6.8.20

Lo scempio del Fiume Liri approda in Parlamento, chiesto l'intervento del ministro Costa

Il Fiume Liri a Sora (FR)

FIUME LIRI: DALL’INQUINAMENTO AMBIENTALE ALLO SFRUTTAMENTO BRUTALE PER LE CENTRALI IDROELETTRICHE

Primo Di Nicola, abruzzese, è nato a Castellafiume, L'Aquila, nel 1952. Ha conseguito una laurea in filosofia, ed è giornalista e scrittore. 

Primo Di Nicola dei 5 Stelle in Parlamento: 

"Ho portato il caso in Senato per dare voce alle proteste di migliaia di cittadini. Ho chiesto un immediato intervento del Ministro Costa, per valutare la portata del disastro ambientale.

Mi rivolgo anche all'Enel, e agli altri enti coinvolti, che dovrebbero valutare immediatamente la possibilità di cancellare la deviazione del fiume, che ancora oggi insiste, per alimentare centrali che nel 2020 potrebbero essere sostituite da altre fonti in grado di produrre i medesimi quantitativi di energia.

Da decenni il fiume è oggetto di una battaglia che vede da un lato lo sfruttamento del corso d’acqua per l’alimentazione di ben 6 centrali idroelettriche, tanto da deviarne più di 70 anni fa il corso naturale in una galleria scavata nei monti Simbruini; dall’altro una schiera di cittadini e associazioni in difesa del fiume e del territorio che abitano.

La deviazione del fiume ha portato all'annientamento di una economia e di una cultura millenaria legata alle sue risorse e alle sue attività economiche. Si è scatenato quindi un impoverimento così drammatico da provocare emigrazione di massa e spopolamento di interi paesi, come è successo anche a Castellafiume, che ancora oggi scontano questa privazione. Il fiume deve essere restituito al suo corso millenario per ridare almeno fiato alle iniziative ambientali e turistiche che si potrebbero avviare in breve tempo.

Tra le problematiche anche una serie di episodi che hanno evidenziato fenomeni di schiuma e moria di pesci. Già nel settembre 2017 a Civitella Roveto, per esempio, era stata rilevata acqua di un colore violaceo e a seguito di questo episodio numerose associazioni si sono costituite sul territorio.

Associazioni che oggi denunciano sfruttamento e inquinamento del fiume, come è accaduto nel mese di maggio a seguito di una misteriosa schiuma rilevata all’altezza del comune di Capistrello e dell'emissario, che nel fiume fa confluire le acque provenienti dalla piana del Fucino.

L'allarme è scattato, ci sono state riunioni con i sindaci, con il Consorzio acquedottistico marsicano, con la cartiera Burgo e altri soggetti. E’ in corso anche un’inchiesta della magistratura. Ma dopo oltre due mesi nessun risultato è stato ancora raggiunto, mentre il fiume continua ad essere inquinato e i pesci a morire.

Restiamo in attesa di conoscere il nome dei responsabili del disastro ambientale".

LO SCEMPIO DEL LIRI

Continua Primo Di Nicola sullo scempio del fiume Liri nella Marsica e nella valle Roveto: 


"Un fiume deviato alle sorgenti ed incanalato in un tunnel sotterraneo per alimentare una centrale elettrica probabilmente (e lo vedremo nei prossimi giorni) inutile. 

E un acquedotto con un'altra centrale costruita negli anni Sessanta del secolo scorso fonte di spreco idrico ed economico (costi altissimi e fuori mercato) ma soprattutto insicura per chi ci lavora per assicurare un servizio essenziale ai rubinetti di decina di migliaia di cittadini abruzzesi e laziali.

Questa è la situazione che ho trovato durante un sopralluogo alle sorgenti del fiume Liri, nel comune di Cappadocia.

Alle sorgenti di quello che una volta era un corso d'acqua ricco e maestoso, oggi quasi prosciugato e ridotto ad una vera e propria bomba ecologica. Come ho denunciato nell'aula del Senato qualche giorno fa. 

Ricordando e documentando l'ultimo episodio registrato all'altezza di Capistrello dove continua a comparire una misteriosa schiuma bianca con relativa distruzione dell'ambiente e moria di pesci.

Queste sono alcune immagini del sopralluogo, fatto con i tecnici del Cam, il Consorzio acquedottistico marsicano.

Tra qualche giorno farò un nuovo sopralluogo per acquisire altri dati e documentazione. Perché la battaglia per ridare ai cittadini il loro fiume continua.

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