Non solo interessante e piacevole, come scrive Luciana
Costantini, ma pure con qualche critica rivolta al Partito Radicale. L’On.
Paola Binetti, del Gruppo Misto-Udc, critica la prossima marcia della giustizia del giorno di Pasqua
che da Regina Coeli “arriva a Piazza S. Pietro” e non ad esempio “davanti al
ministero”. Sui “vari
casi, diversi l’uno dall’altro – da DJ
Fabo ad Eluana Englaro, da Luca Coscioni a Piergiorgio Welby e a Therry Schiavo”
la Binetti
ha posto l’accento sul fatto che pure qui ci sono i Radicali coinvolti. (Due
giorni fa l’ultimo caso di Davide Trentini con Mina Welby coinvolta). La
marcia del 16 aprile è arrivata alla quinta edizione: una marcia per l’amnistia
e l’indulto con la crisi, quasi al collasso, della giustizia in Italia. Stanno
arrivando le adesioni e su change.org è stata lanciata dalla sorella di Stefano Cucchi una petizione contro la
tortura da collegare alla marcia di domenica. I Radicali sperano che sia
l’ultima battaglia ma non sarà così. Una battaglia per lo stato di diritto, c’è
una emergenza e questo è l’impegno del gruppo politico.
Al fianco dell’On.
Binetti, nella Sala del Premiato Cinema Liri, il vice-sindaco (dimissionario da
poche ore ma le dimissioni non sono state ritirate dal sindaco che lo ringrazia
invece del lavoro svolto soprattutto sul Bilancio comunale) del Comune di Isola
del Liri, Angelo Caringi, che tante battaglie politiche ha portato avanti con la Binetti. Angelo
Caringi, assessore al Bilancio, dimessosi, si pensa già al successore con un
assessore esterno (?) e con l’opposizione consiliare di centrosinistra che sul
bilancio dichiara che i debiti sono sicuri non sicure sono invece le entrate. I
problemi sono arrivati con il recente bilancio perché è scoperto, servono,
fanno sapere le due consigliere Di Pucchio e Mancini, 150 mila Euro.
BATTAGLIA
Ora l’Onorevole Binetti è al centro di una battaglia parlamentare alla Camera che si chiuderà tra qualche settimana. Una legge di 5 articoli con gli articoli 1 e 3 che hanno più spessore, criticati e contestati. Poi ci sono gli organi di informazione che non trattano le istanze della Binetti: solo Avvenire ha ripreso un intervento della Binetti il giorno stesso del convegno isolano e il giorno seguente, domenica scorsa, ha pubblicato un’intervista all’ex ministro della Sanità e con una lunga militanza nel Pd, Mariapia Garavaglia, che non vuole proprio la legge. Per il giornale dei vescovi Pd e M5S sono in prima linea per arrivare all’approvazione della legge sulle Dat. Preoccupano le troppe pressioni per ottenerla. Tutte e due hanno messo in guardia sui rischi, a partire dai contenziosi infiniti con i medici. Per la Binetti è una legge che non si mette davanti al medico, cioè non ascolta ma abusa. Una legge lassista e per la Garavaglia la norma sulle Dat è inutile e dannosa e senza obiezione di coscienza.
Ora l’Onorevole Binetti è al centro di una battaglia parlamentare alla Camera che si chiuderà tra qualche settimana. Una legge di 5 articoli con gli articoli 1 e 3 che hanno più spessore, criticati e contestati. Poi ci sono gli organi di informazione che non trattano le istanze della Binetti: solo Avvenire ha ripreso un intervento della Binetti il giorno stesso del convegno isolano e il giorno seguente, domenica scorsa, ha pubblicato un’intervista all’ex ministro della Sanità e con una lunga militanza nel Pd, Mariapia Garavaglia, che non vuole proprio la legge. Per il giornale dei vescovi Pd e M5S sono in prima linea per arrivare all’approvazione della legge sulle Dat. Preoccupano le troppe pressioni per ottenerla. Tutte e due hanno messo in guardia sui rischi, a partire dai contenziosi infiniti con i medici. Per la Binetti è una legge che non si mette davanti al medico, cioè non ascolta ma abusa. Una legge lassista e per la Garavaglia la norma sulle Dat è inutile e dannosa e senza obiezione di coscienza.
Il Comunicato Stampa, che
segue è a firma di Luciana Costantini e con alcune foto di Gianni Urbini.
Inviati da Gianni Fabrizio
Interessante e
piacevole. Così è stato l’incontro che l’on. Paola Binetti ha tenuto ad Isola del Liri. Organizzato presso
il Premiato Cinema Liri dalla Parrocchia S. Lorenzo m. con il coinvolgimento di
tutta la Zona
pastorale, ha avuto come tema “La nascita e la morte – nuove questioni di
bioetica”.
Dopo
l’introduzione dall’Avv. Diego Mancini ed i saluti del parroco don Alfredo Di
Stefano e del vicesindaco Angelo Caringi, la parola è passata alla relatrice,
che ha subito precisato come l’incontro si pone al centro di una battaglia
parlamentare in atto e -felice
coincidenza!- alla vigilia della Domenica delle Palme, in cui i cristiani
riflettono più intensamente sulla passione e morte di Gesù. Nascere e morire sono i due poli entro
cui ruota l’esistenza umana con tutte le sue variabili e tra queste la salute, che l’articolo 32 della
Costituzione Italiana tutela come “fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività”
e al 2° comma sancisce il “rispetto della persona umana”. Il passaggio da questo Articolo al nuovo Decreto di Legge in esame al Parlamento
è stato breve e consequenziale con tutte le precisazione del caso, dal DAT che
da “dichiarazione anticipata di
trattamento” sta per divenire “Disposizione
anticipata di trattamento” all’eutanasia attiva e passiva, dal suicidio
assistito all’accanimento terapeutico. Chiaro è che esaurire o meno una
richiesta di morte, come già nel caso di aborto, significa porsi nella logica
di assoluta irreversibilità, perché
se in vita tanti errori o imperfezioni si possono migliorare, con la morte ciò
mai potrà avvenire. Dall’esame dettagliato dei vari casi, diversi l’uno
dall’altro –da DJ Fabo ad Eluana Englaro,
da Luca Coscioni a Piergiorgio Welby e a Therry Schiavo- - e dall’analisi
dei diversi aspetti si evince che se la libertà
ed il diritto del malato sono da
rispettare, non altrettanto rispetto ci sarebbe per il medico e per l’intera struttura
ospedaliera, che verrebbero vincolate dalla Legge, senza possibilità di
obiezione di coscienza, come invece accade per l’aborto. Certo è che non ci
sono né ci possono essere vite di serie
A e vite di serie B e che la dignità della vita è “a
prescindere”. Tutti siamo “tentabili”
dall’ideologia della libertà, lo stesso cristiano è chiamato a fare i conti con
le proprie tentazioni, ma nel caso della vita e della dignità di ogni persona –comunque e qualunque essa sia- si tratta
di difendere valori non semplicemente cristiani, ma completamente umani. Una
legge dettata quindi dal profondo individualismo è una sconfitta per tutti. La
relazione dell’on Binetti, già molto ampia ed esaustiva, si è ulteriormente
arricchita con alcuni interventi da parte del pubblico, grato per aver
dibattuto un problema così profondo, che merita attenzione, conoscenza,
confronto, riflessione e, perché no?, azione concreta.
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