Rodolfo Damiani interviene su sanità e cultura. La lettera aperta all'ex sindaco di Cassino e la lettera sulla cultura a Sora dopo la mostra mercato di quadri, di domenica scorsa, "I Colori di Sora" sul Lungoliri Mazzini e la serata di musica al museo civico della Media Valle del Liri
Lettera Aperta a Bruno Scittarelli
Caro Bruno,
spero
che accetterai il caro da un amico di tanto tempo fa, ho letto le tue
proposte sulla Sanità e in Qualità di Portavoce del Movimento per
la difesa dell’Ospedale di Sora, non posso non risponderti.
Da
quanto si deduce dalla stampa, tu proponi una serie di concentrazioni
e fin qui potrebbe anche essere possibile se questo rappresentasse
una razionalizzazione degli interventi , una migliore qualità del
servizio e una tempestiva risposta ai cittadini.
Però
mi viene spontanea una domanda, perché l’accentramento a Cassino
di molti servizi esistenti e funzionanti egregiamente a Sora e non il
contrario visto che gli spostamenti sarebbero minori ; perché a
Cassino dove gli spazi idonei agli incrementi sono inesistenti e non
a Sora dove ci sono spazi non utilizzati grandi quanto l’Ospedale
di Cassino.
Questo
per risponderti nello specifico, poi vorrei ricordarti che la manovra
miope portata avanti dei due Ospedali , Frosinone e Cassino,è già
fallita perché si è rivelata solo un mezzo per dividerci, con
promesse false, e poi scodellarci l’Atto Aziendale che tu ben
conosci.
Quella
della Sanità è una battaglia difficile, che possiamo recuperare
solo se siamo tutti uniti, se per un attimo dimentichiamo il
campanile e invece di accaparrarsi le briciole da qualche parte a
danno di altri, chiediamo insieme il rispetto dei nostri diritti, che
passa attraverso l’abolizione delle macroaree , funesta invenzione
di cui molti padri disconoscono la paternità e tu sai a chi mi
riferisco, e il ricalcolo delle spettanze come da indicazioni
nazionali.
Spero
ti renderai conto che come la poni tu è una battaglia di
retroguardia , è una guerra tra poveri, manca della programmazione
dei servizi sul territorio in modo equilibrato e sembra ignorare che
rivendicando quanto ci spetta ci sarà gloria per tutti.
Ti
conosco come politico acuto per cui mi rimane difficile pensare che
vuoi scatenare una guerra fratricida senza una ragione valida; per
cui tornando ai ragionamenti di un tempo ricordo la Triade
motivazionale di Mao Tze Tung Causa effetto prassi, la causa e
l’effetto mi sono chiare se penso alla prassi debbo pensare alla
necessità di acquisire consenso politico per problemi locali.
Puoi
capire quale è la conclusione di un simile comportamento.
Anche
il week end appena trascorso ha ripresentato una città, che ormai
lontana anni luce dall’effimero, presenta eventi culturali, forse
frutto tardivo e poco reclamizzato, che riportano Sora alle sue
dimensioni naturali , facendone risaltare i doni dell’arte e della
tradizione.
Sabato e Domenica sul
Lungo Liri tra il ponte XX Settembre e il ponte di ferro , Maurizio
D’Andria ha ricreato l’atmosfera del Lungo Senna prospiciente
Notre Dame, una festa di colori, tanti giovani e sempre giovani che
discutevano d’arte , delle tendenze del figurativo, del rapporto tra
arte e crisi, della posizione dell’arte in un mondo che tende solo
al materiale.
Potrei affermare ,
sostenuto anche dal giudizio di altri critici, certamente più
conosciuti di me, di un livello medio più che sufficiente nella
tecnica, di una tendenza ad opere introspettive che testimoniano
della maturità degli artisti, di una sublimazione delle idee con
soluzioni di grande interesse.
Ho apprezzato subito una
Artista, che si firma semplicemente”Mary”, con una serie di opere
di ricerca della sua via all’arte, come somatizzazione del suo
essere.
