24.1.22

Direttore scientifico del Museo della Media Valle del Liri si va verso una revisione dell'avviso pubblico. Alessandra Tanzilli: "la storia del nostro museo civico"

                            Piazza Mayer Ross e Museo civico
Il Comune di Sora ritira (doveva scadere oggi alle ore 13) l'avviso pubblico per la selezione di un direttore scientifico del Museo della Media Valle del Liri; 

cercava l'ente comunale un pensionato con una attività, in piazza Mayer Ross, da svolgere in modo gratuita perché non si prevedeva alcun compenso né rimborsi spesa per l’attività svolta. Il Comune quindi cerca una collaborazione con l'ente sovra-comunale ed accoglie l’invito della Soprintendenza e va verso una revisione dell'avviso pubblico. 

Sindaco Luca Di Stefano e Assessora Maria Paola Gemmiti dichiarano: 

“In merito all’avviso pubblico per la selezione del Direttore scientifico del Museo della Media Valle del Liri, bandito per permettere la riapertura di uno spazio dal valore inestimabile per la Città di Sora, pur costatando che l’iter approntato dai competenti uffici Comunali è rispettoso della vigente normativa sul reclutamento del personale direttivo nella pubblica amministrazione e ne rispetta anche i più recenti pareri interpretativi, prendiamo atto della nota della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Frosinone e Latina e nella giornata di oggi, 24 gennaio, gli uffici provvederanno a revisionare il suddetto avviso pubblico” dichiarano il Sindaco Luca Di Stefano ed il Vice Sindaco con delega alla Cultura Maria Paola Gemmiti. “Quest’Amministrazione non vuole intraprendere un braccio di ferro con la Soprintendenza, infatti, ha l’intenzione di operare nel pieno rispetto delle funzioni e delle competenze degli enti sovra-comunali. Accogliamo l’invito a collaborare che ci è pervenuto lo scorso 20 gennaio da parte della Soprintendente Arch. Maria Grazia Filetici. Questa amministrazione intende operare in un clima di rispetto dei rapporti istituzionali, accettando il contributo degli organi preposti”.

E' intervenuta sempre in giornata Alessandra Tanzilli che aveva partecipato all'avviso pubblico dichiarando sul suo profilo social: 

“Poiché più volte è stato fatto il mio nome sulla stampa a proposito del bando per l’individuazione del direttore scientifico del museo di Sora e poiché – come è stato scritto - ho inoltrato la domanda di partecipazione, mi sembra doveroso in primo luogo sottolineare che ho risposto perché mossa da un senso di responsabilità storica e morale e da un’antica passione.

In secondo luogo, mi sembra opportuno descrivere dettagliatamente la storia del nostro museo civico, prima che si perda la memoria di quanto in passato è stato fatto o altri raccontino parziali verità intervallate da menzogne.

Il Museo della media valle del Liri di Sora fu istituito con delibera n°629 del 22 ottobre 1979 che affidava al Centro di Studi Sorani “Vincenzo Patriarca” la redazione del progetto scientifico e all’architetto Gianfranco Cautilli la progettazione tecnica. La sede fu individuata nei locali dell’antico monastero dei Minori Conventuali annesso alla chiesa di San Francesco, un antico e pregevole palazzo costituito da un primo nucleo trecentesco e da aggiunte e rimaneggiamenti settecenteschi, restaurato tra il 1984 ed il 2002.

