Giuseppe Bonaviri, scrittore e cardiologo nativo di Mineo
(Catania) ma residente in Ciociaria, prima a Sora e, dal 1958 al 21 marzo del
2009, giorno della sua morte, a Frosinone, ha pubblicato il suo primo romanzo,
dal titolo “Il sarto della stradalunga”,
nel 1954. Esso apparve nella collana curata dallo scrittore Elio Vittorini per
la casa editrice Einaudi, I Gettoni.
Successivamente è stato tradotto in ben
nove lingue: francese; tedesco; russo; ceco; svedese; arabo; polacco e rumeno.
Il romanzo ruota attorno alla figura di un artigiano, il sarto Pietro Scirè,
esempio di uomo del Sud generoso e laborioso.
Durante il mese invernale, periodo per lui di riposo, scrive qualche pagina sulla sua vita. La sua è un’esistenza segnata dalla povertà e le cui gioie sono rare. Il paese dove vive si perde in un’arida campagna i cui abitanti sono umili contadini.
Il romanzo è autobiografico in quanto il protagonista può essere identificato con il padre dello scrittore Settimo Emanuele (Don Nanè per i compaesani) che svolgeva il mestiere di sarto.
Il romanzo, per prima cosa, viene letto come una denuncia che richiama l’attenzione del pubblico sui problemi che investono il Sud d’Italia e il mondo rurale. Quello in cui si muovono i personaggi di Bonaviri è un universo sociale dominato da un’aspra distinzione tra i pochi ricchi e i molti poveri. (1) “Il sarto della stradalunga” risente ancora della prospettiva neorealistica, svolgendola però verso un’autobiografia fantastica. (2)
Durante il mese invernale, periodo per lui di riposo, scrive qualche pagina sulla sua vita. La sua è un’esistenza segnata dalla povertà e le cui gioie sono rare. Il paese dove vive si perde in un’arida campagna i cui abitanti sono umili contadini.
Il romanzo è autobiografico in quanto il protagonista può essere identificato con il padre dello scrittore Settimo Emanuele (Don Nanè per i compaesani) che svolgeva il mestiere di sarto.
Il romanzo, per prima cosa, viene letto come una denuncia che richiama l’attenzione del pubblico sui problemi che investono il Sud d’Italia e il mondo rurale. Quello in cui si muovono i personaggi di Bonaviri è un universo sociale dominato da un’aspra distinzione tra i pochi ricchi e i molti poveri. (1) “Il sarto della stradalunga” risente ancora della prospettiva neorealistica, svolgendola però verso un’autobiografia fantastica. (2)
(1) Dalla
prefazione al romanzo edizione Classici moderni/Oscar Mondadori 1996
(2)
Giulio Ferroni Storia della letteratura italiana/Il
Novecento Einaudi 1991 Pag. 462
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