Al Teatro "LO SPAZIO" di Roma la Prima Nazionale dal 3 al 15 dicembre 2013
Dal martedì al sabato alle ore 20.45. La domenica alle ore 17. Il sito web:
- www.teatrolospazio.it - Di Ferdinando Imposimato e Ulderico Pesce con Interventi in video del giudice Ferdinando Imposimato, interpretato e diretto da Ulderico Pesce
"Non
l'hanno ucciso le Brigate Rosse, Moro e i ragazzi della scorta furono
uccisi dallo Stato."
Questa
frase e' il fulcro dell'azione scenica ed e' documentata dalle
indagini del giudice Ferdinando Imposimato, titolare dei primi
processi sul caso Moro, che nello spettacolo compare in video
interagendo con il protagonista e rivelando verita' terribili che
sono rimaste nascoste per quarant'anni.
Il
titolo dello spettacolo e' "moro" con la "m"
minuscola a voler sottolineare che nel cognome del grande statista
c'e' la radice del verbo "morire". Come se la "morte"
di Aldo Moro fosse stata "scritta", fosse cioe' necessaria
per bloccare il dialogo con i socialcomunisti assecondando i desideri
dei conservatori statunitensi e dei grandi petrolieri americani in
Italia rappresentati da Giulio Andreotti e Francesco Cossiga che,
dopo la morte di Moro, ebbero una folgorante carriera e condannarono
l'Italia alla "sudditanza" agli USA.
Moro
sente che uomini di primo piano del suo stesso partito vogliono la
sua morte tringerati dietro "la ragion di Stato" e lo
scrive in una delle ultime lettere che fanno da leit motive dello
spettacolo: "Il mio sangue ricadra' su di voi, sul partito, sul
Paese. Chiedo che ai miei funerali non partecipino né Autorita'
dello Stato, né uomini di partito. Chiedo di essere seguito dai
pochi che mi hanno voluto veramente bene e sono degni di
accompagnarmi con la loro preghiera e con il loro amore".
Note
di regia
"Un
altro spettacolo su Moro? Non se ne piu' - direte. Avete ragione.
Piu' che di spettacoli sul caso Moro c'e' la necessita' di sapere la
verita' sulla sua morte. Questo nostro lavoro vuole prima di tutto
contribuire alla scoperta della verita' e alla sua divulgazione. E'
un po' altezzoso il fine ma le scoperte del giudice Ferdinando
Imposimato, titolare dei primi processi sul caso Moro, fino
all'assassinio del fratello Franco, vanno verso la costruzione di una
chiara verita': "Moro doveva morire", era utile bloccare la
sua apertura alla sinistra.
Le
nuove rivelazioni del giudice Imposimato rappresentano la base
contenutistica del testo dove pero' le scoperte del giudice, sono
intrecciate con la vita di Iozzino e Zizzi, due membri della scorta.
Raffaele Iozzino era il poliziotto che riusci' a sparare due colpi
contro i terroristi. Francesco Zizzi, era poliziotto ma soprattutto
grande chitarrista e cantante di piano bar. Era al suo primo giorno
di lavoro avendo sostituito, proprio quella mattina, la guardia
titolare che aveva presentato un certificato medico. Nelle parole e
nelle azioni di Ciro Iozzino, fratello di Raffaele, protagonista
dello spettacolo, abbiamo voluto descrivere le ansie e la
disperazione di un ragazzo del sud a cui "distruggono" la
famiglia. Con la figura della mamma di Raffaele, continuamente
evocata, abbiamo voluto far parlare la disperazione di una mamma che
non riesce a darsi pace, una mamma che vede il figlio partire per
servire lo Stato e che rimane ad aspettare la verita' da piu' di
trent'anni. Nello stesso tempo crediamo che questo lavoro
contribuisca ad informare sulle "colpe"di Francesco Cossiga
e Giulio Andreotti che "non hanno voluto salvare Moro".
Ulderico
Pesce
La Durata dello spettacolo è di:
60 minuti
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