27.7.13

OMAGGIO A MARCELLO MASTROIANNI (1)

di Rodolfo Damiani * 

E’  QUI LA FESTA  

La crisi ha certamente costretto gli operatori dell’intrattenimento a veri equilibrismi per non smantellare percorsi ludici, culturali che la gente aspetta. Per il giorno 25 di luglio , presso il castello di Ladislao ad Arpino, benedetto dal Gotha  dei circoli intellettuali e culturali, svelerà i suoi segreti un omaggio a MARCELLO MASTROIANNI ciociaro DOC, attore di una bravura abissale, istrionico, mellifluo,equivoco, aristocratico,umano,  vero, popolare, proprio come lo voleva Fellini, di cui fu l’interprete principe, una sorta di proiezione di Fellini stesso.
Il copione è l’occasione per ricordare i 25 anni di “Splendor”.  L’opera è stata definita artigianale, ma chi lo afferma deve sapere che gli artigiani sono gli artisti veri , che danno spesso capolavori senza avanzare pretese, perché umili nella loro grandezza. Al Film “MARTORNA”, gli artisti-artigiani-artisti  sono due Gianni Venditti, autore della colonna sonora, e il Maestro (ormai Professore) Antonio Mantova, nell’occasione sceneggiatore-regista-attore. Gianni Venditti, un personaggio schivo , che rifugge dalle lodi, un personaggio a cui piace essere più che apparire , una rarità, come à una rarità , di grande impatto il commento musicale, con i toni giocosi  di La Strada e pensosi di Amarcord. Mantova , ogni sua opera è una sfida, al tempo, al mezzo tecnico, alla percezione del personaggio, alla ricomprensione dell'azione  del personaggio, e Antonio se non c’è lotta non ama cimentarsi. Padrone della materia, del mezzo tecnico, dotato di una fantasia onirica tra Chagall e Russeau, dopo la brillante prova de “L’ultimo Viaggio”, in cui ci ha reso un De Sica a lettere maiuscole e  il flash- bach della biografia di Valente, si cimenta con Marcello MaSTROIANNI  e indirettamente con Fellini di cui Tonino esplora, penetra e somatizza attraverso il suo vissuto, le scene cult e ne fa i capisaldi della idealizzazione, della umanizzazione e della ricostruzione delle positività del personaggio.   Quindi Mantova artista singolare, coraggioso, orgoglioso, generoso, mai servile tenta la ricostruzione di Marcello immaginandolo con le sue positività, un lavoro in cui pensa  un Marcello idealizzato, lo rende nella pellicola e lo fa diventare la sua ricerca di un io ideale, il regista stesso, che è anche l’interprete di questa favola della realtà del sogno. Una bella trasfigurazione in  cerca di un personaggio da gustare con l’assioma che un artista così bravo non può che essere il Paladino del bene. Come Mantova stesso che ha donato i diritti al Ce.R.S. di Roma, per la raccolta fondi per i ragazzi  diversamente abili. 

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