Nel 1963 il regista sorano Vittorio De Sica dirige l’attore, nativo di Fontana Liri, Marcello Mastroianni assieme a Sophia Loren in “Ieri, oggi, domani”. Il film, l’anno dopo, riceve il Golden Globe e 3 David di Donatello per il miglior attore e la migliore attrice ( Mastroianni e la Loren ) ed il Miglior produttore ( Carlo Ponti ) mentre nel 1965 riceve il Premio Oscar come miglior film straniero. Tre sono gli episodi presenti in esso: il primo, il cui soggetto è di Eduardo De Filippo, s’intitola “Adelina” e ruota attorno ad una popolana che, a Forcella, dove vive, svolge la professione di contrabbandiera di sigarette. Per non andare a finire in carcere, sarà messa incinta dal marito Carmine fino a quando, però, non s’interessa di lei l’amico di famiglia Pasquale Nardella ( Aldo Giuffrè ). Il quartiere sostiene la donna che, alla fine, va in carcere assieme ai figli più piccoli. “Anna”, secondo episodio, è la trasposizione cinematografica del racconto scritto da Alberto Moravia “Troppo ricca” e di esso è protagonista la sofisticata Anna,moglie di un industriale ed amante dell’imbranato intellettuale Renzo il cui idillio avviene in macchina. Dopo aver vagato per la periferia milanese, si dirigono in autostrada. Ad un certo punto la loro auto sbanda e lei lascia l’uomo andando assieme ad un signore distinto ( il musicista Armando Trovajoli ). L’ultimo episodio, il più noto, s’intitola “Mara” ed ha come interprete una ragazza squillo che riceve i suoi clienti in un piccolo appartamento che si affaccia a Piazza Navona. Confinanti di terrazzo della donna sono una coppia di anziani che ospitano il nipote, seminarista, Umberto il quale, nonostante l’abito talare, è attratto dalla giovane donna. La nonna ( Tina Pica ) si fa ricevere da Mara alfin che lo riporti sulla retta via ma alla fine ne diventa complice. Il giovane farà ritorno in seminario e Mara incontra il bolognese Augusto Rusconi, a Roma per una trattativa in ministero, con il quale si esibisce in uno strip-tease che, 31 anni dopo, ritroveremo nel film diretto da Robert Altman “Prèt – à- porter”.
Nel 1964 De Sica dirige, per la seconda volta consecutiva, la coppia Mastroianni-Loren in “Matrimonio all’italiana”, trasposizione cinematografica di “Filumena Marturano”( 1946 Eduardo De Filippo ) insignita, l’anno dopo, di 4 David di Donatello ( regista, attore ed attrici protagonisti e produttore). All’inizio del film vediamo la protagonista Filumena accusare un malore, motivo per cui viene riportata a casa e, data la gravità, vengono chiamati, prima un medico e poi il prete per l’estrema unzione. Sul letto di morte sarà sposata dal convivente Domenico Soriano. L’uomo ricorda gli anni in cui conobbe la donna, ancora bambina. Subito dopo la portò a casa sua per accudire la madre e quindi Filumena divenne la sua domestica- amante. Dopo essersi commossa Filumena, improvvisamente, guarisce. Domenico capisce l’inganno e ciò glielo spiegherà il suo avvocato. La donna dirà all’amante di avere tre figli, dei quali uno avuto da lui. Loro non si conoscono e sarà la donna, con l’aiuto della fida Rosalia e del devoto Alfredo, a convocarli per poi andare a vivere assieme ad uno di loro. Domenico, cercando di scoprire quale è il figlio suo dei tre, si riavvicina a Filomena unendosi a lei in matrimonio in presenza dei tre ragazzi. Dopo molti Anna, alla fine, si abbandona al pianto.
* Veroli 4 gennaio 2017. Gabriele Mattacola.
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