tirthankara e di Buddha; sono ancora essi ad affiorare nei poemi di Omero e nelle tragedie di Euripide e Sofocle come pure nei trattati filosofici di Platone ed Aristotele. Sono domande che hanno la loro comune scaturigine nel bisogno di senso di cui il cuore dell’uomo è sempre mendicante. Il senso della vita è scritto nelle risposte vere a tali domande.
La Scuola, in questo senso, può sviluppare un interessante percorso interdisciplinare. Intercettare queste domande e approdare a risposte significative per la nostra felicità, umanizza la nostra vita perché le dà un senso definito e un giusto orientamento. Ogni formatore può svolgere un autentico e costruttivo servizio alla verità e alla bellezza della vita.
“Perché andate a scuola?”
Incontrando un numeroso gruppo di studenti il 7 giugno 2013 papa Francesco chiedeva: “Cari ragazzi, se adesso vi facessi la domanda: perché andate a scuola, che cosa mi rispondereste? Probabilmente ci sarebbero molte risposte secondo la sensibilità di ciascuno. Ma penso che si potrebbe riassumere il tutto dicendo che la scuola è uno degli ambienti educativi in cui si cresce per imparare a vivere, per diventare uomini e donne adulti e maturi, capaci di camminare, di percorrere la strada della vita. Come vi aiuta a crescere la scuola?”.
La Scuola deve aiutarvi a guardare sempre l’orizzonte, ad avere il cuore grande, avere grandezza d’animo, avere grandi ideali, il desiderio di compiere grandi cose. La Scuola ha il grande compito di risvegliare la tua vita, di insegnare a vivere bene, di promuovere un’esistenza che abbia un senso profondo, che sprizzi entusiasmo, gioia e speranza.
Ogni insegnante diventa educatore nella misura in cui non solo “istruisce” l’alunno, ma sceglie di esserci nella crescita dell’altro, spesso accanto al caos che ribolle, per sostenere lo sbocciare e il fiorire lento, delicato e prezioso della vita altrui. Ogni educatore è innanzitutto maestro vero di vita, esempio e modello, e non solo esperto di dottrina.
Le domande di senso
La Scuola educa alla vita se favorisce le grandi domande di senso, che caratterizzano il percorso dell’esistenza umana: chi sono? da dove vengo e dove vado? perché la presenza del male? perché l’odio? perché la violenza e le guerre? perché il bene e il male? perché si muore? cosa ci sarà dopo questa vita? qual è il senso vero dell’amore?
Questi interrogativi, e altri ancora, sono presenti negli scritti sacri di Israele, ma compaiono anche nei Veda come negli Avesta; li troviamo negli scritti di Confucio e Lao-Tze, come pure nella predicazione dei Tirthankara e di Buddha; sono ancora essi ad affiorare nei poemi di Omero e nelle tragedie di Euripide e Sofocle come pure nei trattati filosofici di Platone ed Aristotele. Sono domande che hanno la loro comune scaturigine nel bisogno di senso di cui il cuore dell’uomo è sempre mendicante. Il senso della vita è scritto nelle risposte vere a tali domande.
La Scuola, in questo senso, può sviluppare un interessante percorso interdisciplinare. Intercettare queste domande e approdare a risposte significative per la nostra felicità, umanizza la nostra vita perché le dà un senso definito e un giusto orientamento. Ogni formatore può svolgere un autentico e costruttivo servizio alla verità e alla bellezza della vita.
La vita è bella!
La vita è “mistero”, cioè un dono talmente grande nella sua profondità, e non finiremo mai di stupirci. E’ lo stupore per le piccole cose di ogni giorno, che spesso diamo per scontato. Lo stupore è il grembo della gratitudine a Dio che dona la vita attraverso l’amore dei genitori. La gratitudine insegna a vedere la bellezza e la bontà della creazione e dell’uomo, che conserva sempre l’impronta del Creatore.
Molto bello il testo musicale dei Negramaro: “Meraviglioso, ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso. Meraviglioso! Perfino il tuo dolore potrà apparire poi meraviglioso. Ma guarda intorno a te che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare! Tu dici non ho niente. Ti sembra niente il sole, la vita, l'amore. Meraviglioso il bene di una donna che ama solo te. Meraviglioso! La luce di un mattino, l’abbraccio di un amico, il viso di un bambino”.
La vita è dono dell’Amore di Dio, ed esige una risposta alla sua chiamata, a quello che Lui vuole da noi, per realizzare il progetto per il quale ci ha creati. Nella preghiera, nel dialogo con Lui, nella lettura della Bibbia, scoprirete che Lui è veramente vicino.
Cari ragazzi e giovani, diffidate delle mode che inducono al degrado della vita, che propagano la “cultura di morte”, che inneggiano al disimpegno e al disprezzo dei valori, alle trasgressioni dell’alcool, della violenza, della droga. Ogni forma di disprezzo nei confronti della vita, è un atto grave di “rinuncia”, è un lasciarsi morire.
E sappiate stare anche accanto ai vostri amici, ascoltate i loro lamenti nascosti, intercettate le loro “passioni tristi”, i loro momenti difficili nei quali a volte maturano le decisioni più estreme. Voi, prima di altri, potete arrivare in tempo nelle crisi esistenziali di tanti compagni, delusi e frustrati da difficoltà di ogni genere che mettono a dura prova la fiducia nella bontà dell’esistenza.
