Sora (FR) Piazza Mayer Ross
Foto: ilverdastro
L’iniziativa è nata sotto l’egida delle Politiche Giovanili del Comune di Sora. Grande soddisfazione è espressa dal Sindaco Roberto De Donatis e dalla Consigliera delegata Simona Castagna che dichiarano: “Gli spazi urbani rischiano di essere sfumati da toni di grigiore e da incuria, a noi amministratori ma anche alla cittadinanza tutta spetta il compito di interessarsene anche attraverso interventi innovativi che, coniugando l’arte alle necessità di tutti i giorni, possano stimolare in particolar modo le giovani generazioni a tenere di più alla città come fosse la propria abitazione. Questo il motivo per cui ho deciso di sposare questo progetto; quando le richieste provengano dai giovani è doveroso far sì che si realizzino anche con lo scopo di dare il buon esempio e di poter ricevere proposte di cittadinanza attiva belle e utili come questa”.
L’iniziativa ha visto fin dalla fase della progettazione ed elaborazione la collaborazione anche dall’Ambiente e Salute forte dell’importanza del “riciclo” ossia della trasformazione dei rifiuti in materiali riutilizzabili, un sistema efficace per risparmiare risorse naturali, materie prima ed energia e soprattutto per inquinare meno, preservando l’ambiente circostante.
Un murales di Francesco Tersigni: "Nisto" Foto ilverdastro,
L’Associazione Deep Street e il Comune di Sora, in collaborazione con l’Ambiente e Salute S.r.l., hanno ideato un progetto per sensibilizzare la cittadinanza e soprattutto i più giovani alla valorizzazione, al decoro e alla cura degli spazi urbani. Il progetto, nato durante il lockdown, parte dall’idea di alcuni giovani artisti che hanno avuto l’intuizione di poter ricavare qualcosa di particolare dal recupero dei fusti dell’olio donati dalle Officine Palleschi di Sora, che sono stati lavorati e trasformati in secchi per la raccolta di pattume e deiezioni canine. Tali secchi sono stati dipinti da diversi artisti del territorio: Enrico Rossi (Ugo Art), Alessia Alonzi, Virginia Cersosimo, Simone Matteucci De Blasis, Daniele Di Folco, Roberta Pantone, Giulia Fornari, Francesca Campagna, Francesco Fiorini e Umberto Di Passio.
L’iniziativa è nata sotto l’egida delle Politiche Giovanili del Comune di Sora. Grande soddisfazione è espressa dal Sindaco Roberto De Donatis e dalla Consigliera delegata Simona Castagna che dichiarano: “Gli spazi urbani rischiano di essere sfumati da toni di grigiore e da incuria, a noi amministratori ma anche alla cittadinanza tutta spetta il compito di interessarsene anche attraverso interventi innovativi che, coniugando l’arte alle necessità di tutti i giorni, possano stimolare in particolar modo le giovani generazioni a tenere di più alla città come fosse la propria abitazione. Questo il motivo per cui ho deciso di sposare questo progetto; quando le richieste provengano dai giovani è doveroso far sì che si realizzino anche con lo scopo di dare il buon esempio e di poter ricevere proposte di cittadinanza attiva belle e utili come questa”.
L’iniziativa ha visto fin dalla fase della progettazione ed elaborazione la collaborazione anche dall’Ambiente e Salute forte dell’importanza del “riciclo” ossia della trasformazione dei rifiuti in materiali riutilizzabili, un sistema efficace per risparmiare risorse naturali, materie prima ed energia e soprattutto per inquinare meno, preservando l’ambiente circostante.
Un murales di Francesco Tersigni: "Nisto" Foto ilverdastro,
Francesco Tersigni artista emergente è su Instagram: Effetti_Drawings
I materiali più comuni da riciclare, spesse volte, prendono forma e nuova vita attraverso oggetti che diventato delle vere e proprie opere d’arte. Il riciclo diventa così non solo qualcosa di utile ma una vera e propria arte, in cui l’espressione estetica prende vita attraverso il genio di chi la realizza. L’assessore all’ambiente Natalino Coletta plaude al progetto: un’iniziativa, originale e per certi versi innovativa: “Sono convinto che ai cittadini sorani piacerà molto”.
Queste le voci dei giovani artisti. Umberto di Passio dichiara: “Ho iniziato questo progetto dopo la fine della quarantena. Considerati gli spazi ristretti della mia abitazione, ho dovuto disegnare e colorare i bidoni davanti al portone di casa mia. È stato bello vedere le persone che iniziavano a tornare alla vita e che si fermavano incuriosite a vedere cosa stessi facendo. Questo lavoro è stato il mio primo contatto vero con l’esterno dopo due mesi d’inferno, lo ricordo con piacere e spero che possa trovare il gradimento di tutti”.
Mentre Giulia Fornari “Ho realizzato il bidone, quale omaggio ad un uomo strano e incomprensibile, Friedensreich Hundertwasser, pittore, scultore, architetto, ecologista austriaco che anticipò alcuni concetti di bioarchitettura, la cui arte si è insinuata nel tessuto urbano di alcune grandi città europee promuovendo spazi verdi fin sopra i tetti delle case che progettava; spero che questa possa essere la prima di una serie di azioni urbane per riqualificare in modo sostenibile e creativo i nostri spazi”.
Francesco Di Palma dell’associazione Deep Street dichiara che “l’idea nasce come una sorta di esperimento sociale sotto un duplice aspetto, il primo investe la cura al pulito degli spazi comuni, l’altro, vuole essere un sorta di messa alla prova dei cittadini per sondare il loro senso di responsabilità e di appartenenza ad una comunità, considerato che i bidoni non sono fissati a terra ma lasciati liberi. Saranno i cittadini a dover dimostrare di saper tener cura vigilando contro eventuali vandalismi”.
Queste le voci dei giovani artisti. Umberto di Passio dichiara: “Ho iniziato questo progetto dopo la fine della quarantena. Considerati gli spazi ristretti della mia abitazione, ho dovuto disegnare e colorare i bidoni davanti al portone di casa mia. È stato bello vedere le persone che iniziavano a tornare alla vita e che si fermavano incuriosite a vedere cosa stessi facendo. Questo lavoro è stato il mio primo contatto vero con l’esterno dopo due mesi d’inferno, lo ricordo con piacere e spero che possa trovare il gradimento di tutti”.
Mentre Giulia Fornari “Ho realizzato il bidone, quale omaggio ad un uomo strano e incomprensibile, Friedensreich Hundertwasser, pittore, scultore, architetto, ecologista austriaco che anticipò alcuni concetti di bioarchitettura, la cui arte si è insinuata nel tessuto urbano di alcune grandi città europee promuovendo spazi verdi fin sopra i tetti delle case che progettava; spero che questa possa essere la prima di una serie di azioni urbane per riqualificare in modo sostenibile e creativo i nostri spazi”.
Francesco Di Palma dell’associazione Deep Street dichiara che “l’idea nasce come una sorta di esperimento sociale sotto un duplice aspetto, il primo investe la cura al pulito degli spazi comuni, l’altro, vuole essere un sorta di messa alla prova dei cittadini per sondare il loro senso di responsabilità e di appartenenza ad una comunità, considerato che i bidoni non sono fissati a terra ma lasciati liberi. Saranno i cittadini a dover dimostrare di saper tener cura vigilando contro eventuali vandalismi”.
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