5.12.13

MORO: LA STRAGE DI VIA FANI

Al Teatro "LO SPAZIO" di Roma la Prima Nazionale dal 3 al 15 dicembre 2013  


Dal martedì al sabato alle ore 20.45. La domenica alle ore 17. Il sito web:
www.teatrolospazio.it - Di Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce con Interventi in video del giudice Ferdinando Imposimato, interpretato e diretto da Ulderico Pesce

"Non l'hanno ucciso le Brigate Rosse, Moro e i ragazzi della scorta furono uccisi dallo Stato."
Questa frase e' il fulcro dell'azione scenica ed e' documentata dalle indagini del giudice Ferdinando Imposimato, titolare dei primi processi sul caso Moro, che nello spettacolo compare in video interagendo con il protagonista e rivelando verita' terribili che sono rimaste nascoste per quarant'anni.
Il titolo dello spettacolo e' "moro" con la "m" minuscola a voler sottolineare che nel cognome del grande statista c'e' la radice del verbo "morire". Come se la "morte" di Aldo Moro fosse stata "scritta", fosse cioe' necessaria per bloccare il dialogo con i socialcomunisti assecondando i desideri dei conservatori statunitensi e dei grandi petrolieri americani in Italia rappresentati da Giulio Andreotti e Francesco Cossiga che, dopo la morte di Moro, ebbero una folgorante carriera e condannarono l'Italia alla "sudditanza" agli USA. 
Moro sente che uomini di primo piano del suo stesso partito vogliono la sua morte tringerati dietro "la ragion di Stato" e lo scrive in una delle ultime lettere che fanno da leit motive dello spettacolo: "Il mio sangue ricadra' su di voi, sul partito, sul Paese. Chiedo che ai miei funerali non partecipino né Autorita' dello Stato, né uomini di partito. Chiedo di essere seguito dai pochi che mi hanno voluto veramente bene e sono degni di accompagnarmi con la loro preghiera e con il loro amore". 

Note di regia
"Un altro spettacolo su Moro? Non se ne piu' - direte. Avete ragione. Piu' che di spettacoli sul caso Moro c'e' la necessita' di sapere la verita' sulla sua morte. Questo nostro lavoro vuole prima di tutto contribuire alla scoperta della verita' e alla sua divulgazione. E' un po' altezzoso il fine ma le scoperte del giudice Ferdinando Imposimato, titolare dei primi processi sul caso Moro, fino all'assassinio del fratello Franco, vanno verso la costruzione di una chiara verita': "Moro doveva morire", era utile bloccare la sua apertura alla sinistra. 
Le nuove rivelazioni del giudice Imposimato rappresentano la base contenutistica del testo dove pero' le scoperte del giudice, sono intrecciate con la vita di Iozzino e Zizzi, due membri della scorta. Raffaele Iozzino era il poliziotto che riusci' a sparare due colpi contro i terroristi. Francesco Zizzi, era poliziotto ma soprattutto grande chitarrista e cantante di piano bar. Era al suo primo giorno di lavoro avendo sostituito, proprio quella mattina, la guardia titolare che aveva presentato un certificato medico. Nelle parole e nelle azioni di Ciro Iozzino, fratello di Raffaele, protagonista dello spettacolo, abbiamo voluto descrivere le ansie e la disperazione di un ragazzo del sud a cui "distruggono" la famiglia. Con la figura della mamma di Raffaele, continuamente evocata, abbiamo voluto far parlare la disperazione di una mamma che non riesce a darsi pace, una mamma che vede il figlio partire per servire lo Stato e che rimane ad aspettare la verita' da piu' di trent'anni. Nello stesso tempo crediamo che questo lavoro contribuisca ad informare sulle "colpe"di Francesco Cossiga e Giulio Andreotti che "non hanno voluto salvare Moro".

Ulderico Pesce

La Durata dello spettacolo è di: 60 minuti

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