6.7.13

MARCELLO MASTROIANNI ALTER EGO DI FEDERICO FELLINI. GLI ANNI ’80 Seconda parte

Il 1980 sarà l’anno in cui, a distanza di 17 anni, Federico Fellini torna a dirigere Marcello Mastroianni in “La città delle donneuscito nelle sale il 28 marzo e presentato fuori concorso al festival di Cannes, accolto con molte riserve dalla critica.
Anche gli esiti al botteghino risultano dovunque deludenti.
Marcello Mastroianni è il 56enne Snàporaz, distinto, che ad inizio film lo vediamo sonnecchiare su di un treno che sta attraversando la campagna. E’ attratto da una sconosciuta che segue, dapprima in bagno, in seguito, scendendo dal treno, tra boschi e prati di un paesaggio immaginario.
Il viaggio del protagonista prosegue al Gran Hotel Miramare dove vi è un convegno di femministe divise per età e nazionalità. Gira tra donne varie alfin di trovare di trovare quella giusta e viene malmenato dopo essere scambiato per giornalista. Salvato da una soubrette pattinatrice, cade dalle scale di una cantina dove incontra una donna molto formosa che lo conduce, dapprima in una stazione ferroviaria, quindi in un’aperta campagna dove cerca di violentarlo. L’uomo fugge inseguito da due automobili e, nella notte, si rifugia nella villa-fortezza del dottor Sante Katzone (interpretato da Ettore Manni che è scomparso durante le riprese), ex-compagno di scuola impegnato in un’orgia dove l’uomo incontra, sia la precedente soubrettina, sia la moglie ubriaca che lo insulta.

Nella villa irrompono le femministe e Snàporaz fugge su di un ottovolante dove rivive la sua infanzia e la scoperta della città di Rimini. Le femministe lo scoprono e lo prendono come ostaggio ed egli, dopo il processo, torna in libertà e incontra la tanto desiderata donna ideale che ha sembianze di una mongolfiera. Sale a bordo e la subrettina lo abbatte con colpi di mitraglia. Risvegliatosi, si ritrova in quel treno dove ha avuto inizio il film di fronte alla moglie. Chiude gli occhi ed il treno imbocca un tunnel buio.

Il 1985 vede Mastroianni protagonista maschile del film interpretato assieme a Giulietta Masina “Ginger e Fred” che ottiene quattro nastri d’argento per il miglior attore; attrice; scenografia e costumi e tre David di Donatello per il miglior attore; musica e costumi.

Il film ha come protagonista Amalia Bonetti (Giulietta Masina), vedova e proprietaria di una piccola industria a Santa Margherita Ligure che prende parte alla popolare trasmissione televisiva “Ed ecco a voi” ballando, 30 anni dopo, con il partner Pippo Botticella (Mastroianni, appunto) in arte Fred.

Quest’ultimo sta russando nella vicina stanza e, quando la donna va a bussare, a fatica stenta a riconoscerlo in quanto invecchiato, beone e, dopo essersi separato dalla moglie, vende enciclopedie a rate. A Roma è stato attratto dal compenso di 800.000 Lire promosso dalla televisione. Il giorno dopo vorrebbe provare ma c’è un caos tremendo e, giunti alla trasmissione “Ed ecco a voi”, si trovano di fronte ad un presentatore (Franzo Fabrizi) che dietro le quinte sorride a tutti mentre davanti è di una volgarità inqualificabile. Ginger e Fred stanno provando in un bagno inagibile i costumi che dovranno indossare sul palco. Lei vuole andarsene ma cambia idea grazie ai complimenti del presentatore della Tv. La trasmissione ha inizio e, quando è il loro turno, vi è un black-out improvviso e i due, seduti, vogliono abbandonare la scena in quanto non sono di gradimento agli spettatori di un programma ogni mezz’ora intervallato dalla pubblicità. La luce ritorna: Fred/Botticella fa lo stesso gesto di Alberto Sordi in “I vitelloni” e i due riprendono a ballare ma sul finire sono di nuovo buttati fuori per andare alla stazione; salutarsi per l’ultima volta e prender e ciascuno un treno diverso.

Marcello Mastroianni, nel ruolo di se stesso, lavora con Federico Fellini per l’ultima volta nel film del 1987 “Intervista”.

In ciascuno dei film girati assieme al regista riminense, Mastroianni, sia nei comportamenti che negli abiti indossati, è l’alter-ego di Federico Fellini e ciò emerge particolarmente nel film autobiografico e dedicato all’amico psicanalista Ernest Bernhard “8 e mezzo” ed in “Ginger e Fred” in cui l’attore ciociaro, con i capelli radi e il cappello in testa, altro non è che Federico Fellini stesso. In conclusione voglio dire che Fellini e Mastroianni sono un tutt’uno con lo schermo che li ha visti protagonisti: il primo dietro, il secondo davanti la macchina da presa.

* Veroli 6 luglio2013. Gabriele Mattacola. Laureato in Lettere e autore di saggi, di dispense su Roberto Vecchioni, Renato Rascel e Lando Buzzanca. Bibliografia: Claudio G. Fava/  Aldo Viganò I film di Federico Fellini Gremese editore 1987. 

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