Il
saggio “Vitalità del mondo latino” è stato pubblicato
dall'autore nell'estate del 1996 per la casa editrice Eva. Esso
comprende una serie di articoli critici sui maggiori esponenti della
letteratura latina.
S'inizia con l'arpinate Marco Tullio Cicerone, la cui opera più nota rimane “Marius” mentre, come dialogo, è significativo “De amicitia”.
Poeta latino ciociaro è l'aquinate Giovenale “vir bonus et honestus” prediletto dal filosofo Kant. Catullo; Orazio; Marziale e Seneca sono esaminati dal professor Lino Di Stefano
attraverso il loro pensiero poetico e filosofico, cosi come Petronio autore del “Satyricon” ed ancor oggi caso letterario da prendere in discussione.
Nel breve saggio (60 pagine)
si fa anche riferimento all'attività filologica del filosofo
Giovanni Gentile il quale affermava che la comunità romana degli
anni prima della nascita di Cristo sarebbe arrivata, col tempo, a
crogiolarsi nella vita sontuosa. Molto significativa l'analisi che lo
scrittore compie
di Sant'Agostino, definito “Il Platone cristiano” il quale
sosteneva che l'uomo arrivava alla misurazione del tempo
distinguendolo in lungo e breve.
Dio è fuori di esso e la sua
presenza è eterna. Le dimensioni temporali del passato; del presente
e del futuro esistono nella sola anima. Un'altra personalità
esaminata è il sacerdote Aurelio Agostino ( 339-397 ), tra gli
uomini d'azione più forti che governava gli affari ecclesiastici di
tutto l'Occidente. Il medievale Boezio è l'ultimo autore classico
esaminato ed è ricordato per l'opera redatta durante la prigionia a
Pavia “Consolatio philosophiae” ( 524 ) .
Il saggio si conclude
con due articoli nei quali viene esaminata la lingua latina nella
società odierna. Il primo, “Modernità della
lingua latina”, mette in evidenza quali sarebbero le frasi italiane
trasformate in latino, sia nei luoghi pubblici ad esempio i bar, sia
per quanto riguarda i film e le opere letterarie e liriche che i
complessi musicali (Nomadi è tradotto in latino Vagae gentes mentre
U2 tu quoque). L'articolo conclusivo “Il latino oggi” ci parla di
Teodoro Ciresola, latinista che riusciva a commuoversi dinanzi al
ritorno della primavera, alla
maestosità
dei monti ed alla nascita e al tramonto del sole.
Ciresola ha
dedicato anche un carme in lingua latina a Giovanni Pascoli ed ha
descritto la bellezza della natura nei suoi vari elementi ed il
coraggio umano presente nel carme “Ad cosmonautas lunam petenses”
*
Veroli 9 settembre 2014. Di Gabriele Mattacola.
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