Il 27 maggio presso la Casa della Cultura “Giuseppe Bonaviri” in Frosinone, si è svolto un recital di poesia e solidarietà in cui Franco Fiorini, pluripremiato scrittore verolano, ha presentato la raccolta dal titolo “Le mie tre stagioni: radici, memoria, presente”. L’opera antologica comprende le poesie più significative composte da Franco Fiorini, già maestro elementare. Tra i primi componimenti che troviamo scorrendo il libro vi “Notte di San Lorenzo” in cui, prendendo spunto dal grande Giovanni Pascoli, il poeta invita un uomo d’affari, un giovane sposo ed un potente monarca ad osservare le stelle che cadono dal cielo. Lo stesso autore, nel vedere la caduta delle stelle, rimane incantato.
La lirica successiva, dal titolo “Cieco”, è una drammatica riflessione che ha come protagonista un uomo il quale, ogni mattina, quando si alza dal letto è sempre triste perché sa che non vedrà mai il sole. Vi sono poi gli omaggi del poeta verolano al Vietnam ed a Martin Luther King. Significativo è il componimento poetico “Amicizia” in cui si parla dello scambio epistolare con una ragazza siciliana, amica del poeta, che gli parla della sua terra facendo riferimento al profumo delle arance mature. “Attesa” è un acronimo che vede protagonisti il poeta stesso e sua moglie Enrica. La lirica “Oggi mi vien dolce ricordare” è stata composta in ricordo della maestra del poeta ed insegnante verolano da lui vista come: “una fatina azzurra che narrava la fiaba della sua vita”. Nella raccolta antologica sono presenti, inoltre, omaggi alla famiglia: i genitori scomparsi quasi centenari, la già citata moglie ed i figli Angelica ed Emanuele. “La notte che hai visto le stelle” è una dedica in versi al cantautore Claudio Chieffo, scomparso nel 2007 e legato al movimento in cui milita lo stesso poeta Comunione e Liberazione. L’autore verolano, citando i versi di una sua canzone, lo ricorda con la chitarra in spalla mentre sta lasciando questa vita terrena per raggiungere la meta celeste dove è atteso per l’eternità ed in cui cantera davanti a Dio.
Drammatica è la lirica successiva “Gli occhi di Sarah” in cui la quindicenne Sarah Scazzi, uccisa barbaramente ad Avetrana, viene vista dal poeta come: “un piccolo angelo con il sole nei capelli”. Nella sezione “Autunno” troviamo, poi, alcuni componimenti poetici dedicati a suo nipote Paolo, primogenito della figlia Angelica. Il bambino è visto dal nonno come “un piccolo poeta grazie al quale lui, ogni giorno, sorride”. Gli inserti a colori presenti ne “Le mie stagioni” sono i dipinti del grande artista Vincent Van Gogh. A chiusura della raccolta troviamo la lirica in vernacolo “La penzione” in cui il poeta verolano, osservando una donna di nome Concetta che sta andando a riscuotere la pensione, pensa a se stesso che, da dieci anni, è ormai pensionato. E’ triste in quanto gli mancano i suoi piccoli alunni i quali, come gattini, si attaccavano sempre ai piedi del loro maestro.
* Veroli 5 giugno 2017. Gabriele Mattacola.
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