2.4.20

Augusto Vinciguerra va in pensione "Ieri: solo la storia vissuta. Domani: nessuno lo sa. Oggi: vivo il presente"


Augusto Vinciguerra "IL MIO PENSIONAMENTO LA STORIA DI UNA VITA PROFESSIONALE TRASCORSA FRA PASSIONE ED AFFETTO PER GLI ALTRI"

La vita professionale del medico sorano anestesista e rianimatore dell'Ospedale SS. Trinità di Sora, attuale consigliere comunale, volontario  in Africa e presidente dell'Associazione Ado (ma darà le dimissioni a breve), va in pensione.

"IERI: solo la storia vissuta.
DOMANI: nessuno lo sa.
OGGI: vivo il presente.


È commovente vedere giovani medici, in rigoroso quanto lindo camice bianco, con una mano sul cuore, che leggono il Giuramento di Ippocrate, per poter affrontare, d'ufficio, questo momento delicato della vita professionale, per far fronte ad un avversario che non fa differenza fra etnia e confini, fra classi sociali e colore della pelle.

Comunque loro si sono offerti e così li ritroviamo nei reparti più disagiati, le Terapie Intensive, i Pronto Soccorsi, le Malattie Infettive, mandati quasi al macello come i ragazzi del '99 che invece fecero la storia dell'Italia del Piave, di un Italia che tornerà sicuramente a vincere.

Una vera e grandiosa rivoluzione epocale, uno slancio di vita nuova, di cui sicuramente oggi ne abbiamo bisogno.

Allora sorge spontanea una domanda: perché siamo arrivati a ciò?
Beh basta guardare il nostro territorio. 

Certo forse tredici ospedali, nel nostro provincia, erano un po' troppi quaranta anni fa, quando ho iniziato la mia vita di medico anestesista-rianimatore, ma oggi con solo tre ospedali ed un terzo dei posti letto come puoi fronteggiare una emergenza infettive che ci sta travolgendo?

Così negli ultimi quindici giorni mi sono sentito fare domande strane, da amici, da gente comune:
- ma quanti ventilatori ha l'Ospedale di Sora?
- ci sono abbastanza posti in rianimazione?
- addirittura, ma non è possibile avere un respiratore o almeno una bombola di
ossigeno a casa magari ne dovessi avere bisogno!?!?

Oramai la paura la percepisci dagli occhi che ti scrutano al banco del pane o mentre fai l'ennesima fila in farmacia.

Ed io cosa faccio, in punta di piedi esco da questa disastrosa calamità Sanitaria.
Si, è giunta anche per me LA STAGIONE DELLA PENSIONE, in cui dovrei assaporare con piacere la libertà del proprio tempo ed imparare a godere della vita e di tutte le cose belle che ci stanno intorno. 

Invece oggi mi accorgo che la vita mi sta proponendo un cambio di stile, mi sta indicando una strada da percorrere insieme ad altri. Perché il cambio di stile deve essere realizzato ascoltando il mondo, la terra, più semplicemente ciò che ci sta intorno. Dobbiamo riflettere non più sulle certezze acquisite, ma sulle necessità condivise ed utili per tutti.

Poi, anche una nuova strada da percorrere, sicuramente più faticosa, ma da fare insieme con altri e migliore con una ragione di scopo comunitaria. 

Intanto da oggi avrò il mio di tempo. Si, il tempo, solo di pensare ad utilizzarlo come meglio credo: qualcuno lo ha definito e dove il piacere più alto è quello di raggiungere il massimo del godimento personale.

Fare viaggi, adoperarsi per un impegno umanitario, leggere semplicemente, imparare a suonare uno strumento, prosaicamente, il piacere di annoiarsi di tanto in tanto. Nel caso, l'opportunità di un piccolo lavoro che rischia di diventare momento di fuga dall'impegno gravoso del più alto bene che una persona ha nella vita da vivere ancora: il piacere della vita stessa.

Stiamo vivendo, per questa pericolosa virosi, una stana primavera senza la possibilità di poter camminare fra i prati fioriti, fare passeggiare in piena libertà in montagna, lanciare una lenza a mare accarezzati da una piacevole brezza, ma accontentiamoci perché la natura rispetta sempre le regole offrendoci anche questa volta la visione di un albero di albicocca pieno di fiori bianchi, il mio limone carico di frutti gialli e succosi, un prato colmo di margherite semplici ma piene di vita.

Tutti stimoli di una nuova vita giovane come quella di tanti giovani medici con la mano sul cuore a cui ripeto a voce alta:
IERI: ve lo siete costruito e lo conoscete solo voi!
DOMANI: non lo sa nessuno, ma vedetelo sempre positivo!
OGGI: vivetelo con intensità, è il vostro giorno fortunato , è il vostro
momento non lasciartelo scappare.

GRAZIE A TUTTI I MIEI COMPAGNI DI STRADA IN QUESTI LUNGHI ANNI DI PROFESSIONE ED IL PENSIERO È RIVOLTO A TUTTI I COLLEGHI ANESTESISTI (EIIII!! ANCHE TUTTI GLI ALTRI) INCONTRATI DA CUI HO TRATTO SAPERE, PROFESSIONE MA SOPRATTUTTO RAPPORTO DI FRATERNA AMICIZIA.
ANCORA UN CALOROSO E SENTITO GRAZIE A TUTTI I SANITARI DI CUI NON HO MAI POTUTO FARE A MENO durante le lunghe giornate trascorse in ospedale.

Con immenso piacere voglio ringraziare tutti gli AMICI DELL'ASSOCIAZIONE DIPENDENTI OSPEDALIERI, sempre pronti a dedicarsi ad un sevizio, totalmente gratuito, per tutti i dipendenti sanitari del nostro territorio, sapendo di dover trattare alcune volte con un Presidente volubile e capriccioso.

GRAZIE DI AVERMI CONCESSO UN TEMPO BELLO E RICCO DI EMOZIONI CON AVVENIMENTI CHE HANNO FATTO DI ME, SPERO, UN BUON UOMO ED UN BUON MEDICO.

MA SOPRATTUTTO GRAZIE ALLA MIA FAMIGLIA
- a DANIELA MOGLIE e MADRE SEMPRE (quasi sempre) ACCONDISCENDENTE A SCELTE A VOLTE NON PROPRIO IN LINEA.
- alle MIE FIGLIE, ELENA, ALESSIA, ANNA, CHE IN MOLTE OCCASIONI HANNO SUBITO LA PRESENZA DI UN PADRE UN PO' INGOMBRANTE E MAGARI QUALCHE VOLTA ASSENTE.

UN ABBRACCIONE ed un CARO SALUTO da AUGUSTO".

* Sora 01/04/2020.

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