Accanto ad opere, sempre
apprezzabili, ma schematicamente scolastiche anche se di buona
composizione, abbiamo apprezzate alcune sue intuizione di analisi
introspettiva e di ricerca tecnica, che marcano di più il suo
progresso nel mondo dei colori. Siamo sulla buona strada
Poi abbiamo conosciuto PES
(Pietro Errico Sacchi) di Mario, nella pittura un onesto e
originale artigiano, che espone opere originali tra l’astrattismo e
l’informale, colpiscono per l’atmosfera materica che ricorda le
colate laviche, ma siamo rimasti affascinati dalle sue opere di
scultura, una immediatezza di concezione, una sicura tecnica di
realizzazione, un accostamento materico che accresce la drammaticità
dei soggetti e l’appeal .
Il vento inclemente ,
mentre gustavo i colori che si fondevano con la luminosità della
strada assolata, mi rovesciava addosso un quadro, ma che dico un
quadro, era una aiuola fiorita un trionfo di colori a rendere l’idea
del fiore, luce e colore fusi a diventare idea di forma, una idea
hegeliana , che noi nel nostro pensiero trasformiamo in pensiero
materializzato.
LISE RENDINA è venuta dal
Gargano , attirata dalle notizie su Sora di altri artisti ,e con
grande umiltà ha esposto grandi opere, immagini filtrate nella sua
poetica fatta di luce e dei suoi giochi con i colori , che evocano
sensazioni tattili di una perenne primavera, di composizioni luminose
come il sorriso che saetta e illumina il suo volto ambrato.
Le tele hanno il calore
della sua terra , la luce delle albe verso Manfredonia, la serenità
dei conventi francescani, un inno di gioia , una speranza radiosa che
esclude dalle sue tele i dolori ricordo di colori , paradigma di
gioia.
Le sue ultime opere pur
non sconfessando il suo ottimismo presentano un approfondimento di
ricerca mettendo a confronto i suoi fiori con altre forme , che in
qualche modo le inquinano e danno all’artista l’ansia di andare
oltre di indagare ancora di capire e capirsi fino in fondo.
Elegiaca, incantata, una
vena nervosa a vivificare trasparenze di veli , ad accendere colori
il cui confine è luce.
Accanto a Lise,
incontriamo Matteo Fiorentino, anch’egli epigono del Gargano.
Un artista vero, incantato
dagli spettacoli della natura nei cui confronti si pone con forza, la
forza di chi non teme di rimettersi in gioco, di riesaminare il come
e il perché.
Un idealista che scrive
poesie con il pennello, Mare d’inverno,Dopo la pioggia, struggenti
nel ricordo del sole , di quel sole che il pittore cerca ad
illuminare la sua anima; Le ginestre, sembrano nella fase di
appassire, non ricordano la luce , scadono in un paesaggio che no ha
profondità, quella profondità che cerca Michele perché la sua arte
aspira a lontani onirici orizzonti.
Questi porti, queste vele,
questa vegetazione,questi paesaggi bloccati indistinti, inquietano
l’artista, che vuole saziarsi di infinito e di luce.
Non è il pittore del
bello pittoresco, non è il pittore di immagini ad effetto, è il
cantore di una realtà che lui vorrebbe indagare per fugare le
inquietudini ma che alla Schopenauer
Individua il bello anche
nell’orrido, perché inserito nel concerto dello scorrere
universale.
Sabato sera , ancora il
Museo secondo la formula Cerqua, una parte di intrattenimento
culturale, presentazione di libri, buona musica, bel canto, poi la
visita guidata ad un museo che in quattro serate ha ospitato più
spettatori di quanti lo hanno visitato negli ultimi 15 anni.
Sabato abbiamo sommato la
Personale del Pittore Michele Rosa e un concerto della Cantante
Francesca Bellino, accompagnata al pianoforte dal Maestro Farina, con
Ilaria Paolisso nelle vesti di presentatrice .
Francesca ha dato un
saggio convincente delle sue qualità canore passando dall’opera
lirica a brani internazionali in lingua originale alla canzone
napoletana che sembra ritornare ai primitivi successi.
Applausi e complimenti
completati dal coktail , una poesia culinaria del “Borgo dei
Lecci”.
Infine la visita al Museo
con una sorpresa venivano mostrati ed illustrati i risultati dello
scavo portato avanti dalla Dott.ssa Cerqua , dalla Sovrintendenza,
dalla Conca di Sora e dal Comune, che permettono di precisare la
presenza Romana a Sora e di arricchire il nostro Museo.
Credo che questi eventi
facciano riflettere l’Assessorato sulla potenzialità della cultura
come traino di un rilancio di Sora.
* Sora 23 settembre 2013. Rodolfo Damiani.
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