27.10.17

Veroli RICORDI DI GUERRA (SCINTILLE DI STORIA) (1)

Roma
PROFESSOR  UMBERTO CAPERNA  RICORDI DI GUERRA
( SCINTILLE DI STORIA ) VEROLI 1943/1944  Prima parte

Il professor Umberto Caperna, che tra qualche giorno compirà 80 anni, nel 2004 ha pubblicato la sua prima opera autobiografica: il romanzo storico “Ricordi di guerra- scintille di storia. Veroli 1943/1944”. Essendo il libro abbastanza lungo, voglio dividere il mio articolo in tre parti: nella prima parte parlerò dei primi dieci capitoli. L’autore, in questo suo volume d’esordio, ricorda gli anni del secondo conflitto mondiale mentre viveva nella sua città natale: Veroli. E’ narrata una pagina dolorosa della storia locale vista con gli occhi di un bambino di soli 6 anni, il professore stesso. I primi capitoli parlano dell’armistizio dell’ 8.9.1943. Lo scrittore ricorda suo padre che, assieme ad un commilitone veneto, al posto della divisa militare ricevette da una famiglia di Padova un vestito borghese perché i soldati erano allo sbandoPer cercare di sfuggire ai tedeschi, l’uomo fece ritorno alla sua casa che si trovava nel rione verolano di San Leucio. Erano anni molto duri e per evitare i pericoli la famiglia Caperna trovò rifugio presso una grotta lunga 15/20 metri assieme al piccolo nucleo familiare degli Ianni ( nonna, nuora e nipote ), il cui capo era stato richiamato in Africa come militare. In questo periodo disastroso della nostra storia vi era soprattutto scarsità di cibo. La madre dell’autore, per sfamare la famiglia, preparava dei quadratini in brodo come primo piatto mentre la seconda portata che cucinava era una lingua arrostita nell’olio con la padella nera chiamata con il nome “Coda di vacca”. Nel paragrafo successivo il professor Caperna ricorda un soldato austriaco nato a Vienna dall’aspetto aristocratico elegante nella sua divisa pulita e stirata. La guerra e i bombardamenti continuavano, intanto, imperterriti nella città di Veroli e dintorni ed il 12.9.1943, alle ore 11.30, vi fu a Frosinone il bombardamento che distrusse la città. Tornando a parlare di alimentazione, l’autore ricorda il minestrone preparato dalla nonna, la pasta che veniva data a loro rifugiati dai gesuiti di cui particolare importanza rivestono gli stivaletti chiamati in dialetto verolano “Cazzetti d’Angelo” ed il surrogato di caffè che veniva fatto bollire su di una vecchia caffettiera chiamata Cuccuma.nonno materno dello scrittore, come ricorda il nipote, aveva comprato dal vasaio del quartiere Santa Croce una pipa la cui miscela di tabacco esplosiva era una specie di “spacca polmoni”. Nel settimo capitolo dal titolo “Due insoliti viandanti” l’autore traccia un ritratto del futuro onorevole Giuseppe Romita, confinato a Veroli negli anni ’30 dal governo fascista. Questi viveva a piazza dell’Erba assieme alla moglie Maria ed ai figli Pierluigi ed Anna Stella, studenti presso il locale ginnasio “Franchi”. A lui si deve la progettazione e costruzione della palestra comunale, oggi abbattuta e diventata polivalente. Presso l’Istituto Magistrale Giuseppe Romita ha insegnato matematica e fisica. Nel dopoguerra divenne Ministro dell’Interno e gesti’ il referendum istituzionale Monarchia-Repubblica del 2.6.1946. Per chiudere la prima parte del mio articolo su questo bellissimo trattato storico che narra della guerra a Veroli tra il 1943 ed il ’44 voglio parlare dei pantaloncini a cannolicchio indossati dai ragazzini del rione in cui il professore viveva e che, nonostante fossero corti, servivano a riparare dal freddo.
 

* Veroli 27 ottobre 2017. Gabriele Mattacola.

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