Sottolineo che a quei tempi era un museo privo di reperti da esporre, ad eccezione dei frammenti fittili - raccolti a seguito di un’intensa campagna di ricognizione nel territorio lirino e nella valle di Comino da Marcello Rizzello ed Eugenio Beranger, coadiuvati da altri soci del Centro Studi -, conservati in alcune casse depositate in un ambiente a pianterreno del palazzo di piazza Mayer Ross; il Beranger in quegli anni redasse un primo progetto scientifico di museo territoriale e storico (dalle origini all’età contemporanea) che prevedeva l’acquisto di prezioso materiale litografico e fotografico antico e moderno, per cui la Regione Lazio concesse un finanziamento di 100 milioni di lire. Nel 1999, poiché l’ente erogatore del finanziamento chiedeva indifferibile rendicontazione del finanziamento concesso o la sua restituzione, mi fu affidata la direzione scientifica del Museo, che assumerò in seguito per brevi periodi frazionati e non continuativi fino al 2007. Tra gli anni 1999 e 2001 ho assicurato al museo numerosi reperti soprattutto lapidei provenienti dalla chiesa cattedrale di Santa Maria Assunta, in precedenza conservati in un magazzino del Vescovado e nel deposito del Museo archeologico di Frosinone, e di elementi architettonici ed iscrizioni depositati in vari edifici pubblici e religiosi, grazie all’ausilio del consigliere comunale Domenico di Mario e di due operai dell’Ente comunale. Ho effettuato l’inventario e la catalogazione dei beni archeologici fittili e lapidei, redatto il progetto scientifico di allestimento del Museo civico di Sora (prot. n°17356/2001, approvato con delibera n°368/2001, con cui si teneva conto delle nuove acquisizioni) e rendicontato i fondi regionali di 100 milioni di lire a suo tempo erogati. Il nuovo progetto, pur se disatteso (in quanto si preferì assemblare nella stessa sala espositiva reperti di diverso contesto topografico, cronologico e tipologico), consentì di aprire al pubblico il 20 aprile 2005 la prima sala, dove furono esposti l’altare con dedica arcaizzante a Marte, il thesaurus e il suo rivestimento bronzeo, le epigrafi CIL X, 5713, CIL X, 5714 e CIL X, 5708, i frammenti di antepagmenta, vari frammenti di ex voto e fittili, le stele loricate e togata. Il progetto tecnico della prima sala fu redatto dagli arch. Gianfranco Cautilli e Mario Morganti e dal prof. ing. Renato Morganti. Con la parte residua dello stesso finanziamento (30 milioni di lire) furono acquistati i materiali fotografici ed iconografici indicati nel progetto di Eugenio Beranger (microfilm, litografie, fotografie storiche provenienti da vari archivi e musei nazionali). In seguito, ho redatto con l’arch. Gianfranco Cautilli un ulteriore progetto scientifico di allestimento e completamento del Museo, cofinanziato dalla Regione Lazio con fondi europei e comunali (Agenda 2000-DOCUP-obiettivo 2, 2000-2006) per circa 660.000 euro, realizzando anche i pannelli didattici con il relativo apparato iconografico; tale progetto ha consentito nel 2009 l’apertura di altre sale ai piani superiori, che narrano la storia di Sora fino al XX secolo, tenendo conto della precedente realizzazione, degli spazi a disposizione e, soprattutto, del valore storico ed architettonico del palazzo. Il principio che ha informato la nuova progettazione è la missione di ogni museo civico, e cioè la rappresentazione in senso cronologico e topografico della storia e dell’identità culturale del territorio, cui è stata aggiunta la necessaria descrizione del palazzo ospitante e dei reperti architettonici e vascolari rinvenuti durante i lavori di restauro e di adeguamento dell’edificio nella sezione Il museo nel museo. Dunque, la missione del museo di Sora è di museo della città, non specificamente solo archeologico, ma aperto ad una pluralità di narrazioni storiche, artistiche e architettoniche. Il nuovo allestimento è stato presentato al pubblico nel 2009 dal direttore nominato in quell’anno, Filippo Demma, me absente. Negli anni della mia direzione avevo redatto e pubblicato, a seguito di finanziamento concesso ex L. R. 42/97, alcuni opuscoli illustrativi del Museo, i lavori degli studenti delle scuole secondarie superiori del territorio comunale nel 1° laboratorio didattico del Museo (“Dal Museo alla scuola, dalla scuola al Museo”), nel 2° laboratorio didattico (“Politica e magistratura nella Sora romanizzata”) e nel 3° laboratorio didattico (“Armi e battaglie. Organizzazione e segni della presenza militare nel territorio sorano”), nel 2008 la mia guida al Museo e negli stessi anni l’acquisizione di arredi e materiali didattici. Ogni anno la Regione erogava, su richiesta mia e dell’ufficio preposto, almeno 40.000 euro.

Negli anni 2011-2016 il museo ha cambiato missione, diventando archeologico. Non è dato sapere se in quegli anni è stato redatto l’inventario dei reperti provenienti da alcuni scavi svolti nel territorio, mentre nel chiostro piccolo del palazzo è stato inserito l’allestimento en plein air delle epigrafi e dei cippi terminali rinvenuti nell’area della confluenza del torrente Lacerno nel Liri, in cui i reperti sono sottoposti perennemente agli agenti atmosferici. Dal 2016 il museo – in assenza di direzione e dei parametri richiesti, tra cui la presenza di un deposito ben organizzato e di un inventario aggiornato - non è compreso nell’OMR (Organizzazione Museale Regionale) del Lazio e quindi non può accedere ai finanziamenti necessari per i laboratori didattici, le pubblicazioni e gli eventuali allestimenti di mostre e spazi espositivi. Il cambiamento della tipologia museale renderà nel tempo il museo di Sora un’entità culturale limitata ad un solo ambito e impedirà l’allargamento dei suoi orizzonti espositivi e narrativi".

Nessun commento:

Posta un commento