21.10.13

I GIOVANI ADOLESCENTI DOPO LA TRAGEDIA DI FRANCESCO


All’inizio di ottobre la stampa locale e le emittenti radiotelevisive hanno seguito intensamente la tragica vicenda di Francesco, studente diciassettenne di Isola del Liri. Dalla sua scomparsa nella mattinata di martedì 2 dal suo Istituto scolastico di Sora, fino al ritrovamento privo di vita sotto una delle torri dell’ormai annoso interminabile cantiere del Centro Serapide – ex Mobilificio Tomassi.

Celebrate le esequie in S. Lorenzo di Isola del Liri sabato 5 con commossa solidale partecipazione al dolore della famiglia, il triste fatto di cronaca tende a svanire nella memoria collettiva e a perdersi nell’indistinto dei tanti eventi tragici e luttuosi della inarrestabile cronaca quotidiana. Ma a me è capitato che con il fluire dei giorni questo evento ha suscitato coinvolgimento di riflessione e di ricerca, non per la specificità della condizione esistenziale del Giovane Studente. Ma certamente per le implicazioni socio –culturali e psicopedagogiche che investono gli aspetti della condizione giovanile, e in particolare adolescenziale, nella nostra realtà territoriale. E allora mi chiedo: quale percezione, attenzione, accogliente disponibilità c’è per gli adolescenti nelle formazioni e istituzioni sociali e culturali, nella Scuola e nelle Comunità ecclesial – parrocchiali? L’interrogativo diventa più pressante e inquietante se si considera l’intensa partecipazione dei giovani a tutte le fasi della vicenda e in particolare l’apparizione di una locandina a sfondo rosso con il breve ma allusivo verso: ‘ Vivere in fretta / per finirla in un gran casino’… E continua: ‘Un ringraziamento a coloro che hanno partecipato al saluto… Ciao Pe’. I ragazzi del muretto ‘ . Le locandine sono visibili a Isola del Liri tra Corso Roma e S. Lorenzo, e a Sora nelle adiacenze dell’Istituto frequentato da Francesco. Altro ‘messaggio’ è apparso sullo striscione appeso alla ringhiera di Piazza XX Settembre: ‘ Questo è per la gente che vuole viaggiare un po’…senza sporcarsi le suole. Ciao Francesco!’.
Mi pare che si manifesti una chiara volontà di comunicare con i gruppi di giovani coetanei, il mondo degli adulti e l’opinione pubblica. Con uno stile ed espressioni non certo chiare, serene, positive. Anzi piuttosto inquietanti e drammaticamente cariche di intima profonda amarezza e ironico spirito polemico. E’ certo che da tutto il contesto, pur non avendo conoscenza diretta di persone e situazioni, traggo motivi di preoccupazione e sollecitazione a capire e a segnalare, a chi vive a contatto quotidiano – magari con responsabilità etico-professionali – con questo difficile complesso mondo. Si tratta di impegnarsi nello studio e nell’analisi attenta nel rapporto abituale con questa disagiata umanità, che è la generazione giovanile adolescenziale attuale dai 12/13 anni fino al compimento della scolarità secondaria. Un’età sempre complessa e problematica, ma attualmente ardua da definire per la somma delle tensioni e dei conflitti che si agitano nella emergente coscienza giovanile.
Eppure nessun adulto responsabile può rifugiarsi nel dilemma omissivo dell’ indifferenza o della rassegnata impotenza.
Gustavo Pietropolli Charmet nel suo ‘ Ritratto dell’adolescente di oggi’ ( Laterza ) segue l’interessante evoluzione della condizione adolescenziale da Edipo a Narciso nella famiglia iperprotettiva, gratificante, estetico-gaudente. E stigmatizza il giovane adolescente come ‘fragile e spavaldo’: indeciso, taciturno–non comunicativo, pigro; insofferente delle regole, autoreferenziale, indifferente e padronale. La lettura di Charmet può essere utile ma certo non risolutiva. Anche se l’Autore formula l’auspicio che il suo Libro possa aiutare ‘ tutti gli adulti… che hanno a cuore la possibilità di avvertire i ragazzi che ce la possono fare a diventare delle belle persone e nel contempo a salvare il pianeta dal disastro che hanno combinato i loro genitori e i loro nonni ‘ .

* Sora 20 Ottobre 2013 Egidio Paolucci.

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