di Rodolfo Damiani *
Il
12 agosto 1944, pochi giorni prima della liberazione di Firenze, a
Fiesole tre carabinieri, Alberto La Rocca, Fulvio Sbarretti e
Vittorio Marandola,
cadevano sotto i
colpi di un plotone d'esecuzione nazista.
colpi di un plotone d'esecuzione nazista.
Il
sacrificio dei "Carabinieri Martiri di Fiesole", immolatisi
per salvare la vita di dieci persone trattenute in ostaggio, deve
essere collocato nel giusto contesto storico proprio per evidenziare
il contributo importante che l'Istituzione seppe offrire in terra
toscana nel periodo tra il 1943 e il 1944.
L'episodio di Fiesole presenta molteplici analogie con quello del vice brigadiere Salvo d'Acquisto. In entrambe le circostanze i militari scelsero di scambiare la loro giovane vita con quella di inermi cittadini destinati alla morte. Ed il valore di questa scelta - che assurge i militari a "martiri cristiani" caduti a difesa dei valori della solidarietà e dell'amore come sottolineò in una sua omelia l'Ordinario Militare, monsignor Angelo Bagnasco.
L'episodio di Fiesole presenta molteplici analogie con quello del vice brigadiere Salvo d'Acquisto. In entrambe le circostanze i militari scelsero di scambiare la loro giovane vita con quella di inermi cittadini destinati alla morte. Ed il valore di questa scelta - che assurge i militari a "martiri cristiani" caduti a difesa dei valori della solidarietà e dell'amore come sottolineò in una sua omelia l'Ordinario Militare, monsignor Angelo Bagnasco.
La
rievocazione di quel tragico 12 agosto 1944 è particolarmente
commovente davanti al Monumento sulla collina di Fiesole che ricorda
l'episodio, la tragicità degli eventi seguiti all'armistizio su
tutto il territorio nazionale, ha evidenziato «quella ferma volontà
di difendere la popolazione da ogni pericolo, da sempre patrimonio
consolidato di tutti i Carabinieri». E se i nostri militari sono
divenuti un punto di riferimento insostituibile per la cittadinanza,
lo debbono proprio a questi uomini il cui «cosciente incontro con la
morte ha elevato ad Eroi».
Ricordiamo che l'adempimento del dovere «deve essere uno stile di vita per i Carabinieri ed il ricordo di quanti ci hanno preceduti costituire un ideale punto di riferimento per perpetuare e confermare la dedizione dell’Arma. L'importanza e la sublimità del sacrificio di Sbarretti, Marandola e La Rocca viene giustamente ribadito da tutti coloro che, dopo aver inquadrato storicamente l'episodio, evidenziano come la libertà per i tre martiri fosse solo a qualche chilometro di distanza.
Ricordiamo che l'adempimento del dovere «deve essere uno stile di vita per i Carabinieri ed il ricordo di quanti ci hanno preceduti costituire un ideale punto di riferimento per perpetuare e confermare la dedizione dell’Arma. L'importanza e la sublimità del sacrificio di Sbarretti, Marandola e La Rocca viene giustamente ribadito da tutti coloro che, dopo aver inquadrato storicamente l'episodio, evidenziano come la libertà per i tre martiri fosse solo a qualche chilometro di distanza.
«I tre militari
deliberatamente scelsero di essere interpreti della volontà di
riscatto di un'Italia che anelava a liberarsi dalla tirannide, per
risorgere dalla tragedia e riprendere il cammino di civiltà. Essi
così non si sottrassero alla lotta e non esitarono a seguire la
strada dell'onore».
Infine, dopo aver posto in risalto i principi morali che da 199 anni hanno animato ed animano la storia dell'Arma, dobbiamo sottolineare come il monumento di Fiesole ci rammenti, in forma solenne, che «nessuna tenaglia può spezzare la Fiamma dei Carabinieri».«Giovani e meno giovani», insisto «dovrebbero avere ben presenti le figure di Sbarretti, Marandola e La Rocca, il loro sacrificio giunto al culmine di sofferenze e privazioni vissute dalle nostre popolazioni nelle tragiche giornate che si conclusero con la liberazione di Firenze».
Infine, dopo aver posto in risalto i principi morali che da 199 anni hanno animato ed animano la storia dell'Arma, dobbiamo sottolineare come il monumento di Fiesole ci rammenti, in forma solenne, che «nessuna tenaglia può spezzare la Fiamma dei Carabinieri».«Giovani e meno giovani», insisto «dovrebbero avere ben presenti le figure di Sbarretti, Marandola e La Rocca, il loro sacrificio giunto al culmine di sofferenze e privazioni vissute dalle nostre popolazioni nelle tragiche giornate che si conclusero con la liberazione di Firenze».
Quel periodo è stato uno dei più
difficili ed al tempo stesso più esaltanti della storia dell'Arma. I
militari, rimanendo al loro posto, sia nelle città che nelle
Stazioni distaccate, si rivelarono un valido punto di riferimento per
le popolazioni e per il movimento di liberazione.
Tanti gli episodi
che si succedettero tra l'8 settembre 1943 e l'agosto del 1944.
Numerosi furono i comandanti di stazione che a rischio della propria
incolumità dettero asilo e protezione a quanti temevano le
rappresaglie dei nazifascisti. «Ma le pagine più
significative», ricordo per quanti per posizione di parte fingono di
ignorarlo, «furono scritte da quei carabinieri che a centinaia
militarono nelle formazioni partigiane operanti in Toscana ed in
particolare nel Raggruppamento "Monte Amiata", nella
Divisione "Arezzo", nella Brigata "V", nella
Banda "Simar" e nelle Formazioni Apuane.
Episodi oscuri ma
di grande valenza, che mettono in risalto cosa voglia significare
combattere e morire per difendere non solo valori e ideali ma anche
la vita altrui». Alle nostre voci si è aggiunta quella messianica
nel novembre del 1986 di Giovanni Paolo II, che raccoltosi in
preghiera ai piedi del Monumento, espresse la sua ammirazione per
loro. Il Santo Padre in quell'occasione disse: «Dobbiamo grande
riconoscenza a coloro che, come questi giovani, sanno offrire la
propria vita per la libertà, per la pace e per la giustizia».
Anche
a Sora abbiamo il Monumento ricordo dei tre martiri, di cui uno il
più giovane ALBERTO LA ROCCA è sorano e il cui esempio dovrebbe
essere insegnato e sottolineato nelle scuole e dovrebbe indicare i
VALORI veri alla nostra gioventù, a cui presentiamo i vergognosi
modelli di una classe politica la cui patria è il proprio
tornaconto, il valore dell’uomo misurato con la consistenza del
proprio patrimonio, la meritocrazia dominio dei furbetti e di chi
compiace i potenti.
In occasione del 69 anniversario del martirio di
ALBERTO LA ROCCA e dei suoi Commilitoni proponiamo un programma di
incontri sui Diritti, sui Doveri, sui valori, sulla legge e sulla
libertà, perché serva a noi come riparazione dalle aberrazioni a
cui abbiamo portato la vita civile e ai giovani per affrontare il
futuro con la certezza che i Padri, i Martiri e tutti coloro che
hanno lottato contro la tirannide volevano un’ITALIA diversa,UNA
LIBERA INDIVISIBILE negli ideali Risorgimentali DIO PATRIA
FAMIGLIA.
* Sora
12 agosto 2013.
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