2.1.17

GIUSEPPE DE DONATIS: DIECI PAROLE DI LEGNO



A Sora, a dicembre e gennaio 2016/2017 presso il Museo Civico della “Media Valle del Liri” con ingresso in Piazza San Francesco


Sono “dieci parole”, dieci bassorilievi in legno di castagno e di tiglio. Dieci pannelli che sono soltanto una piccola parte di quasi 70 anni di attività del “maestro galante” (come scrive Stefania Maria Martini su “25 anni in Via Lucio Gallo”), Giuseppe De Donatis. Sorano doc, nato nel 1936, Giuseppe De Donatis iniziò la sua carriera nel laboratorio di suo padre, Vincenzo Domenico, definito “il patriarca”. (Citazione di Rodolfo Damiani impegnato in questi giorni per il congresso di zona del sindacato dei pensionati che ci sarà a breve). 

A 14 anni, Giuseppe De Donatis già scolpiva i volti sulle testate dei braccioli del coro dell’Abbazia gotico-borgognone di Casamari. In questi giorni i lavori dello scultore esposti, nella Sala della Biblioteca comunale della città, vanno dall’anno 2009 agli ultimi mesi del 2016. “Giuseppe venduto dai fratelli”, è del 2016, bassorilievo in legno di castagno 50x65x4 cm nel quale Giuseppe De Donatis ha cercato nel tema biblico di “esaltare la visione dinamica della mia interpretazione artistica”. Vera e unica protagonista dei suoi lavori è la Natura. 

Un lavoro carico di simbolismo è “Nostra Madre”: un pannello di 60x65x4 cm del 2015. “Madre Natura” con il quale l’artista dà e abbraccia in modo esaltante le due visioni della natura. Un bassorilievo in legno di castagno del 2011 di cm 75x50x4 e lo scenario suggestivo di “Nudo e Natura” di cm 75x50x4 del 2010. In queste opere è chiaro, si trasmette e si nota benissimo lo sconfinato amore dell’artista per l’ambiente e in cui “il nudo vuole raffigurare una visione coerente dell’unità uomo-natura”. La citazione classica è in “Achille che trascina il corpo di Ettore…”. Lo scultore fa un omaggio alla grandiosità di Omero e del suo poema “senza dimenticare il tema per eccellenza, “La Natività” che in questo periodo di festa “visita i cuori di tutti gli esseri umani”. In “Nostra Madre” l’artista ricorda con “affetto infinito di figlio e di artista tutte le madri dell’umanità”. 

Invece “Autoritratto” è un bassorilievo in legno di tiglio di 60x60x3 cm ancora realizzato nell’anno 2010. E’ “una citazione del mio momento creativo, della mia vita professionale”. Conclude così Giuseppe De Donatis. Restano i pannelli (tutti) da visitare in questi giorni di festa, senz’altro: “I cavalli in branco”, del 2014, “Meditazione” del 2011, e “Madonna con Bambino” del 2009.

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