Amministrazioni
pubbliche, commissari speciali e l'interesse del privato.
E le casse si sono
svuotate perché “la voragine del debito pubblico è stato creato dalla
partitocrazia”.
La spesa è aumentata ed è servita ai partiti per avere il consenso
e controllare il territorio. E’ l’intreccio che il libro ha raccontato. Una discarica
che si proroga da anni ma non si chiuderà nemmeno stavolta. E’ nel 2011 c’è la novità, interviene la Commissione europea che riprende la procedura d’infrazione. Così Alemanno e
Polverini decidono di chiudere Malagrotta la discarica aperta da oltre 35 anni
che riceve rifiuti tal e quale. Comune e Regione intervengono ma in “modo
imbarazzante”, scrive Iervolino. Il governo Monti interviene e blocca la nuova discarica
vicino ad una emergenze storica, c’è un sito importante che non deve essere disturbato.
Arriva Sottile che cerca un nuovo invaso (la prima proposta è Pian dell’Olmo
che però si scarta). C’è così una mediazione tra la prepotenza del privato e
dello Stato. Si deve trovare una nuova discarica. Da oltre 35 anni c’è stato l’interesse
del privato che ci ha guadagnato e l’interesse della Regione Lazio e del Comune di Roma. I politici e gli amministratori
dei due enti che hanno guadagnato consenso politico con la discarica.
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