Sognare “alla grande”
La bellezza della vita merita grandi sogni, perché “vivere non è ‘trascinare la vita’, non è ‘strappare la vita’, non è ‘rosicchiare la vita’. Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all'ebbrezza del vento. Vivere è assaporare l'avventura della libertà. Vivere è stendere l'ala, l'unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come te!” (don Tonino Bello).
La Scuola educa alla vita se forma persone veramente libere!
Spesso pensiamo che libertà sia fare tutto ciò che si vuole. Molti ragazzi e giovani usano la loro libertà per avventurarsi in esperienze-limite per provare l’ebbrezza e vincere la noia. Questa non è libertà, perché invece di costruire, mette a repentaglio la crescita e la responsabilità della persona. Libertà vuol dire riflettere su quello che facciamo, valutare ciò che è bene e ciò che è male, e in base ai comportamenti che favoriscono i progetti belli della nostra vita, saper scegliere sempre il bene. Noi siamo liberi per il bene, perché solo questa scelta ci aiuta a realizzare bene la nostra esistenza, la storia personale e sociale.
Carissimi, spero che da queste riflessioni possa scaturire un vivace confronto. Dal 21 al 27 settembre alcuni giovani del Seminario regionale di Anagni saranno presenti negli Istituti superiori: con loro potrete approfondire alcuni di questi temi e cogliere l’opportunità di un dibattito ricco e prezioso.
Spero di incontrarvi personalmente durante l’anno scolastico, mentre vi auguro di iniziare alla grande questo nuovo percorso.
La vita è “mistero”, cioè un dono talmente grande nella sua profondità, e non finiremo mai di stupirci. E’ lo stupore per le piccole cose di ogni giorno, che spesso diamo per scontato. Lo stupore è il grembo della gratitudine a Dio che dona la vita attraverso l’amore dei genitori. La gratitudine insegna a vedere la bellezza e la bontà della creazione e dell’uomo, che conserva sempre l’impronta del Creatore.
Molto bello il testo musicale dei Negramaro: “Meraviglioso, ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso. Meraviglioso! Perfino il tuo dolore potrà apparire poi meraviglioso. Ma guarda intorno a te che doni ti hanno fatto: ti hanno inventato il mare! Tu dici non ho niente. Ti sembra niente il sole, la vita, l'amore. Meraviglioso il bene di una donna che ama solo te. Meraviglioso! La luce di un mattino, l’abbraccio di un amico, il viso di un bambino”.
La vita è dono dell’Amore di Dio, ed esige una risposta alla sua chiamata, a quello che Lui vuole da noi, per realizzare il progetto per il quale ci ha creati. Nella preghiera, nel dialogo con Lui, nella lettura della Bibbia, scoprirete che Lui è veramente vicino.
Cari ragazzi e giovani, diffidate delle mode che inducono al degrado della vita, che propagano la “cultura di morte”, che inneggiano al disimpegno e al disprezzo dei valori, alle trasgressioni dell’alcool, della violenza, della droga. Ogni forma di disprezzo nei confronti della vita, è un atto grave di “rinuncia”, è un lasciarsi morire.
E sappiate stare anche accanto ai vostri amici, ascoltate i loro lamenti nascosti, intercettate le loro “passioni tristi”, i loro momenti difficili nei quali a volte maturano le decisioni più estreme. Voi, prima di altri, potete arrivare in tempo nelle crisi esistenziali di tanti compagni, delusi e frustrati da difficoltà di ogni genere che mettono a dura prova la fiducia nella bontà dell’esistenza.
Sognare “alla grande”
La bellezza della vita merita grandi sogni, perché “vivere non è ‘trascinare la vita’, non è ‘strappare la vita’, non è ‘rosicchiare la vita’. Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all'ebbrezza del vento. Vivere è assaporare l'avventura della libertà. Vivere è stendere l'ala, l'unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come te!” (don Tonino Bello).
La Scuola educa alla vita se forma persone veramente libere!
Spesso pensiamo che libertà sia fare tutto ciò che si vuole. Molti ragazzi e giovani usano la loro libertà per avventurarsi in esperienze-limite per provare l’ebbrezza e vincere la noia. Questa non è libertà, perché invece di costruire, mette a repentaglio la crescita e la responsabilità della persona. Libertà vuol dire riflettere su quello che facciamo, valutare ciò che è bene e ciò che è male, e in base ai comportamenti che favoriscono i progetti belli della nostra vita, saper scegliere sempre il bene. Noi siamo liberi per il bene, perché solo questa scelta ci aiuta a realizzare bene la nostra esistenza, la storia personale e sociale.
Carissimi, spero che da queste riflessioni possa scaturire un vivace confronto. Dal 21 al 27 settembre alcuni giovani del Seminario regionale di Anagni saranno presenti negli Istituti superiori: con loro potrete approfondire alcuni di questi temi e cogliere l’opportunità di un dibattito ricco e prezioso.
Spero di incontrarvi personalmente durante l’anno scolastico, mentre vi auguro di iniziare alla grande questo nuovo percorso.
* Sora, 15 settembre
2014
Gerardo, Vescovo
Nessun commento:
Posta un commento