Antonio Mantova, nato a Broccostella ma residente a Sora, appassionato della storia moderna sorana ricorda quattro personaggi, "semplici esempi" di grandi personaggi popolari sorani" (sta preparando un nuovo libro sui personaggi sorani che dovrebbe uscire verso la fine dell'anno. E "La ragazza del Parco Valente" tra qualche mese). Quattro persone: "un paio benestanti e un paio che non hanno navigato nell'oro". Mantova ricorda Gustavo Astracchi, Giuseppe Della Monica, Raffaella Masci e Costantino Tersigni. Masci e Della Monica molto conosciuti ma gli altri due, per i più giovani, è più difficile ricordarli. Il primo detto "Cacacacio", scomparse nel 1963, trasportatore di merci col suo carretto. Il medico, di tutti i sorani, Della Monica conosciuto come "Gnore Peppe" scomparso 40 anni fa. Costantino Tersigni, più noto come "Ciareglie", "era addirittura un mendicante", per l'autore del volume. E Raffaella? Si chiede Antonio Mantova. "Un altro personaggio di razza della nostra città, titolo guadagnato sul campo a suon di bravura, abilità, dedizione al lavoro e onestà, tanta onestà, commerciale ed intellettuale". Il gelato di Raffaella resterà nella memoria collettiva per un bel po' di tempo, perché Raffaella ad un certo punto "era il gelato" a Sora". Per un cono, per una cassatina "era un rito, un'abitudine passare da Raffaella".
Raffaella Masci nata a Sora il 16 febbraio del 1936, tornata a Sora inizia la lunga collaborazione col padre Giovanni al bar gelateria all'inizio del Corso Volsci (foto in alto). "Un luogo, un incrocio, un rendez-vous con cui fare i conti, non solo un bar dove consumare un ottimo gelato". E poi ancora per Antonio Mantova: "Almeno una volta nella settimana si doveva passare da Raffaella a degustare un gelato o una cassatina, o ad incontrare un amico che, proprio lì, ce n'era un'altra concentrazione".
I ricordi di Enzo Di Stefano, che ha presentato il volume, "nato all'ombra del campanile della cattedrale" è legato alla famiglia di Raffaella per alcuni motivi. Sua madre ha cresimato (Adua) la figlia di Raffaella. "Un mito", per Enzo Di Stefano, "Raffaella sempre lì, con il sorriso, la battuta pronta". L'ex sindaco ricorda "l'inizio della tradizione creata a Sora proprio da Raffaella". Il suo gelato da consumare a Capodanno "per essere fortunati poi, tutto l'anno". Lui a mezzanotte e 5 minuti era già lì al bar a fare la fila, "e in questa fiaba... Raffaella, da perfetta fatina... mi porgeva, gratis, un magnifico cono, assolutamente alla crema". Un punto di riferimento per Enzo Di Stefano, "un luogo magico" che divenne subito il suo bar. "Ma poi un pezzo di storia sorana autentica è così finita" e il libro di Mantova "ci aiuta a far riaffiorare ricordi, memorie, affetti, momenti di vita intrisi di nostalgia e di gratitudine".
Nel video YouTube: "Sora 3 Valli" Enzo Di Stefano ricorda che il bar divenne aperto a tutti, senza discriminazioni. La squadra di quartiere che si riuniva nel bar, divenne sede sociale e quasi sicuramente nacque lì la Vis Sora. La candidatura a 23 anni al Consiglio Comunale e la riunione elettorale organizzata da Raffaella nel bar. Il bar divenne "il mio bar". Come un vivace cenacolo ed uno straordinario "salotto" di pensieri vari, di battute, di amicizie, per Enzo Di Stefano, durante gli anni migliori della città. "Sora il centro pulsante di un ampio comprensorio". In tanti si radunavano nel bar, con Raffaella "il personaggio che dirigeva i clienti nella scelta migliore delle prelibatezze da gustare". Nella foto sotto Antonio Mantova in primo piano, Enzo Di Stefano in fondo sulla destra.
Nessun commento:
Posta un commento