Alle reazioni vigorose dei
Sorani in tema di sanità , acqua e altro , dopo l’ennesima
illusione e delusione, l’impossibilità di iscrivere la squadra
della città al campionato di competenza, a Sora sta subentrando lo
scoramento , una sorta di accidia civile che è palpabile nei
discorsi nei bar e nei gruppi che cercano un minimo di refrigerio
nella villa.
L’immagine di Sora come
è ridotta lo ha dato la giornata di domenica , con le strade del
centro vuote , i locali di intrattenimento deserti , la gente
scoraggiata di fronte alla selva di divieti di accesso che partivano
addirittura dal piazzale dell’arco di San Rocco per cui si
dirigevano fuori della zona interdetta.
Credo che questo è il
momento di non lasciarsi andare , questo è il momento non dei
processi come tenta di fare qualcuno, ma di fare uno sforzo
collettivo e partendo dal poco su cui possiamo contare progettare
come vogliamo sia SORA DOMANI e con unità di intenti lavorare in
questo senso.
Per questo obiettivo
dimentichiamo le sirene di fuori che tentano di incantarci e poi ci
lasciano nel più completo abbandono.
Autoconvochiamo una Assise
cittadina che strutturandosi per competenze formuli idee , proponga
azioni , individui obiettivi idonei a farci risalire la china.
Abbiamo perso il tribunale
, abbiamo avuto notevoli ridimensionamenti di organici in altri
settori della Pubblica Amministrazione e dei servizi , il mancato
tourn over all’ospedale , che non riguarda solo un ginecologo (
sembra in attesa che riaprano Alatri), un pediatra ( che sembra ci
lasci con l’autunno), un cardiologo introvabile , ma che sembra
riguardi qualche centinaia di persone.
Queste assenze hanno
ridotto gli occupati stabili e tutelati di circa 800 unità, che si
ripercuotono negativamente sulla moneta circolante e spendibile,
vogliamo azzardare una cifra 1.200.000 euro.
Se a questa cifra
aggiungiamo la rapacità delle tariffe (vedi l’acqua) , i balzelli
comunali e regionali , le spese che, in carenza di una sanità degna
di questo nome, i cittadini debbono affrontare per la tutela della
salute , possiamo renderci conto dell’impoverimento della città.
Credo sia ora , senza che
questo sia sconfessione a tutti e a nessuno, di prendere in mano la
progettualità per il futuro e il coordinamento dei mezzi per
ottenere quanto ci spetta come cittadini , coinvolgendo tutto il
comprensorio, che qualcuno con un tratto di penna ha destinato, senza
consenso dei cittadini, ad avere riferimenti che molti non giudicano
vantaggiosi.
L’appello è non buttate
queste righe , certamente insufficienti, con un gesto di sufficienza
, provate a pensare un attimo allo sfascio in cui stiamo e alle
possibilità di contare ancora che una città di quasi trentamila
abitanti e un comprensorio che li raddoppia possono ancora avere.
Ricordate concordemente
NO PASERAN NON
PRAEVALEBUNT
BASTA VOLERLO E
TESTIMONIARLO.
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