Migliaia di fedeli hanno partecipato l’8 aprile a S. Maria di Leuca sul piazzale del Santuario della Madonna “De Finibus Terrae”, alla celebrazione eucaristica per l’Ordinazione episcopale di Mons. Gerardo Antonazzo.
A consacrare il nuovo vescovo S.E. Domenique Mamberti, Segretario per i rapporti con gli Stati, il nunzio apostolico per l’Italia mons. Adriano Bernardini, il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca mons. Vito Angiuli. Presenti numerosi vescovi della Puglia, e del Lazio, tra i quali padre Luca Brandolini; presente anche il card. Salvatore De Giorgi.
La delegazione della Diocesi di Sora Aquino Pontecorvo, con 200 persone, era guidata guidata dall’Amministratore Diocesano, mons. Antonio Lecce. Molto attenta e vivace è stata la partecipazione della nostra delegazione diocesana. A rappresentare l’Amministrazione Comunale c’era il sindaco, Ernesto Tersigni, l’assessore Agostino Di Pucchio ed il consigliere Elvio Meglio. Come tutti, particolarmente rumoroso e festante si è rivelate il gruppo giovanile della parrocchia di Valleradice, con un simpatico striscione di saluto indirizzato al vescovo Gerardo.
Ero accanto a
don Gerardo nel pomeriggio dell’8 aprile, al cospetto del cielo, del mare, della Basilica di S. Maria de
finibus terrae, del popolo di Dio, composto dai conterranei pugliesi e dalla
foltissima delegazione proveniente da Sora, Aquino, Pontecorvo, Valle Roveto,
Val Comino e Valle del Liri. Mentre iniziava la solenne celebrazione Lo sentivo
calmo e sereno, alla mia destra, nel ripetere l’eccomi di Abramo e di Maria
alla chiamata di Dio. “Per fede mi abbandono a Dio – ha detto poi alla fine
del rito citando un salmo – “come un bambino svezzato in braccio a sua madre”.
Forse ero più emozionato io nel pronunciare le parole rituali con cui chiedevo
a nome della Chiesa di Sora Aquino Pontecorvo la sua ordinazione che non lui,
ormai tutto immerso nell’onda dell’amore misericordioso del Signore che lo
attirava a sé per farlo diventare padre e fratello per i figli della nostra
Chiesa.
Queste le prime impressioni raccontate da mons. Antonio Lecce:”“Poche altre volte avevo assistito
all’ordinazione episcopale e, non so per quali motivi, avevo avuto la
sensazione di assistere alla cooptazione di un nuovo adepto nella cerchia dei
detentori del potere ecclesiastico. Questa volta ero proprio lì, a cogliere quasi
fisicamente le vibrazioni del cuore dell’Eletto che ardeva dal desiderio di
donarsi totalmente a Gesù Pastore e, in Lui, ai nuovi figli e fratelli nella
fede. L’ho visto prostrato a terra mentre sulla sua testa aleggiavano le
schiere degli angeli e dei santi, ho notato la fermezza della voce con la quale
ha risposto “Sì, lo voglio” alle interrogazioni del Vescovo ordinante
principale, ho avvertito un particolare accento di adesione quando gli è stato
chiesto di essere sempre accogliente e misericordioso verso i poveri e tutti i
bisognosi di conforto e di aiuto”.
Il viaggio – pellegrinaggio all'estremo sud
dello Stivale è stato straordinario, ci ha riferito suor Antonella Piccirilli
di Sora. «La mattina del 9 aprile, ha commentato, mons. Gerardo Antonazzo ha celebrato la sua
prima Messa da vescovo nel santuario di Santa Maria di Leuca, con tutti noi 200
fedeli e i tanti sacerdoti della Diocesi di Sora, giunti per l'ordinazione
episcopale. Durante l’omelia il vescovo Gerardo ha parlato di comunione, di condivisione,
di testimonianza. E poi, in un piccolissimo gesto, assolutamente spontaneo, ha
testimoniato quello che aveva appena detto: al momento della Comunione
l’abbiamo visto quasi correre verso il popolo e distribuire lui solo
l’Eucaristia a tutti, in uno slancio fisico, concreto, come per un abbraccio
con la nostra Diocesi. È stato come
percepire l’abbraccio fra il vescovo e la sua Chiesa, la sua Sposa: un momento
di comunione concreta e visibile. In quel gesto semplice, c'è già l'abbraccio
di un padre, che raggiunge tutti».
“Un’esperienza di Chiesa indimenticabile!”
e “Un momento di vita ecclesiale che
resterà alla storia!”. Questi i primi commenti di Luciana Costantini che ha
ancora detto:”Queste sono solo alcune
delle impressioni colte martedì sera sulla via del ritorno dalla Puglia a Sora.
Ma già al mattino del lunedì, al momento della partenza, quando era ancora
buio, si respirava un’aria di festa e di gioia. No, non quella dei ragazzini in
gita scolastica, ma quella di una “Chiesa in cammino” che, ricca della propria
esperienza e del proprio bagaglio spirituale, andava ad incontrare il suo nuovo
Pastore.“Caro don Gerardo, semplicemente grazie!” era scritto su uno striscione
affisso sulla piazza antistante il Santuario di S.Maria in finibus terrae battuta
da un vento che sapeva di mare. Quell’affetto e quella gratitudine espressa dal
popolo di Corsano, che ha avuto Mons. Antonazzo come parroco, sono diventati
subito parte di noi ed espressioni vere del nostro sentire. Il calore con cui
siamo stati accolti, la bellezza dei luoghi, anche quando il panorama appariva
brullo e monotono, la solennità della celebrazione, curata nei minimi dettagli,
tutto ha contribuito a creare un clima di fraternità e di preghiera tra le
migliaia di persone presenti lunedì pomeriggio al Rito di consacrazione
episcopale e che si è fatto ancora più forte il mattino seguente nella chiesa
del Santuario alla Messa celebrata solo per noi dal nostro nuovo Vescovo.
Iniziava proprio lì il ministero episcopale di Mons. Gerardo, tra sacerdoti e
religiosi, tra diaconi e laici, tra adulti, giovani e bambini, tra famiglie e
persone che in quel momento non potevano certo dirsi sole.“Mi sento a casa mia
–così ci ha salutato- non perché siamo a Leuca, ma perché siamo insieme” e non
ha neanche nascosto la difficoltà di dover ricominciare, di ”cambiare vita in
poche ore”, ma in questo “rinascere a vita nuova” – ha proseguito nell’omelia-
ci aiuta la pagina evangelica di Nicodemo così come dalla prima comunità
cristiana descritta negli Atti degli apostoli cogliamo i tre punti che fanno la
Chiesa e che ci fanno Chiesa: la comunione, la condivisione e la testimonianza.
E ci ha incoraggiato ad essere, in quanto Chiesa in un mondo che non sa e non
crede, come l’anima nel corpo. Una grande missione e una grande responsabilità
che ci sollecitano, per dirla ancora con le sue parole, a “non perdere tempo”.
Corollario di questa breve ma intensa esperienza di fede è stata ancora la
visita fatta con lui ad Alessano sulla tomba di don Tonino Bello, suo e nostro
maestro di vita e guida spirituale. E il momento di saluto allora era intriso
già di nostalgia, perché grande è il desiderio di averlo con noi e tra noi per
annunciare insieme il Risorto “in fines terrae” e in ogni angolo e anfratto di
questa nostra Chiesa diocesana”.
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