Colucci e Giacchetti |
Dopo l’avvicendamento tra coach Bagnoli e il suo secondo Colucci, la Biosì Indexa Sora lascia esordire un altro bianconero doc in panchina, Vittorio Giacchetti. Il club volsco si fregia, così, di una guida tecnica tutta sorana a sottolineare che sa ben pescare tra le eccellenze locali, che tali esistono e non per forza di cose bisogna guardare troppo lontano per prendere il meglio. Lo ha dimostrato negli anni mister Maurizio Colucci che grazie all’impresa della passata stagione, quella che ha condotto la città lirense nell’olimpo del volley, si è anche guadagnato l’appellativo di “sindaco di Sora”, oltre la stima acclarata di un popolo, ma d’altronde quella era sua da tempo.
Dalla scorsa domenica, durante la casalinga gara 2 di play
off Challenge contro la Calzedonia Verona, Colucci è coadiuvato in panca da un
emozionato Giacchetti, coach del settore giovanile dell’Argos Volley, anche lui
cresciuto professionalmente e umanamente sotto l’egida della società del
presidente Vicini.
Vittorio Giacchetti con Gino Giannetti |
“La SuperLega è uno
spettacolo talmente grosso che tutt'ora è difficile rendersi conto di quello
che è e di quello che è accaduto – spiega Vittorio Giacchetti. E’ stata davvero esaltante la mia prima
volta in A1. Sono praticamente
entrato in clima partita dopo che era bella che iniziata. Di solito quando
scendo in campo sono già concentrato sul match, domenica invece è stato tutto
un salutare, fare foto e complimenti vari, quindi la realizzazione di ciò che
stava succedendo è arrivata in differita. Dal punto di vista del tecnico, dato
che per ovvi motivi non sono tanto addentrato nei meccanismi della squadra e
nei rapporti tra Maurizio ed i giocatori, mi sono soffermato tanto
sull'andamento dei singoli atleti, emotivamente e tecnicamente, e per me è stato
molto interessante. Maurizio Colucci è sempre stato il mio mentore – prosegue Giacchetti. E’ stato il mio primo coach e mi portò con sé ad allenare anche a
Sant’Elia. Pallavolisticamente nutro un’ammirazione sconfinata per lui. Se c'è
una cosa nella quale mi sto davvero impegnando in questa esperienza in
SuperLega è nel cercare di apprendere il più possibile da Colucci: lavorando al
suo fianco cercherò di riportare quanto imparato nel mio lavoro con i ragazzi.
Ho intenzione quindi di trasferire loro la mia esperienza, e spero di farcela.
Ritengo di avere un gruppo molto affamato di pallavolo, quando parlo di loro
con lo staff delle giovanili infatti, nella persona di Alessandro Tiberia e
Chiara Ottaviani (che saluto come i mie fan numero uno!) in primis, dico sempre
che sono dei piccoli atleti perché non vengono in palestra solo per fare uno
sport, ma per fare pallavolo puntando a ripetere le gesta degli atleti della
SuperLega che vedono in campo domenica dopo domenica. Per me questo è il
miglior corso di aggiornamento che avessi mai potuto sperare, mi auguro di
riuscire a sfruttarla imparando il più possibile. In realtà io non posso dare
molto a Colucci in palestra, se non a livello finisco nello svolgimento degli
allenamenti. Per il resto tutto il lavoro è nelle sue mani, anche perché a me
questo incarico viene a sommarsi a tutti i precedenti quanto al mio lavoro.
Posso presenziare infatti solo ad uno dei due training quotidiani dei ragazzi,
ma Maurizio, Stefano e gli altri hanno dei meccanismi talmente tanto rodati che
si capiscono alla perfezione, e questo salta all'occhio ancora di più in quel
determinato contesto. Non hanno quasi bisogno di parlarsi per comprendersi,
soprattutto proprio Maurizio Colucci e Stefano Frasca”.
* Cristina Lucarelli – Biosì Indexa Sora.
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