Morto suicida il 5 ottobre all'età di
91 anni, Carlo Lizzani nella sua lunga carriera di cineasta ha avuto
il privilegio di dirigere sia Marcello Mastroianni, sia Nino
Manfredi. Per quanto riguarda il primo nel 1953 lo ha lanciato nella
trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Vasco Pratolini
“Cronache di poveri amanti”. La versione cinematografica
del romanzo ha avuto, nel 1954 il premio speciale della giuria al
Festival di Cannes; Grolla d'oro per la regia e Nastro d'argento per
la migliore sceneggiatura. Mastroianni, nel film, ha il ruolo del
fruttivendolo antifascista Ugo, amico del protagonista Mario
(Gabriele Tinti) il quale, dopo essere stato ferito in uno scontro
con le truppe squadriste, si rifugia in casa di una strozzina,
sopranominata “La signora” dedita a controllare gli interessi
della contrada. Qui conosce la giovane servetta Gesuina (Anna Maria
Ferrero) che sposerà dopo essersi guarito dalle ferite riportate
nello scontro a fuoco. Il film è ambientato a Roma, in via Del
Corno. Nel 1961 dirige per la prima volta Nino Manfredi in “Il
carabiniere a cavallo” premio speciale al Festival
Internazionale del film comico e umoristico di Bordighera. L'attore
nativo di Castro dei Volsci è il protagonista nel ruolo di Franco
Bartolomucci. Questi è carabiniere a cavallo fidanzato con Liliana
(Annette Stroyberg) ma che non può ancora sposare perché non ha
quindici anni di servizio nell'esercito ma, per paura di perderne
l'affetto la sposa in gran segreto con l'aiuto del brigadiere in
congedo Tarquinio (Peppino De Filippo). Alla vigilia delle nozze
Franco è vittima di un episodio di pessimo gusto: gli viene rubato
il cavallo ed il carabiniere, senza ricorrere alla giustizia, torna
in caserma e monta un cavallo da tiro preso a nolo. Dopo il
matrimonio, s'imbatte nella ricerca del cavallo e le sue
peregrinazioni lo porteranno a Bracciano, dove è in corso una
riunione di zingari. L'uomo, infatti si è ricordato che al momento
del furto erano presenti due zingare. Una indagine tira l'altra e il
nostro eroe raduna la banda del paese ed il cavallo, elettrizzato
dalle note musicali, esce dal nascondiglio. Stanno per terminare le
ventriquatto ore di servizio e il carabiniere fa ritorno a Roma
assieme alla neo moglie e al brigadiere su di una enorme carrozza
donatagli dagli zingari tra le cui stranghe vi è il cavallo. Nel
1971 Nino Manfredi torna a lavorare con il regista, nel ruolo del
commissario Quintilio Tartamerlo, in “Roma bene”, il cui
soggetto è preso dal dramma di Luigi Bruno di Belmonte “Mani
aperte sull'acqua”. Siamo di fronte ad un film di impianto
corale e con un intento fortemente morale realizzato per esplorare i
vizi umani di una capitale ormai preda dei più bassi livelli di
corruzione e di dissolutezza. Dramma, commedia, satira e denuncia
sociale si intrecciano in questa versione aggiornata e “incattivita”
della “dolce vita” felliniana (1).- Vittorio Giacci Carlo Lizzani Il castoro cinema 2009 pag. 11/12.
* Veroli 21 ottobre 2013. Di
Gabriele Mattacola. Esordio nel 2009 con il saggio “Emigrazione e
commedia all'italiana” la cui appendice è dedicata ad Andy Luotto
e l'anno dopo scopritore di Massimo Colatosti, inventore del primo
cellulare a cui ha dedicato un saggio.
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