27.11.11


Soru vuole chiudere l’Unità

Proprio questa mattina ho riletto dopo tanto tempo l’Unità. www.unita.it La prima cosa che si guarda avendo in mano il giornale è il formato. Fa un certo effetto. Da tempo mi chiedo perché è stato così ridotto, mi chiedo perché il giornale è stato ridimensionato così. Si ha tra le mani un formato cartaceo che non è adatto ad un quotidiano del genere con una storia. Il problema non è stato solo di origine economico. La prima risposta che mi viene è quella che il centrodestra (Pdl) non ha un giornale e per la "par condicio" anche il centrosinistra (Pd) non deve avere un giornale. Ho questa idea in mente da tempo, forse mi sbaglio, anzi mi sbaglio senz’altro. La prima cosa però da fare per rilanciarlo si dovrebbe tornare a delle dimensioni più consoni, un giornale più grande, non dico così come era una volta ma si deve fare qualcosa in più. Per rilanciare l’Unità si dovrebbe ripartire dalle dimensioni. Da un nuovo formato così è troppo un giornalino di quelli che si distribuiscono gratuitamente.

Soru vuole chiudere l’Unità

Lunedì prossimo, 28 novembre, Concita De Gregorio, ex direttore del giornale, sarà a Radio Tre parlerà della crisi del giornale ma sarà in mattinata anche a “Prima Pagina” sempre su Radio Tre.

Soru su “Affari Italiani”: "Sono azionista con grandissimo sacrificio economico. Non vedo l'ora che qualcuno la compri. Sono andato a chiederlo con molta insistenza in tante occasioni". Renato Soru, intervenuto al seminario di formazione per giornalisti di Redattore Sociale a Capodarco di Fermo e intervistato dal direttore di Radio 3 Marino Sinibaldi, parla così de l'Unità, giornale di cui è editore dal 2008. Nella sala una giornalista free lance chiede all'ex presidente della Sardegna perché il quotidiano non paga i collaboratori. Prima Soru dice che non è così. Poi interviene il presidente dell'Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino e afferma: "C'è qualcuno che non le dice tutto...". A quel punto, imbarazzato, il numero uno di Tiscali risponde: "Se ci sono collaboratori che non percepiscono lo stipendio e che hanno scioperato da ottobre me ne scuso come azionista. Questo le dà il segno di un giornale che soffre la difficoltà di andare avanti. Si potrebbe prendere in considerazione anche l'ipotesi di chiudere". www.affaritaliani.it

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